6) La prima prova

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"Bene ragazzo, ora sai tutto, puoi andare"

Fin'ora il ragazzo non si era reso conto di essere ai piedi di una montagna, non si era accorto di nulla, l'ansia e l'impazienza non lo hanno fatto curare minimamente di cosa aveva attorno, ma, a vederla bene, era una cosa abbastanza strana, cosa ci fa una porta dentro una montagna?
Era una porta alta almeno sette metri, in marmo e bronzo, con dei perni grandi quanto un uomo che tenevano chiusa la porta...come si apre una porta del genere?

"Maestro, come entro?"

"Devi volerlo", questa voce arrivò dal nulla, ma a quanto pare la udì solo il ragazzo, perché Amane non aprì bocca, si limitò a guardarlo.

Così il ragazzo si avvicinò alla porta e vide l'impronta di una mano: era un solco nel marmo, scavato da mano a mano che c'è passata; era molto sporco, c'era muschio sui polpastrelli e al centro del palmo aveva una crepa.
Il ragazzo, convinto su ciò che doveva fare, appoggiò la mano sul solco e si concentrò, volendo aprire con tutte le sue forze quella porta: socchiuse gli occhi, raccolse la sua calma e concentrò tutta la sua volontà sul palmo della mano e... a un tratto... "CLON" "CLON" i due perni di bronzo, soprattutto era pieno il pilastro, e spostare il suo enorme peso era una fatica solo a guardarlo, si alzarono e la porta irradiò una luce verde partita dalla mano del ragazzo.

"Bravo ragazzo, sappi che esiste una prova "zero", di cui non si parla a chi deve fare le prove perché la si ha davanti: la prova "zero" è la porta, bisogna avere molta forza di volontà per aprirla, bene, vai e affronta le tue prove".

Dietro la porta si prolungata un corridoio alto quanto l'ingresso, con le pareti in pietra, dove sono scolpiti tantissimi nomi...Yutaka, Ukyo, Masato, Katai, Hoitsu sono quelli più leggibili, ma i nomi si prolungano fino in fondo al corridoio, dove sta una grandissima sala, con al centro una statua raffigurante una volpe a nove code, un'aquila accanto che volano e uno squalo e un toro che li seguono da terra, sotto c'era scritto:" Fuoco, Aria, Acqua, Terra" tradotto da una lingua antichissima.

Quella stanza aveva forma circolare e aveva quattro portali, salvo quello da cui era entrato, e il ragazzo non sapeva dove andare per primo, quindi iniziò a studiare i varchi, per capire cosa ci fosse oltre e se ci fosse un ordine...

"Segui il tuo istinto, ti porterà verso la tua porta", ancora quella voce, sembra provenire dalla montagna, come se essa avesse una voce.

"Bene, e sia."

Con queste parole il ragazzo si incammina verso la statua, senza un motivo, nulla lo spingeva a farlo, ma si sentiva di dover fare così, quindi, una volta arrivato al piedistallo, si formò una fitta nebbia, limitata alla statua, illuminata da una luce verde molto fioca; questa nebbia si dissolse il poco tempo, lasciando solo una pergamena con un biglietto attaccato con scritto "****** Korunoshima", il nome era bruciato e non si leggeva nulla, c'era solo il nome della famiglia che era comprensibile, quello del ragazzo.

"Il mio nome...ho tredici anni ormai, sto iniziando il mio cammino, tra cinque anni riceverò il nome che Shozaburo ha pensato per il suo grande erede..."

"La pergamena è unica di ogni Guerriero: può contenere la tua virtù, come il tuo destino, come il tuo nome"

Con queste parole, la statua fu inghiottita dalla nebbia e scomparve, lasciando solo i portali bronzei oltre i quali si sarebbero svolte le prove degli elementi.

"Che io sia un Guerriero, o solo un nome, ho un compito e un destino, dimostrerò chi sono a Jigoku e terrò alto il mio onore"

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