Capitolo 23

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Mark

«Scoperto qualcos'altro? Okay. Sì, proseguiamo verso sud.»

Osservo con attenzione Arnold parlare nell'auricolare: lo sguardo fisso sulla strada, le mani salde sul volante.

«D'accordo, ottimo lavoro Wolk, tienimi aggiornato» preme un tasto sull'auricolare e chiude la conversazione.

«Novità, Arnold?» faccio un cenno del capo nella sua direzione e i suoi occhi incontrano i miei attraverso lo specchietto retrovisore.

«Si, signore. Jakland si è fermato per qualche minuto in una piazzola di sosta.»

«Fermato per cosa, Arnold?»

«Non saprei dirle, signore. Sono stati fermi per qualche minuto e poi sono ripartiti. Non ne conosciamo i motivi. Ora proseguono.»

«Va bene, che distanza portiamo?»

«Quasi due chilometri e mezzo, signore.»

«Perfetto. Continuiamo così.»

Fa un assenso con il capo portando lo sguardo alla strada. Mi sistemo sul sedile e mi volto a guadare un momento Margaret seduta accanto a me. Osserva fuori dal finestrino e ha l'aria timorosa. Indossa dei semplici jeans e una camicetta rosa chiaro e si tortura le mani in maniera davvero esagerata.

«Vorresti chiedermi qualcosa, Margaret?»

«C-come?» Si volta a guardarmi e i suoi occhi incontrano i miei. Questa mattina sembra ancora più impacciata del solito, con quelle guance arrossate, gli occhi a mandorla lucidi e il codino in disordine.

«C'è qualcosa in particolare che ti preoccupa? Se è così, voglio che tu me ne parli immediatamente. Si nota la tua inquietudine e ho bisogno che tu sia serena e concentrata.»

«Scusami, è solo che... Ecco è la prima volta che mi allontano così tanto da casa e per così tanto tempo. Mento alla mia famiglia certo, ma temo di essermi fatta coinvolgere in qualcosa di troppo grande per me questa volta. E poi sono preoccupata per il mio lavoro, non hanno preso affatto bene la notizia che dovessi mancare per diversi giorni e quindi io...» scuote la testa con il fiato corto.

«Okay, adesso calmati» le afferro una mano che trema e i suoi occhi si sgranano dallo stupore. Non mi lascio intimidire e mi concentro su quello che ho da dirle. «Ti ho già detto che non dovrai preoccuparti per il lavoro, d'accordo? Sono un uomo di parola, Margaret e sarò piuttosto generoso nei tuoi riguardi. Potrai chiedermi quello che vuoi. Ti preoccupa l'università? La tua famiglia, il tuo futuro? Saprò ricompensarti, avrai modo di realizzare tutti i tuoi sogni e aiutare la tua famiglia.»

I suoi occhi si riempiono di lacrime. Deglutisce. «È una promessa?»

Faccio un mezzo sorriso e le lascio la mano. «Non sono il tipo da promesse, ma se ti fa sentire più tranquilla... sì, è una promessa. Ora voglio vederti sorridere però. Concentrati e affidati a me, vedrai che andrà tutto bene. Hai più coraggio e più istinto di quanto immagini, sarai bravissima anche questa volta, vedrai.»

Annuisce e fa un gran respiro. Le mie parole sembrano averla tranquillizzata un po' e questo è un bene, perché non posso permettermi di sbagliare qualcosa questa volta.

Mi volto a guardare fuori dal finestrino e davanti agli occhi rivedo quella piccola bambina con l'orsacchiotto di pezza tra le braccia. "Ora sei parte di qualcosa. Grazie, signore." Sarò anche parte di qualcosa sì, ma vorrei tanto essere parte di qualcuno. È quello che ho sempre desiderato in realtà.

La gente fa facile a giudicare, è pronta a puntare il dito, a infangare, a odiare e sterminare. Io sono sempre stato l'uomo ricco e misurato, quello concentrato. Non dovrei avere motivi secondo gli altri per essere infelice, ma in realtà ne ho davvero molti per cui esserlo.

Sconvolgenti Scoperte (Spin off) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora