Capitolo 21

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Mark

«Bene, è con questo è tutto. Io e il signor Jakland siamo davvero entusiasti per questa iniziativa e vi auguriamo di passare una buona convivenza. E ora se ci sono domande...»

«Io vorrei fare una domanda.» Un uomo dell'ultima fila alza una mano richiamando la nostra attenzione. Ha la barba che gli sfiora il petto, uno sguardo vitreo e i lineamenti del volto sono molto marcati. Avrà una sessantina di anni più o meno.

«Prego, esponga pure la sua domanda.» Enfatizza Gideon avvicinandosi al microfono.

«Per quanto tempo sarà possibile trattenersi? Bisogna pagare qualcosa per mangiare?»

Lancio un'occhiata a Gideon accanto a me, il quale sorride chiaramente entusiasta di poter offrire una speranza in ognuno dei presenti.

Quando riprendo a parlare cerco di lasciar vagare gli occhi su ognuno di essi, perché non voglio perdermi uno solo di quegli sguardi. Alcuni di loro sono scettici, altri si sono già portati dietro i loro sacchi a pelo e si guardano intorno curiosi. Non sanno ancora che qui avranno dei comodi letti in cui poter riposare e coperte ben calde e profumate con cui riscaldarsi in queste notti sempre più fredde. Sapevo che a Rilent Sall ci fossero persone bisognose, ma non credevo che ce ne fossero così tante. Ci sono moltissime famiglie con bambini che non superano nemmeno l'anno di età.

«Non ci sono costi, è tutto completamente gratuito e ognuno di voi potrà trattenersi tutto il tempo che lo desidera. Non chiediamo niente in cambio, ma preghiamo solo che ci sia rispetto per quello che vi offriamo e tra di voi, che insieme potrete collaborare per vivere bene.»

L'uomo annuisce con veemenza chiaramente orgoglioso e si protende verso un uomo accanto a lui per spiegargli tutto.

«E voi cosa ci guadagnate? Non ci credo che abbiate fatto tutto questo senza mettervi nulla in tasca. Voi ricchi non fate mai nulla per nulla, avete sempre secondi fini. Noi abbiamo dei bambini da difendere e da sfamare per essere degli inutili oggetti per il vostro potere.» Urla una donna con una bimba tra le braccia posta accanto all'ingresso.

Afferro con le dita il microfono posto sul leggio e osservo la donna dritto negli occhi. Voglio che mi osservi per bene e colga ogni mia singola parola, perché ci credo tanto in questo progetto, ho messo tutto me stesso e non ho badato a spese. Io che ho avuto tutto, tutto tranne quello che più desideravo, ovvero lo stesso amore che stanno riservando tutte queste mamme per i loro figli, non mi sognerei mai di rovinare la vita di un povero bambino. Mai.

«Vuole sapere perché faccio tutto questo? L'accontento. Io sono cresciuto senza mai ricevere una carezza o un bacio dai miei genitori. Sballottolato a destra e sinistra come lo si fa con un pacco di poco valore. Ho lavorato duramente per arrivare dove sono, va bene? Può anche non credermi, tutti voi potete anche non credermi, non m'interessa, ma questo non fa di me uno schifoso succhia sangue, un approfittatore. Aiutare i meno fortunati, mi fa sentire bene. Dare una speranza a voi, ma soprattutto permettere ai vostri bambini un futuro migliore, mi fa sentire in qualche modo parte di qualcosa. Io... io che non sono parte di niente e di nessuno» mi fermo un momento per prendere fiato. Vedo alcuni di loro lanciarsi occhiate d'intesa, altri congiungere le mani e pregare.

«Se avete fame, al bancone da quella parte, verrà servita la cena tra non molto. Vi auguro una buona serata» senza attendere risposta e senza guardare Gideon in faccia, mi allontano dal microfono e mi affretto a raggiungere l'uscita. Ora come ora voglio solo andarmene. Non so come diavolo mi sia venuto in mente di dire quelle cose, ma ormai è fatta, non si torna più indietro. Mentre mi faccio spazio tra la folla di gente mi ritrovo improvvisamente sul cammino una bambina e sono costretto a fermarmi.

Sconvolgenti Scoperte (Spin off) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora