Capitolo 3

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• Alex •


"Scontro mortale tra due autoveicoli: quattro morti e due sopravvissuti. Le due bambine in fin di vita!"

Ogni sera è sempre la stessa storia. Ma non riesco a smettere di pensare a Piper: dopo quell'incidente, in cui persero la vita mia madre e i genitori della bionda, non riuscii più a ritrovarla. La persi di vista per un secondo, perdendola così per sempre.
Circa tre anni fa, ritornai in California, all'ospedale dove sia io che lei combattemmo contro la morte. Mi dissero che anche lei riuscii a sopravvivere, e questo mi riempii il cuore di gioia. Io, dopo essermi ripresa del tutto, venni portata in un centro adozioni e, solo dopo un mese, adottata dalla mia attuale famiglia formata da mio padre Mike, mia madre Kate e mia sorella, nonché migliore amica, Nicky. Con lei legai subito, non solo per il suo fantastico carattere, ma soprattutto perché fu la prima ad appoggiarmi nella ricerca di Piper.

«Alex, vuoi smetterla di leggere quel giornale?!» continua a ripetermi la riccia.

«Sono passati dieci anni e...e non sono ancora riuscita a trovarla. L'ho cercata ovunque, l'abbiamo cercata ovunque. Ma niente. Nemmeno l'ombra della donna che sarà diventata adesso.»

«Vedrai che riusciremo a trovarla.»

Mi alzo dal letto, poso il giornale dentro il cassetto del comodino posto alla mia sinistra, per poi raggiungere Nicky in cucina.

«Domani dobbiamo ritornare a Boston dalla mamma.» mi ricorda.

«Siamo già arrivate al 20 Maggio?»

«Già. Il tempo passa velocemente per chi non ha un cazzo da fare durante il giorno.»

«Mi stai dando della "buona a nulla"?»

«Ti sto solo dicendo che credo sia opportuno trovarti un lavoro, anche come babysitter magari.»

«Babysitter? Sai che odio i bambini. Comunque, così sia: cercherò un lavoro!»

«Bene. Adesso torniamo di là per preparare le valigie. Domani si parte.»

Il suono fastidioso della sveglia di Nicky mi fa svegliare di colpo. Odio quel rumore assordante! Apro gli occhi e scendo dal letto in maniera meccanica. Mi dirigo subito in bagno: ho proprio bisogno di una doccia fredda. L'acqua gelida percorre il mio corpo, facendomi rabbrividire.

«Alex cerca di non addormentarti dentro quella doccia!» urla Nicky da dietro la porta.

«Devi smetterla di farmi continuamente fretta, o di richiamarmi!» esco in accappatoio dal bagno. «Non sei mia madre e neanche la mia sorella maggiore! Ti ricordo che qui sono io la più grande.»

«Ma perché fai così? Perché continui a respingere tutti?»

«Basta Nicky.»

«No! Io adesso voglio sapere il perché!»

«Nicky, ho detto basta!» urlo scaraventando la spazzola che avevo in mano verso lei, non colpendola per un pelo.

I suoi occhi diventano lucidi e si riempiono di paura.
Esce dalla stanza senza dire una parola.

Cazzo! Cosa diavolo ho nella testa?!
Senza perdere altro tempo in riflessioni inutili, corro da lei per scusarmi.

«Nicky?» Mette la sua solita matita nera nella parte inferiore dell'occhio, senza rispondermi. «Ti chiedo scusa. Non so che mi è preso. Non avevo nessuna intenzione di farti del male.»

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