Sapete, sono sempre stata la ragazza tranquilla che non faceva altro che sorridere e aiutare gli altri, pur rinunciando a qualcosa per se stessa. Quando da piccola immaginavo il mio fidanzato, lo vedevo sempre come me: gentile, carino, dolce, pronto in qualsiasi momento ad aiutare gli altri. Com'è che si chiama una figura del genere? Ah sì, principe azzurro. Eppure crescendo non mi sono mai innamorata di un ragazzo del genere, e devo dire che erano molti i ragazzi così che mi volevano davvero.
Però, non so per quale motivo, non vedevo niente che mi poteva fare provare un qualsiasi tipo di sentimento verso di essi. I loro occhi per me erano così lontani, distanti. Mi sentivo un po' sbagliata per questo, non riuscivo a capire perchè non mi innamoravo di loro anche se rappresentavano alla perfezione quello che avevo sempre sognato. E tutto questo fino a un paio di mesi fa, finché non ho conosciuto Shinichi. Era lui quello che aspettavo, già dalla prima volta che lo vidi, capì subito che lui corrispondeva a tutte le qualità che ho elencato prima, ma che, allo stesso tempo, non aveva nessuna di quelle stesse qualità. Era un principe, sì, ma un principe nero, non azzurro. La ragazza dolce e carina con tutti, la principessa, si era innamorata di un principe nero. Non so perchè è successo, sarà stato che il suo lato oscuro era così distante da tutto ciò che avevo conosciuto fino a quel momento, da affascinarmi subito. E, in tutto quel buio, in tutto quell'oblio, vidi quegli occhi così chiari che sembravano diamanti.
Credo di non poter descrivere in modo diverso quello che provo per Shinichi e quello che lui suscita in me. Ma non avrei mai immaginato che in così poco tempo, per quello stesso ragazzo dannato, mi sarei trovata in pericolo di vita dall'altra parte del mondo. Tuttavia sono sicura che se avessi saputo prima di mettermi con lui quello a cui sarei andata incontro, sarei stata sua lo stesso.
Ma adesso ci troviamo in quest'auto, chiusi in un piccolo spazio in cui lui respira me ed io respiro lui. Mi sta chiedendo di rinunciare a lui, mi sta chiedendo di cancellare tutto. Le sue parole sono lame che trafiggono in silenzio il mio petto mentre lui mi sta dicendo che vuole andarsene. Ma io ho un fottuto bisogno di lui, dei suoi sorrisi...non posso rinunciarvi. Non posso dimenticarmi di tutto in due secondi.
"Non me lo stai chiedendo davvero, non te ne andrai davvero" gli dico assaporando l'amaro delle lacrime sulle mie labbra.
Sorride sarcasticamente e gira il suo sguardo verso il finestrino portandosi la mano davanti la bocca e spostandosi un ciuffo dagli occhi, è nervoso.
"Ran, sai benissimo che lo farò. Lo faccio per te, per il tuo bene. Se ti lascio libera starai meglio, fidati" dice freddamente.
Perchè adesso si sta comportando in questo modo? Perchè mi sta trattando così?
Ho sempre pensato di conoscere alla perfezione tutti quanti i suoi giochi, le sue parole. E so perfettamente cosa sta cercando di fare, ne ho la piena consapevolezza. Ma non ci riuscirà con tanta facilità.
"Non riuscirai ad allontanarmi da te semplicemente diventando stronzo, so che non sei così in realtà" incalzo, cercando di sembrare il più sicura di me possibile.
Lo vedo girarsi e fulminarmi con lo sguardo. Tira fuori quell'aria di sfida ed è così che capisco di essermi scavata da sola la fossa. Se prima non aveva intenzione di fare il bastardo, adesso non ci penserà due volte. Odio i momenti in cui fa così, giuro.
"Se vorrai restare qui con me dovrai accettarmi per quello che sono. Non mi conosci davvero, non sai a chi ti stai avvicinando" sbraita a denti stretti.
Vedo i suoi occhi accendersi di un'immensa rabbia che non avevo mai visto prima. Le mani iniziano a tremarmi, ma le stringo in due pugni stretti nel tentativo di nasconderle a lui. Tuttavia i suoi occhi bassi e il suo sorriso soddisfatto mi fanno capire che se n'è accorto eccome!
"Non andrai in qualche albergo né in nessun altro posto. Verrai con me in una casa che i miei genitori hanno acquistato qualche hanno fa. Saremo soli io e tu. Non esigo una risposta negativa da quella tua maledetta lingua biforcuta"
E il suo tono non ammette davvero repliche. Non voglio andare in una casa sola con lui, rischieremmo di essere in pericolo. Infuriata mi giro verso il finestrino senza rivolgergli più la parola. Lui sbuffa e mette di nuovo in moto la macchina. Durante tutto il tragitto non faccio altro che guardare fuori dal finestrino tutto ciò che scorre davanti a me, mentre la luna continua a seguirci senza perderci di vista neanche un attimo. Forse è così anche la mia vita da quando è arrivato Shinichi? La vedo scorrere ad alta velocità senza coglierne i dettagli, l'unica cosa che mi resta sempre accanto è la sua presenza, indipendentemente dal fatto che lui sia davvero o no accanto a me. Ruoto leggermente la testa e con la coda dell'occhio lo osservo. Tiene le mani strette sul volante a tal punto che si vedono le vene gonfiarsi. Ha la mascella tesa e l'azzurro dei suoi occhi emerge brillando fra tutto il buio che ci circonda, quello stesso azzurro che mi ha fatto inginocchiare ai suoi piedi. Tornerà mai tutto alla normalità o dovrò arrendermi e accettare che se ne vada? Dio, se esisti da qualche parte, fa in modo che se dovrò lasciarlo andare via non mi getterò in ginocchio al suo cospetto, implorandolo di restare. Dammi il coraggio per non farlo perchè quel coraggio sento di non averlo.
Arriviamo davanti casa dei suoi genitori e ferma la macchina. Mi slaccio la cintura e faccio per scendere, ma lui mi prende per il braccio, stringendo anche un po' troppo per i mie gusti, e mi ferma. Mi giro a guardarlo per ribellarmi, ma la furia che sprigiona da tutti i pori mi convince a starmi zitta ad ascoltarlo.
"Non ti muovere di qui, prenderò la tua valigia e poi andremo dove ti avevo detto" spiega, uscendo dalla macchina e sbattendo un po' troppo forte lo sportello.
Sobbalzo al rumore e poi sospiro mentre lo guardo allontanarsi. Cosa sta succedendo? Non l'avevo mai visto diventare così. E' possibile che questo sia sempre stato il vero Shinichi e che io abbia solo avuto la fortuna di conoscere la sua parte più umana? No, non è possibile. Sua madre mi ha parlato di una persona totalmente diversa, di un bambino scaltro e allegro, non di un essere spregevole e senza cuore. Vedo il portone di casa aprirsi e lui uscire con la mia valigia in mano. Dietro di lui vedo spuntare Yusaku che gli fa gridi contro, ma Shinichi continua ad essere indifferente.
Apre il cofano della macchina, posa la mia valigia e poi sale di nuovo in macchina. Yusaku sta per venire da noi, ma il figlio non gliene da il tempo che subito mette in moto e si allontana dal vialetto di casa.
"Voglio sapere dove mi stai portando di preciso? In qualche posto vicino la campagna per potermi trattare uno schifo? Oppure qualche strana baracca in modo da potermi fare quello che vuoi?" sbraito furiosa.
Lo vedo girarsi verso di me e sgranare gli occhi alle mie parole, e subito dopo torna quella furia sfrenata nei miei confronti. Forse non avrei dovuto dirgli quelle parole, gli sarà sembrato che non mi fido di lui, ma mi risponde ugualmente.
"Mio padre non mi ha dato le chiavi di casa, è terribilmente incazzato con me per il modo in cui ti tratto, invece mia madre piangeva. Però è quello che ti meriti, mi dispiace. A questo punto andremo nell'unico posto di cui ho il libero accesso"
Sta mandando tutto all'aria, sta rovinando la sua famiglia e la sua vita. Dov'è finito il ragazzo di cui mi sono innamorata? Dov'è la persona che avrebbe fatto di tutto per non fare preoccupare gli altri? Ma Shinichi non mi farà mai niente, anche se guardando tutto il suo corpo teso per la rabbia le mie convinzioni iniziano a vacillare.
"Andremo a stare a casa di Sawyer"
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~Non Me Lo So Spiegare~
ФанфикRan è una ragazza di diciassette anni figlia di un detective buono a nulla che sta per iniziare il secondo anno di liceo. Non ha mai avuto una storia con un ragazzo perché non ha mai trovato quello giusto per lei. Ma la storia cambia quando incontra...