Capitolo 8

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• Laura •

«È lei Piper? La tua Piper?»

«Si, mamma. È lei. Ma lei non sa chi sono io..»

«Cosa vuol dire questo, Alex?»

«Ho pensato che sarebbe stato meglio non dirle chi sono per il momento. Non sapevo come l'avrebbe presa e ho lasciato stare.. Pensa che il mio nome sia Laura.»

«Ma come poteva prenderla, se non bene, Alex?! Devi dirle il prima possibile chi sei veramente.»

«Lo farò. Ma per adesso dobbiamo pensare ad aiutarla. Lei è in una bruttissima situazione.»

In pochi secondi, passo dal parlare della sua situazione a parlare di lei.

Finalmente, Piper era ritornata a dormire sotto il mio stesso tetto, tra le mie braccia.
La mia piccola e tenera Pipes.
Lei è così. E lei è sempre stata così. Ti parlava con un entusiasmo senza pari, ti guardava negli occhi e sorrideva, ed il momento dopo fissava un punto perso nel vuoto. Lei era così, era capace di passare da un'emozione all'altra in un secondo. Bastava un ricordo. Ed era bellissima quando ricordava, si incantava con la bocca aperta, le si formavano le rughette ai lati degli occhi perchè li socchiudeva e strizzava nello sforzo e poi, cosa ancora più tenera, si portava una mano davanti alla bocca rendendosi conto di quello a cui stava pensando. E la maggior parte delle volte non dovevano essere cose belle, malgrado il suo aspetto innocente, perchè tremava e si guardava intorno sperando che nessuno l'avesse vista, poi si batteva una mano sulla fronte come a dire: ma cosa ho fatto?!
Lei era così. Si perdeva dietro a dei dettagli che le affioravano alla mente e si sentiva mancare l'aria, spezzare il cuore, sentiva un senso di vertigine come se stesse per sprofondare in un buco nero. Per tenersi ancorata alla realtà si mordeva le labbra a sangue e si conficcava le unghie nei palmi. E poi magari da una parte se ne pentiva, di certi dettagli, ma dall'altra parte continuava a sorridere. Lei era così.
Era metà angelo e metà tentazione. Avvolta da una luce immensa, con un oscurità cupa nel suo animo.

«Adesso è meglio che tu vada a dormire.»

«Ho alcune cose da sbrigare.»

«A quest'ora? Non se ne parla, Alex.»

«Mamma, non ho più diciassette anni. Ti prometto che sarò a casa prima di quando pensi. Non aspettarmi sveglia.» le dono un bacio sulla guancia.

«Ti ricordo la presenza di un certo ospite a casa nostra.»

Alzo il mio sguardo, puntandolo verso la scala. La immagino dormire, con il viso rilassato, le sue mani attorno al cuscino ed io, appoggiata sul suo cuore.

«Tornerò a casa prima che si svegli.»

Detto questo esco da casa. Ritorno di fretta all'Avalon per vedere che fine ha fatto Nicky. La trovo davanti all'entrata dell'Avalon, allora mi avvicino con la macchina.

«Dove cazzo eri finita Alex?»

«Ho avuto dei contrattempi.»

«Contrattempi? Mi hai lasciato da sola al locale senza dirmi niente e..»

«Ho trovato Piper.» sorrido.

«Cosa?»

«È la ragazza bionda che lavora qui, all'Avalon. Si trova a casa nostra al momento.»

«A casa nostra?»

«Si, beh...»

«Hey, tu!» un ragazzo grida verso la nostra direzione. Da lontano non riesco a riconoscerlo. Non so se aspettare che mi raggiunga o mettere in moto e andare via.
Scelgo la prima opzione, rischiando.

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