10) Kaze 風

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L'uscita da quel canion è stata la cosa più bella che gli sia capitata da quando ha varcato la soglia della montagna.

L'uscita era la stessa da cui entrò, ma il passaggio era differente: tutto dritto e era rivestito da pietra con chiari segni di erosione; c'era un po' di vento, ma non ci fece caso, pensava che fosse normale, tornando verso la sala centrale.
Quando però arrivò a metà strada, all'incirca dove aveva raggiunto il bivio all'andata, non si ritrovò all'incrocio, uscendo da una delle due strade, ma si trovò davanti un'altra biforcazione: tre strade, una da cui proveniva una luce verde, una illuminata di rosso e l'ultima di colore blu; nessuna indicazione, neanche una parola, un segno o altro, neanche del vento o del calore, tutte uguali, se non per il colore.

"Non ho la più pallida idea di cosa possa voler dire... come torno alla sala centrale da qui?"

Nessuna voce, ne avvenimento venne in suo aiuto, qui contava tutto su di lui.
Indeciso, affidandosi al caso, prese la strada illuminata di blu, sperando di non dover rimpiangere la sua scelta.

Contro ogni previsione, la strada non era faticosa, non aveva ancora incontrato degli ostacoli e l'unica cosa particolare era la luce blu che veniva dal pavimento e dalla parete sinistra, come degli spifferi d'aria, venivano da ogni piccolo buco.

Ma il suo più grande dilemma era: cosa differenziava veramente le tre vie?
La risposta non si fece attendere: procedendo, sentiva un rumore, come acqua che scorre, farsi via via più forte e deciso, dopo poco, un'onda si presentò di fronte al ragazzo, che iniziò a correre indietro, sperando di scamparne.

"Verde, rosso, blu... ma sì! Sono le tre strade delle prove affrontate fin'ora. Non so a quale scopo, ma dovrò superare questa prova per andare avanti, altrimenti... non so dove potrei finire."

Non ci volle molto a dimostrare la sua superiorità: qui non c'erano mezzi termini, tanto meno tempo. L'onda prese in pieno il ragazzo che, mentre si opponeva all'avanzata dell'acqua, cercava di contenerla per spararla via, ma nulla, fu spazzato via e tornò alla biforcazione, riportando un terribile fallimento.

"Non capisco, perché l'onda non si è fermata? Eppure io la stavo contenendo poco a poco, sentivo di indebolirla..."

Nel mentre la via blu si chiuse e il ragazzo scelse la via rossa, sperando che il fuoco non lo deludesse.
Si mise a correre, non fece caso a nulla, corse finché non arrivarono le fiamme.
Una volta circondato, le fiamme si stavano allargando in un cerchio e una dopo l'altra si lanciavano come frecce verso il ragazzo, dopo un paio di colpi finì in ginocchio: aveva un taglio sul braccio destro e uno sulla caviglia destra, trovandosi in condizioni non ottimali.

"Non ho detto che sono intenzionato a tornare da dove sono venuto. Tu non mi ostacolerai!"

Iniziarono a scagliarsi più frecce insieme riuscendo ad evitarle, ma ben presto non bastò più la sola velocità, quindi ricorse ai suoi poteri.

"KASAY"

Tanta di quella forza fu sprigionata che nel raggio di almeno dieci metri nessuna fiamma riuscì a resistere, tre frecce stavano per colpirlo, ma si consumarono in un lampo, mentre iniziava ad emanare una caldissima aura infuocata. Non era una semplice sicurezza nei propri confronti, ma lui SAPEVA che nulla poteva vincerlo in quella montagna, quelle fiamme bruciavano anche dentro di lui e nei suoi occhi rifletteva la luce emessa da una fiamma che vi bruciava dentro, i suoi capelli, le sue mani, tutto il suo corpo rifletteva i colore delle fiamme che vi bruciavano sopra, era circondato di fiamme.

Procedette a passo lento, come se non ci fosse alcuna fretta, verso qualunque fine potesse esserci a quella strada

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Procedette a passo lento, come se non ci fosse alcuna fretta, verso qualunque fine potesse esserci a quella strada.

Man mano che avanzava il fuoco insidioso si diradava e le fiamme che lo circondavano pure, l'unica cosa che non era cambiata era la sua determinazione e sicurezza.
Stava raggiungendo l'uscita, qualunque fosse:

"Ormai posso solo tornare alla sala
omune... oppure... che passi direttamente alla prova del vento?"

L'uscita della sua strada lo portò a una cava grandissima, dove fu accolto da un fortissimo vento che per poco non lo spazzò via.

"Complimenti ragazzo, sei arrivato all'ultima prova, senza arrenderti e perseverando anche nei momenti di difficoltà, eccoti l'ultima prova, raggiungi il sacco di Fujin!"

La voce della montagna è tornata, portando con sé l'ultima prova.
Quel luogo era molto più complesso degli altri: il ragazzo si trovava in fondo a una cava piena di tunnel e passaggi su tutte le pareti, collegati da più ponti che sormontavano il vuoto; al centro c'era un rialzamento di almeno trenta metri con pareti ripidissime: sembrava spuntare dal nulla.

Una volta avanzato fino a metà della distanza tra la via da cui era uscito e quella "colonna" immane, la terra iniziò a tremare e si sollevò come un montacarichi e lo portò fino a un primo ponte che collegava una parete senza alcuna via scavata su essa e una tromba d'aria che attirava a se tantissimo vento.
Il ragazzo sentì la necessità di avvicinarsi, oppure era il senso delle correnti che lo spingevano... in ogni caso, quando arrivò lassù, fu accolto da quel prologo che aveva introdotto ogni prova:

"Alla creazione, il vento, Fuku-Nyorai, era sotto il potere di uno degli dei primordiali, pardone dell'elemento: Fujin.
Alla liberazione di questo potere vi furono molti e molti vi sono e molti vi saranno, guerrieri Kaze, padroni del più imprevedibile degli elementi.
Il controllo mentale porta al controllo fisico di questo potere, guerrieri, siate degni del nome che vi verrà dato!"

Quando la voce si spense, il vortice si estinse e la strada si aprì in una via diritta verso il prisma dei venti.
Facile, ma non troppo. Non ci volle molto per capire le difficoltà: la strada, molto larga, presentava tanti punti franati e delle aree del tutto assenti; inoltre soffiavano dei venti che distruggevano le rocce come un coltello che taglia il burro; che fosse l'impeto del vento o la sua "affilatezza", nessuna roccia poteva salvarsi, figuriamoci un uomo.

La sfida era chiara, anzi, sembrava quasi un invito. Aveva davanti una strada diritta, anche se molto ripida, che lo avrebbe portato al Sacco di Fujin, dove erano racchiusi tutti i venti e da dove provenivano gli stessi.

"Facile, ma non troppo. Difficile, ma non abbastanza."

Dopo aver manifestato tutta quella energia, sembrava che dentro di lui si fosse risvegliata una determinazione, o un potenziale represso, che non lo faceva vacillare di fronte a nulla.
Avanzò rapidamente senza curarsi del vento, nonostante lo facesse faticare molto e lo costringesse a fermarsi ogni tanto; ormai avendo capito come far sintonizzare il suo potere nascosto con l'elemento esterno, continuò a correre, con gli occhi chiusi, con la mente concentrata solo sul movimento delle raffiche e affidando ai suoi sensi l'esito della prova.

Questa volta non era semplice: le correnti variavano in continuazione, alcune si scontravano, altre si infrangevano sulla roccia, altre ancora entravano nei tunnel, tutte di intensità diversa e più o meno pericolose. Ma era riuscito ad individuarne alcune, almeno le più vicine. Le seguiva con l'orecchio o con la mente, schivandone alcune, altre le infrangeva con una lingua di fuoco.

Procedette così fino ad arrivare ai piedi della parete ripida, lì aveva bisogno di piegare le correnti al suo volere.
Ripeté il procedimento di prima, individuando alcune correnti, poi cercò di prevederne i movimenti... infine, sentendone una arrivare, allungò una mano verso essa, il vento sembrava piegarsi e vorticare attorno al braccio, percependo poco le sensazioni che provava e non riuscendo a controllarlo del tutto, per via della impetuosità del vento, lo costrinse verso il basso e, con tutta la sua forza, rilasciò la corrente come se facesse da propulsore e fu lanciato verso l'alto.

La spinta fu tanto forte da annullare tutte le correnti vicine, creando un'onda d'urto di cui ne risentì molto, una volta arrivato in cima.
Ma... ci era riuscito! Era in cima e aveva ottenuto il potere dei quattro elementi!
Il sacco di Fujin si aprì e uscì una tromba d'aria di potenza inaudita attorno alla quale vorticavano i nomi di tutti i guerrieri Kaze,

" ora anche il tuo nome è noto a Fujin, divenendo il primo caso di dominio completo, complimenti sesto Korunoshima, addio!"

Le ultime parole della montagna, adesso il sacco di Fujin si era dissolto e fu aperto un passaggio verso la sala principale, il ragazzo varcò la soglia, sentendosi il cuore più leggero.

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