Appena uscite da scuola, Sonoko si è offerta di darmi uno strappo a casa di Shinichi con la macchina, ovviamente guidata dall'autista della famiglia Suzuki. Non ho assolutamente rifiutato, non mi va di camminare, non ne ho le forze. Sonoko sa benissimo che sto andando da Yukiko. Mi ha raccomandato di essere me stessa, di non fingere. Beh, ormai sarebbe inutile fingere dopo la scenata di stanotte, sarebbe da stupidi.
Quando la macchina si ferma davanti casa Kudo faccio per scendere, ma Sonoko mi ferma per un polso costringendomi a girarmi. Ha uno sguardo molto serio e preoccupato, mi fa male vederla così per me. Sto creando troppi problemi, mi sento terribilmente in colpa.
"Ran, per favore, sii sincera e fatti aiutare. E, se ti dirà che non lo vedrai più, cerca di tirarti su. Fallo per noi, ma non fingere" mi dice con tono frustrato e sguardo severo.
Le metto una mano sulla spalla per farla tranquillizzare e le sorrido, lei ricambia in modo forzato e poco convinto, e poi scendo dall'enorme macchina chiudendomi la portiera alle spalle. L'auto parte ed io resto a fissare casa Kudo che si erge davanti ai miei occhi e penso alla prima volta che sono entrata qui dentro. Inizialmente pensavo che se non fossi mai stata aggredita da quell'uomo, allora non sarei in questa situazione adesso. Ma, pensandoci bene, sarebbe successo ugualmente perchè io mi sarei innamorata di lui e lui avrebbe avuto voglia di divertirsi con me.
Tuttavia, forse dovrei credere a quello che mi ha detto Yukiko, forse anche lui sta soffrendo davvero tanto ma, se è davvero così, non capisco perchè se ne sia andato senza darmi una spiegazione accettabile. E' inutile continuare a tempestarmi di domande, fra qualche minuto, probabilmente, scoprirò la verità. Caccio fuori un grande sospiro e mi avvio verso il portone di casa Kudo.
Suono al campanello e l'ex attrice mi viene ad aprire subito. Appena mi vede mi sorride teneramente, e mi poggia una mano sulla spalla. La guardo in viso e vedo i suoi occhi, talmente identici a quelli del figlio. Sento le lacrime subito arrivare e inizio a sbattere velocemente le palpebre, resistendo al bruciore di gola, per non piangere di nuovo.
Yukiko se ne accorge e mi abbraccia, io lascio cadere la cartella della scuola a terra, producendo un tonfo che si diffonde intorno a noi. Restiamo qualche minuto così, poi la donna mi asciuga le lacrime, prende la mia cartella e mi porta dentro. Mi fa accomodare su una delle sedie in cucina e mi offre un bicchiere d'acqua per farmi riprendere un po', intanto lei si viene a sedere vicino a me. Poso il bicchiere sul bancone una volta finito, e mi giro a guardarla con tanti sensi di colpa.
"Mi scusi, ha fatto un viaggio lunghissimo per me, oltretutto sarà arrivata da poco e sarà stanca, ed io sono qui a disturbarla. Mi sento davvero in colpa" ammetto imbarazzata.
Le mi poggia una mano sulla spalla e mi sorride di nuovo, con quel fare materno e tenero. Sta continuando a trattarmi come una figlia sorvolando sui problemi che le sto causando.
"Tesoro, sono venuta con grande piacere, non devi sentirti in colpa. E' giusto che tu mi possa fare le domande che vuoi senza dover piangere dietro al telefono. Adesso siamo qui, da sole, puoi piangere quanto vuoi se ne hai bisogno" dice, bevendo anche lei un sorso d'acqua.
E, come se avesse premuto un interruttore, due lacrime mi rigano il viso. Non ho singhiozzi, nè lamenti, piango in silenzio continuando a guardarla. Queste lacrime sono scese sole, senza neanche aver bisogno di essere spinte giù dai miei occhi, si stavano semplicemente accumulando.
"Come sta Shinichi? Ieri mi ha detto che sta poco bene" chiedo, un po' timorosa per la risposta.
"Sta male, ti ho già detto come è tutti giorni da quando è partito. Gli fa male la tua mancanza Ran, lui ti ama. So che ti senti ferita e che probabilmente non mi crederai neanche, ma è così" afferma sicura di sè, guardandomi con quel fare intenso che ha anche il figlio.
E solo adesso noto che anche nei suoi occhi c'è la stessa tempesta che ha Shinichi, gli stessi fulmini, gli stessi uragani, lo stesso mare agitato e la stessa identica tristezza Tutto questo mi riempio il cuore di un'infinita angoscia che spero passi presto. Ogni tanto mi chiedo cosa loro vedino nei miei occhi, se anche nei miei c'è una grande bufera. Non sono mai stata brava a guardare dentro di me, è sempre stato troppo difficile. E' come se, prima di riuscire a vedere tutto ciò che ho dentro, la paura mi assalga e allora richiudo subito gli occhi e faccio altro. Mi sento davvero vigliacca per questo.
"La prego, mi dica tutta la verità, io ho bisogno di sapere cosa sta succedendo...la prego" supplico.
Yukiko stringe le mani e abbassa lo sguardo, non sa cosa dirmi, sta esitando, non sa se dirmi la verità sia effettivamente la cosa giusta. Forse nella mia vita non sono mai stata sicura di niente, ma una cosa la so per certo: qualunque sia questo segreto scabroso, non sarà mai tanto grande da farmi scappare via da Shinichi. Mai. L'ex attrice alza gli occhi ed io tengo i miei fissi sui suoi, sicura, coraggiosa. Mi chiedo solo se avrò ancora tutto questo coraggio quando saprò la verità.
"Ran, è qualcosa che ti porterà alla follia se non sarai talmente forte da reggerla. Sei sicura di volerne venire a conoscenza?"
"Si, ne sono sicura" dico rapidamente.
Lei mi guarda, si alza e si va a posizionare vicino la finestra, dandomi le spalle e guardando in alto verso il cielo. La sento tirar fuori un grande e doloroso sospiro, prima di iniziare a dirmi tutta la verità.
"Tutto parte da prima dell'omicidio di Sawyer. Shinichi si era cacciato nei guai con un'organizzazione criminale che adopera in quasi tutto il mondo, era qualcosa di troppo grande per un ragazzo di solo sedici anni, ma lo sai com'è fatto, no? Ha deciso di non farsi aiutare da nessuno, credeva di riuscire a sconfiggerli da solo. Finchè loro non giocarono d'anticipo uccidendo Sawyer, fu lì che io e mio marito venimmo a sapere di tutta questa storia. Il resto penso che tu lo sappia già, tutto e tutti riportavano e parlavano della vicenda di Sawyer, quindi lo mandammo qui" spiega Yukiko, cercando di non piangere mentre ripensa a tutto.
"E' per questo che è tornato in America? Perchè nessuno parla più di lei e adesso si sente pronto?" chiedo spaventata perchè se la risposta è questa allora mi fa davvero schifo. Mi ha solo usata per dimenticare Sawyer.
Ho davvero una grande stima per quella ragazza, doveva avere un coraggio che io non avrò mai nella mia vita. Io non sarò mia come Sawyer e, infondo, so che Shinichi amerà lei sempre un po' più di me. E' per questo che, se potessi, farei scambio io con quella ragazza, lo farei per renderlo felice, per vederlo ridere col cuore leggero.
"No Ran, non è andato via per questo. Qualche giorno fa gli è arrivato un messaggio da un numero sconosciuto, erano loro. Dopo mesi e mesi che non lo cercavano, quando ormai credavamo che si fossero scordati pure di lui, eccoli di nuovo. E, in quel messaggio, gli dicevano che il loro prossimo bersaglio eri tu. Capisci adesso il motivo della partenza di Shinichi?" domanda retoricamente la donna.
Il loro prossimo bersaglio sono io? Shinichi sta soffrendo di nuovo per colpa mia? Allora...sono io la causa di tutto ciò.
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~Non Me Lo So Spiegare~
FanficRan è una ragazza di diciassette anni figlia di un detective buono a nulla che sta per iniziare il secondo anno di liceo. Non ha mai avuto una storia con un ragazzo perché non ha mai trovato quello giusto per lei. Ma la storia cambia quando incontra...