Odore Di Benzina- Rosalya Kim

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Stronzo ingrato. Furono queste le parole che la sua mente urlò, mentre gettava il suo berretto sul comodino di fianco al letto, quest'ultimo perfettamente appena rifatto.
Si lasciò andare a peso morto senza pensarci due volte sulle morbide coperte, affondò il viso nelle lenzuola fresche e ne ispirò a pieni polmoni l'odore di rosa bianca. O meglio, il profumo rilasciato dal detersivo usato.
Era diventata grande, si fermò a pensare, ormai doveva badare lei a ciò che era suo; non sarebbe comparsa una badante magica all'improvviso che, per capriccio, le avrebbe sistemato tutto a dovere. Ora doveva dipendere solo da se stessa, non più dagli altri.
E questo le stava bene.
Ma c'era qualcuno che, malgrado la sua libertà e la sua buona volontà, non lo accettava.

L'immagine di suo zio e la voglia di riempirlo di calci le tornarono in mente, mentre le lacrime le offuscarono la vista.
Aveva parlato con lui di quell'argomento tante volte,ma non aveva mai ottenuto i risultati sperati.
Aveva cercato di parlargli con delicatezza. Poi con convinzione. Una volta più timida per intenerirlo. Una volta più acida e brusca per il nervosismo. Aveva persino inscenato la parte della vittima- cosa alquanto vergognosa che rischiò di farle perdere quel minimo di dignità-, fece scenate e scenate. Ma mai nulla era cambiato.

Perché non riusciva ad accettare il fatto che era diventata grande? Non chiedeva molto, solo la sua benedizione per una nuova vita, una vita che qualsiasi 20enne avrebbe dovuto affrontare, la vita quotidiana di un adulto.
Non si definiva una donna cresciuta e pronta per ogni evenienza, ma lo sarebbe diventata solo attraverso l'esperienze di vita giuste, quelle che le mancavano proprio a causa di suo Zio.
Si domandava sempre il perché del suo modo di fare, lui continuava a vederla come la bambina che venne a vivere da lui 15 anni fa perché sia la sorella che il cognato non potevano più occuparsi di lei.
Quella che era normale tenerezza-e forse compassione- si tramutò presto in vero e proprio istinto paterno.
A sol pensare quanto la bambina avesse potuto soffrire senza le due figure genitoriali, un'ondata di preoccupazione e rammarico lo prendeva in pieno, non voleva farla star male, con questi propositi riuscì a ricoprire sia la figura paterna che quella materna.
Lei gli era grata di ciò, non le aveva mai fatto mancare nulla, ma non l'aveva resa neanche viziata.
Era stato perfetto, allora perché proprio adesso doveva comportarsi in modo così... Opprimente?
Era come se avesse preso in cura un piccolo bocciolo, l'avesse nutriti fino ad allora con l'acqua più fresca del mondo e, proprio sul momento di sbocciare, le avesse impedito di aprire i piccoli petali e vedere il mondo.
Si sentiva rinchiusa in una campana di vetro, lei voleva esplorare e conoscere nuove cose, fare esperienze nuove, sbocciare come una rosa bianca in un campo pieno di fiori diversi e di ogni tipo.

Ai suoi occhi era solo un bocciolo ancora troppo piccolo per sbocciare, ma lei era già pronta, le sarebbe bastato uscire per una volta da quella maledetta officina, piena di grasso e benzina dal forte odore, e vedere la luce del sole.

Non chiedeva molto, non aveva mai perso la speranza, aveva sempre insistito e avrebbe sempre continuato a farlo, a costo di andare avanti all'infinito. O così si diceva.

Anche quel giorno c'aveva provato.

Si era svegliata presto per preparargli un'ottima colazione- un po' per dimostrargli che sapeva cavarsela da sola anche in cucina, un po' per "prenderlo per la gola"-, aveva preparato pancake, con tanto di mirtilli maturi e dolcissimi,delle fette biscottate con marmellata e aveva persino aggiunto un po' di miele vicino -lui lo amava-; aggiunse sulla tazza di tè verde caldo e profumato dei petali di rosa bianca, l'amava assieme al miele.

Attese il suo risveglio, mentre ripuliva la sua Harley, quella che le era stata regalata per i suoi 18 anni, il suo amore, sua figlia praticamente.  Suo zio le aveva detto che era un po' vecchia- non storica, soltanto vecchiotta ed un po' usata-,la comprò per se in giovane etá e la regalò alla nipote, andava ch'era ancora una bellezza, queste erano le sue parole.

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