Camminai per il corridoio seguendo ansiosamente la mia guida, arrivando poco più tardi in quella che sarebbe stata la mia nuova classe.
Non saprei precisamente descrivere le emozioni che provai in quel momento, sentii solamente un tuffo al cuore quando arrivai di fronte alla porta, come se fossi preparato mentalmente a rimanere solo; ma soprattutto, pronto a crearmi una maschera d'indifferenza di fronte agli insulti e a tutte le possibili critiche o rifiuti; non posso nascondere di essere stato peró anche un po' agitato, dopotutto la piccola speranza che qualcuno, come aveva fatto tempo fa Luhan, fosse disposto ad andare oltre rimaneva sempre in un piccolo frammento del mio cuore, che in quel momento stava per esplodermi nel petto in preda alla consapevolezza di dover entrare.
La signora, che mi stava poco più avanti, bussò alla porta e mi incoraggiò ad entrare; purtroppo dovetti lasciare Silvestro fuori dalla porta per via di alcune stupide norme scolastiche e riprendere in mano dopo tanto tempo quel maledetto bastone che mi ero ripromesso di non voler "vedere" mai più.
Era una sorta di umiliazione, per una persona come me, prendere in mano un bastone e tastare costantemente il terreno su cui camminare per evitare inconvenienti, ma soprattutto era molto più imbarazzante che essere guidati senza troppa fatica. Significava esporre immediatamente il problema, che nel profondo avrei voluto solo nascondere ancora per un po'.
Entrai in classe leggermente titubante, dopotutto era il mio primo giorno. Per tutti era il primo giorno in realtà,ma ora la sfida era la mia.
Tutti erano già in classe, mentre io arrivavo a metà lezione, con un bastone lungo due metri in mano; forse non si aspettavano neanche che arrivassi, o più semplicemente che un banco era rimasto vuoto... dovevo farmi coraggio il più possibile anche se non era semplice.
Non volevo rivivere l'inferno a causa del nero che avevo negli occhi.Mi inchinai di fronte ai miei nuovi compagni dando nome e cognome all'insegnante di turno, che poco dopo mi diede le indicazioni per raggiungere un posto libero in mezzo ad almeno altri 27 banchi.
Mentre mi recavo al posto inciampai per sbaglio in uno zaino che si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato; da quel momento scoppiò l'apocalisse,neanche avessi ucciso qualcuno...
La voce di stamattina cominciò a sbraitare, e ancora una volta mi chiesi che spreco fosse.Non riuscivo a collegare le parole che diceva, erano confuse e senza senso, ad un certo punto rinunciai perfino a unirle l'una con l'altra;
stavo lì, impotente e piccolo come un uccellino appena nato sotto quel mare furioso di insulti.Sentivo qualcuno ridere in sottofondo, ma al momento era la mia preoccupazione minore; pensavo solo a come far smettere quel tale ,che ormai avevo identificato come Park Chanyeol, di blaterare cose assurde.
Sembrava che quel momento non dovesse finire mai.
In un attimo mi fece ritornare in dietro.. a quel doloroso passato che non avrei voluto rivangare.*flashback*
Ero fermo immobile. Sentivo le lacrime di una bambina e la sua voce stridula sfondarmi i timpani, non vedevo cosa fosse successo, non avevo mai visto nulla.
Dei passi stavano arrivando, li avvertivo accelerare di mano in mano che si avvicinavano.
Un calore improvviso su una guancia, successivamente una sensazione di bruciore, ancora non capivo." è tutta colpa tua BYUN BAEKHYUN, è colpa tua se ora il castello della mia sorellina è distruttivo!!! Devi guardare dove cammini..." fece una pausa e poi riprese: "oh già mi ero dimenticato che tu non puoi, perché tu non vedi e non vedrai mai niente"
Le ultime frasi le aveva calcate più delle altre e furono forse quelle per cui soffrii di più, essendo pronunciate da colui che consideravo il mio più grande amico, Kim Jongdae. Avevo solo 5 anni ed ero già stato deluso.
*fine flashback*
Stavo semplicemente lì fermo aspettando che qualcuno venisse in mio aiuto, quando finalmente dopo un tempo che mi parve fin troppo infinito sentii il professore richiamare Chanyeol con voce severa: "Chanyeol devi imparare ad andare d'accordo con i tuoi compagni...non puoi andare avanti a prenderti gioco degli altri in questo modo...pesi che tuo padre ne sarebbe felice? se pensi che ti possa dire di si sei fuori strada ragazzino e adesso prenditi le tue responsabilità, perchè sappi che oggi ti spettano due ore di punizione... e indovina con chi le passerai...". Sentii il ragazzo sbuffare e imprecare sottovoce tornando poi a sedersi sulla sedia che aveva lanciato in precedenza quando aveva iniziato a dare in escandesienze. Io mi sedetti definitivamente al mio posto pensando a che lungo pomeriggio mi avrebbe atteso subito dopo le lezioni.
Hello
Non sono ancora morta...però per me é molto difficile aggiornare a causa della scuola...per cui non decapitatemi e continuate a leggere questa storia...non buttatela via perchè alla fine prima o poi ritorno:)
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Blindness || ChanBaek
Hayran Kurgucecità[ce-ci-tà] s.f. inv. -Mancanza totale o parziale della vista. La cecità consiste in una condizione patologica dove la vista è ridottissima o nulla (cecità parziale o totale). Può essere congenita, può derivare da gravi affezioni dell'apparato...