Capitolo 1

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• Alex •

Si dice che non ti rendi conto di quanto sia importante quello che hai finché non lo perdi. Ma la verità è che sapevo benissimo quanto lei fosse importante per me, è solo che non avrei mai pensato di poterla perdere. Soprattutto in quel modo. Di certo il tempo non ha mai compromesso ciò che io provo ancora per lei, e non mi ha impedito di cercarla. Perché si, io non mi sono data per vinta. Chiunque, dopo dieci anni, avrebbe gettato la spugna, lasciandosi tutto alle spalle e rimuovendo dalla propria testa ogni singolo ricordo. Ma io no.
Ho avuto la sfortuna di perdere ciò che di più caro faceva parte della mia vita, compresa lei. E anche se tutti intorno a me continuano a ripetermi di dimenticarla, io non lo faccio. Non riescono a capire che non posso farlo perché lei è ancora parte di me.
Chi è capace di vivere senza una parte di se stessi?
Eppure, dopo quella notte, sono riuscita ad andare avanti: ho iniziato una nuova vita, senza lei al mio fianco.

«Sei riuscita a voltare pagina e ti sei mostrata una donna estremamente forte. Sono fiera di te.»

Mi disse questo la donna che mi adottò tanti anni fa.
Dire che le voglio un bene dell'anima è poco. Lei, in parte, mi ha salvata e per questo le sono grata. Ma forse lei non è mai stata in grado di capire fino in fondo quanto dolore tenessi dentro.
Si, sono riuscita a voltare pagina, ma ho ancora il segnalibro messo lì, tra le nostre pagine.

Nonostante la mia vita stia andando per il verso giusto, non c'è giorno in cui non la immagino al mio fianco, con quegli occhioni blu che mi scrutano. Non c'è notte da ubriaca né da sobria in cui non smetto di pensarla. E' ancora un pensiero fisso per me.

«Ho bisogno di bere qualcosa.» Afferro di fretta la mia borsa nera, dopo aver messo dentro il mio portafoglio e la mia tessera.

«Alex, non puoi affogare sempre nell'alcool quando sta per avvicinarsi...beh..»

«Non puoi soltanto annuire e venire con me in quel locale?»

«Ti sto solo dicendo che non è necessario.»

«Nicky, basta! Vuoi venire o no?»

Ogni buona sorella avrebbe reagito nel suo stesso modo, ma io in questo momento ho solo bisogno di bere, di anestetizzare la mia mente per qualche minuto. Dentro me sento la necessità di allontanarmi il più possibile da questa realtà che non rispecchia ciò che ho sempre voluto.

«Va bene, vengo. Ma almeno sta volta non esageriamo, eh!»

«Dai, che oggi si rimorchia!»

Ogni uscita per noi era sacra, considerando che ritornavamo sempre a casa con due ragazze da fottere. Si, io e mia sorella siamo diversamente etero. Lo scoprimmo nella tenera età dei tredici anni, per me, e quattordici per lei. Questa cosa venne subito accettata dai nostri genitori, poiché mentalmente aperti, e ciò ci aiutò molto, soprattutto, nell'accettare noi stesse. Però non mancarono di certo quelle ragazzine, durante gli anni del liceo, che non persero l'occasione per prenderci di mira cercando di rovinarci quelli che tutti consideravano "gli anni migliori della nostra vita". Balle, solo balle! Ma io e Nicky non le considerammo più di tanto. Non ce n'è mai importato nulla di quello che gli altri pensavano o dicevano su di noi, soprattutto a me.

«Hai preso le chiavi?» Dal tono di una sua semplice domanda, riesco a percepire la preoccupazione che sta cercando di nascondermi.

«Si, possiamo andare.»

Verso le 23:45 arriviamo al locale, che è strapieno come sempre. Donne mezze nude che ballano davanti ad uomini che sbavano dietro le loro gambe estremamente scoperte, musica a volume altissimo, profumo di erba e alcool ovunque.

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