Capitolo 18

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ALANA

«Avanti, non farti pregare.»

«Pregare? Dubito che le preghiere ti servirebbero. Ti ho già detto che non verrò con te.»

Jared mi osserva dall'altro lato del tavolino, le spalle posate contro la spalliera della sedia, il viso piegato in una smorfia mentre sfiora la tazza di caffè con la punta delle dita. I suoi occhi sono intensi e fissi nei miei.

Questa mattina ha ben deciso di darmi il tormento piazzandosi davanti alla porta della mia camera, la quale era chiusa a chiave per evitare strane comparse e condivisioni inopportune di letto, a cantare. Già, proprio così, e alle prime luci dell'alba per giunta, rischiando anche di svegliare mio padre. Il suo motivetto? "Miss Smoll, Miss Smoll, il sole è sorto ormaiiii. Esci di lì, ci sono io qui, insieme dobbiamo andarrrr", e così via. Terribile. Devo ammettere che mi ha sorpresa e mi sono ritrovata a ridere di nascosto tra le coperte. Ma non glielo dirò mai. Un uomo come lui a cantare... non me lo ci vedevo.

Ad ogni modo, devo ordinare a quella domestica di non aprirgli la porta, anche se temo che sia praticamente impossibile che dia retta a me, dato che siano loro a pagarla anche se è al mio servizio.

«Sei arrabbiata con me per come mi sono comportato l'altra mattina? E dai, sono passati dei giorni, ti ho chiesto di farmi compagnia a colazione oggi per farti le mie scuse.»

Poso la tazzina sul piattino, mi pulisco le labbra e alzo lo sguardo su di lui. I miei occhi trafiggono i suoi, ipnotici. «Non fare il furbo con me, Jakland. È vero, mi hai chiesto cantando di farti compagnia a colazione, ma sai perché? Non perché volessi realmente farmi le tue scuse, ma semplicemente perché speravi che cambiassi idea e che ti accompagnassi alla gara. Per non parlare che mi toccherebbe sopportarti per più di un giorno anche.»

Alza le mani in segno di resa. «D'accordo, va bene, ammetto che ho pensato che magari portandoti fuori a colazione tu potessi in qualche modo rivalutare...»

«E credi che una colazione sia abbastanza per farmi cambiare idea?» lo punzecchio trattenendo un sorriso.

Lascia andare le mani sul tavolino e mi guarda un attimo serio. «Colazione, compresa di pranzo e cena. In un posto da sogno. Potrai prendere tutto quello che vuoi. Inutile dire tutto a mie spese. E mi comporterò bene.»

«Cosa intendi con: "Mi comporterò bene?" Non ci proverai di continuo con me?»

«Questo non posso garantirtelo, mi dispiace.»

«Jared...»

Si protende sul tavolino e poggia i gomiti sostenendo il mio sguardo. «Oh, avanti. Cosa ti starò mai chiedendo? So che a volte potrei risultare un po' egocentrico e...»

Poso anche io i gomiti sul tavolo e mi protendo verso di lui. Adesso ci separa solo qualche millimetro. «Assillante.»

«Assillante e...»

«Schifosamente fanatico.»

«E schifosamente fanatico, ma...»

«E irritante. Fastidioso. Inopportuno.»

«Altro?» Mi osserva con una strana smorfia sul viso. Ha una faccia da schiaffi, maledizione. Un viso malandrino che abbinato a quegli occhi chiari, è davvero troppo ingiusto. Dio!

«Uhm... no, non credo. Se me ne vengono altre ti avverto.»

«Il punto è, che levando i momenti in cui mi comporto così, non sono poi così male, no?» Sorride malizioso fissandomi le labbra.

Sconvolgenti Scoperte (Spin off) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora