Perfezione

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"La perfezione è tutto, mancatele di rispetto e lei ne mancherà a voi!" continua a ripetere la signora Hudson mentre faccio i soliti noiosi esercizi sulla sbarra.

Mi chiamo Jeffrey Hewitt e faccio danza classica da quando avevo sei anni.
Ora ne ho quindici, e le cose sono molto cambiate.

Gli esercizi sono più pesanti e la dieta è diventata sempre più stronza, come la mia insegnante d'altronde.

"Hewitt! Devi perdere ancora un po' di peso se vuoi riuscire a fare gli esercizi perfettamente! Insomma, quante volte te lo devo dire! Devi pesare al massimo cinquantacinque chili e guarda un po', ne pesi cinquantotto. Se non perdi due chili entro una settimana ti tolgo dallo spettacolo di fine anno!" Mi urla la Hudson mentre eseguo i soliti plié che secondo lei servono solo a rendere più fluidi i movimenti.

"Va bene, signora professoressa." Le rispondo io alzando gli occhi al cielo.

Non la sopporto quando fa così, anzi, la odio.
Era decisamente meglio il vecchio insegnante, Fynn Robins.
Uomo sulla trentina, capelli lunghi fino alle spalle neri, occhi scuri e muscoli ben evidenti.

A lui non gliene fregava un fico secco su quanto pesavi, quale era il tuo orientamento sessuale, della tua vita privata oppure di che religione eri.

A lui bastava solo che danzassi mettendoci l'anima, ma a questa stronza importa solo ridurci come anoressici per essere aggraziati come farfalle e cazzate varie.

Per fortuna, sull'ultima nota dello schiaccianoci, finisce la lezione di danza classica così da poter tornare nell'aula delle lezioni teoriche.

Frequento la prestigiosa "Music&Arts High School" di Ottawa e devo dire che è la prima volta che mi innamoro di una scuola.

Costa parecchio, lo ammetto, ma mia sorella fa di tutto per esaudire i miei sogni, come i genitori dei miei compagni di classe d'altro canto.

L'unica differenza è che siamo solo noi due.

I nostri genitori sono due ricercatori che lavorano in Alaska o prevalentemente in posti esotici, e quindi sono quasi sempre via.

Ci sentiamo quasi ogni mese per sapere come vanno le nostre giornate, ma la maggior parte delle volte ci parlano delle scoperte in campo medico sulla cura dei cuccioli di foca o dì tucano.

Un po' mi mancano, soprattutto mia madre, ma almeno, ci sono i miei amici che mi tirano su il morale.

La mia classe, strano a dirlo, è tutto per me.

Un insieme di passioni e di emozioni diverse.

Il mio migliore amico è Thomas Anderson, il tipico amante dello sport, bel ragazzo di origini inglesi con la faccia da bambino e due grandi occhi azzurri.

Poi c'è Charlie Newton, e anche se dal nome si prostra una bella ragazza studiosa e che vive solo tuffata nei libri, trovi una ragazza alta, bionda, con gli occhi verde acqua che vacilla tra feste e studio.

Infine ci sono io, il gay di turno.

I miei amici lo hanno accettato subito, specialmente Thomas, che ha voluto farmi da padre mettendomi in guardia su ogni cosa, specialmente sui ragazzi.

Io invece no.

Lo vedo ancora come un rifiuto, come un difetto di fabbrica, come una disgrazia.

Ma anche se sono gay, vado d'accordo con tutti.

Ad esempio con i dark, I secchioni e con chiunque voglia essere mio amico o conoscente.

C'è un unico problema nella mia classe, e ovviamente doveva capitare proprio a me.

Il Cigno di VetroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora