Untitled Part 10

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Marco era due giorni che non riusciva a togliersi dalla mente il messaggio di Luca "mi hai disturbato sto scopando". Maledisse il momento in cui gli aveva inviato il messaggio di auguri ". "Comunque gliela farò pagare".Pensò con rabbia.

Marco guardò l'orologio erano le 21 e 30, si trovava ancora nel suo ufficio, con Alberto. Avevano lavorato tutto il pomeriggio senza sosta, si erano fermati pochi minuti per mangiare qualcosa. Ora stavano finendo di controllare gli ultimi documenti della pratica Guidi.

<<Bene Alberto, abbiamo sistemato tutto che ne dici di andare a bere una birra ce la siamo meritati, o hai altri programmi?>>

<<Una birra la bevo volentieri>>

Marco fermò la macchina davanti al pub di Luca, un sorrisino beffardo aleggiava sul suo viso "Facciamo una sorpresa al ragazzo".

Entrarono, di Luca non c'era traccia. Marco e Alberto, si sedettero e ordinarono due birre. Fabio che stava al bancone, lo vide e andò da Luca che stava nell'ufficio.

<<Luca un tuo caro amico sta seduto la fuori>>

<<Chi?>> chiese sollevando la testa dalle carte che leggeva.

<<Marco sta seduto fuori con uno>>

Il cuore di Luca iniziò a battere fortissimo. Voleva andare fuori e prendere a calci nel sedere quei due. Mah! Attese qualche istante, cercò di calmarsi, poi uscì.

Marco lo vide arrivare, l'emozione quasi gli bloccò il respiro,era così bello.

<<Bene a cosa devo l'onore della tua visita?>>

<<Beh! E' qui che si beve la birra più buona della città, no?>>

<<Già>>Poi aggiunse guardando Marco e ignorando volutamente Alberto. <<Puoi, venire un attimo in ufficio, ti devo parlare>>

Marco fu tentato di dire di no, ma poi seguì Luca che, chiuse la porta dietro di loro.

<< A che gioco stai giocando, che ci fai qui con quello?>>

<<Te l'ho detto per la tua birra>>

<<Sei sicuro sia per quello oppure ti mancava qualcos'altro>>

<<E sentiamo che cosa mi mancherebbe>>

Luca lo prese per la giacca lo spinse e lo bloccò contro la scrivania. Lo attirò a se, la sua bocca cercò e catturo quella di Marco. Per alcuni istanti non reagì, ma la lingua di Luca che si insinuava tra le sue labbra, fece capitolare Marco, che socchiuse la bocca e rispose a quel bacio con tutta la rabbia, il desiderio e la passione che possedeva. Quello non era soltanto un bacio ma un disperato modo di possedersi. Fu Luca il primo a staccarsi allontanò da se Marco e con un sorriso beffardo gli disse.

<<Ecco, ora hai un promemoria di cosa ti sei perso, puoi anche andare>>

<<Beh! Il promemoria lo hai anche tu adesso>> rispose Marco sistemandosi la giacca.

Tornò da Alberto.

<<Andiamo questo posto mi annoia>>

Uscirono dal pub e andarono in un locale poco lontano. Alberto aveva capito che qualcosa non andava, ma non chiese nulla. Marco ordinò una tequila iniziò a bere poi ne ordinò un'altra, alla terza Alberto disse.

<<Marco, non puoi continuare a bere così dimmi ,che c'è, che ti succede, non credo tu sia abituato a bere tanto>>

<<E' vero, non sono abituato, ma devo farlo per non pensare>>

<<Perché, Marco, puoi, parlare con me>>.

<<Quel ragazzino Luca è soltanto un bambino capriccioso>> Gli occhi si inumidirono <<Andiamo >> disse mentre si alzava dal tavolino.

Alberto accompagno Marco a casa. Entrarono nel salone Marco chiese ad Alberto se volesse qualcosa da bere.

<<No grazie, credo che per stasera basti così>> poi aggiunse <<Che c'è Marco posso aiutarti?>>

<<No! Alberto, non puoi, mi, sono fidato di lui e lui ha tradito la mia fiducia. Per la prima volta ci credevo. Credevo di potermi innamorare, per la prima volta capisci ...per la prima volta>> Le lacrime, gli bagnarono, il viso.

<<Hai provato a parlare con lui a chiarirti?>>

<<No mi fa troppo male, per fortuna non mi ero innamorato di lui>>

Alberto sorrise a queste parole.

<<Sei scuro Marco? No perché a me sembra che tu ci sia dentro fino al collo. Tu lo ami>>Marco rimase immobile per alcuni istanti.<<Io lo amo?>> ripeté le parole di Alberto quasi in un sussurro<<No. Non può essere non posso essermi innamorato di lui>>

<<Pensaci Marco si onesto con te stesso e chiediti perché soffi così>>

Marco rimase in silenzio per un po. Alberto capì che, Marco aveva bisogno di stare da solo, per capire i suoi veri sentimenti. Si alzò si salutarono e andò via. Marco richiuse la porta dietro Alberto, quasi in trance. "Lo amo ... lo amo ...". Continuava a ripetere mentalmente come se avesse bisogno di convincere se stesso. Ma non aveva bisogno di convincersi, già lo sapeva forse lo aveva sempre saputo. Non aveva voluto ammetterlo fino allora, perché così avrebbe sofferto meno, ma non era stato così soffriva come un cane. "L'ho amato subito e io che mi ripetevo che mi piaceva e basta. No io lo amo. Amo tutto di lui, anche quel'aria da spavaldo, che aveva stasera". Improvvisamente il ricordo del bacio lo fece fremere. Santo cielo! Quanto lo desiderava, quanto lo amava. Di nuovo si presentò nella sua mente la domanda "che devo fare?"

Luca era rimasto nel suo ufficio a guardare la porta che si richiudeva dietro Marco. Lo aveva baciato, provava ancora un leggero intorpidimento alle labbra, ma il ricordo di quel bacio, seppure, dato con rabbia, lo, riempiva ancora di emozione. Dopo più di un mese aveva sentito il sapore della sua bocca, sarebbe voluto rimanere su quelle labbra ancora. Lo aveva allontanato da se mettendoci tutta la forza di volontà che aveva.

Luca ripensava alle parole di Marco "un promemoria anche per te" ma se era stato lui a lasciarlo perché si comportava come fosse la vittima? Non riusciva a capire iniziava a vederci poco chiaro "mi lascia e sembra quasi che sia io il colpevole" perché questo pensiero non gli era venuto prima? Ripensandoci ogni volta che aveva incontrato Marco, non c'era stato mai un accenno di scuse o altro. Tutto questo ora gli appariva illogico.

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LUCA E MARCO Una storia d'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora