Pov's Ran
Sono in giro per le vie commerciali di Beika a fare un po' di sano shopping. Quando mi sono svegliata ho visto la meravigliosa giornata che è sorta, quindi ne ho approfittato per uscire a sbrigare qualcosa. Oltretutto mi ha chiamata Shinichi stamattina e mi ha detto che deve parlarmi, chissà cosa mi vorrà dire. Come al solito, è impossibile capirlo quando la sua voce non esprime emozione, ma spero vivamente sia qualcosa di positivo. Ne abbiamo passate tante, adesso penso che anche a noi tocchi un po' di pace.
Mi sono trovata molto bene con i suoi genitori, sono davvero delle persone simpatiche e carine. Yukiko è molto estroversa e divertente, al contrario di quello che si può pensare di un'attrice famosa. Invece, il padre di Shinichi, mette un po' più in soggezione inizialmente ma, quando lo si conosce meglio, si rivela una persona molto simpatica pure lui, ed è anche molto intelligente.
L'unica cosa che è andata male in quella giornata è stata la reazione di Shinichi quando si parlava di Sawyer. In quel momento l'ho trovato davvero infantile e viziato, non possiamo vivere tutti secondo le sue esigenze. So che soffre molto per lei, ma non può far star male anche gli altri, non deve. E' per questo che, al posto di scappare via da quella situazione, l'ho affrontata. Forse ho provato un leggero timore all'inizio, ma poi ho immediatamente ricordato che quello che avevo davanti era il mio Shin e che non mi avrebbe fatto mai del male.
Allora l'ho guardato dritto negli occhi è ho visto qualcosa di nuovo e spettacolare. Ho visto un'esplosione al loro interno, come dire, avete presente l'esplosione di luce che emette una stella quando muore o quando nasce? Esatto, è stata una grande esplosione di luce in mezzo a tutto il buio e la tempesta che solitamente invadono i suoi occhi. E' iniziata come un qualcosa di dolce, morbido, e poi è diventata più grande, più bella, sublime.
Forse non tutti potrebbero notare questo nei suoi occhi, forse lo noto solo io, ma sono sicura di aver visto qualcosa del genere. Non si aspettava completamente quella reazione da me, né, tantomeno, di essere affrontato in quel modo. E, se servirà di nuovo, lo farò senza avere paura di niente. Giuro che lo tirerò fuori da questa situazione, a costo di doverci impiegare tutta la mia vita, arriverà il giorno in cui il nome di Sawyer sarà solamente il ricordo lontano di un amore bellissimo, un ricordo che lo farà sorridere teneramente.
Alzo gli occhi verso il cielo e sul mio viso nasce un sorriso spontaneo, sono davvero felice.
Entro in un negozio di vestiti troppo carini e ne vedo uno che mi colpisce subito: ha lo scollo a barca, è coperto con motivi floreali su uno sfondo rosa che sfuma verso l'azzurro cielo, mi ricorda i suoi occhi. Lo voglio! Prendo la mia taglia, entro nel camerino e la provo subito, è perfetto! Pago ed esco dal negozio contentissima. Fra mezz'oretta dovrò vedere Shinichi, ho il tempo esatto di tornare a casa, fare una doccia, indossare il vestito e aspettare Shinichi che dovrebbe arrivare sotto casa mia.
Casa mia non è lontana da qui, arrivo nel giro di qualche minuto e corro subito nella mia stanza a prendere l'intimo per fare una doccia. Ho sempre adorato l'acqua bollente, sento che con lei vanno via tutte le cose che mi affliggono, anche se adesso, grazie a lui, sono davvero poche. Però, quando penso a Shin, sento che possa sfuggirmi via da un momento all'altro, la cosa mi rende così triste.
Dai Ran, è solo una tua sensazione! E' solo la paura di perderlo per sempre a parlare, non devo avere questa paura, devo stare tranquilla. Shinichi mi ha promesso che non se ne andrà mai più ed io mi fido completante di lui. Esco dalla doccia più tranquilla e indosso subito il vestito che ho comprato, ma suona il citofono: è Shin. Gli dico di aspettarmi giù, ancora devo asciugarmi i capelli e mettere le scarpe.
A furia di pensare sotto l'acqua calda, ho perso troppo tempo. In fretta e furia, tolgo l'asciugamani che mi avvolge i capelli e faccio una specie di coda velocemente. Pazienza, non fa niente se per una volta li lego, in questo modo, anche se sono bagnati, posso tranquillamente uscire senza preoccuparmi che si noti troppo. Prendo la giacca e scendo giù da Shin.
E' alla fine delle scale con le mani in tasca a guardare chissà dove, perchè mi sembra strano? Non è felice come speravo di vederlo, che è successo? Chiedo qualcosa oppure faccio finta di niente? Forse è meglio fare finta di niente, non voglio metterlo di cattivo umore più di quello che è già. Mi avvicino a lui e gli do un bacio sulla guancia.
Si gira a guardarmi e mi fa un sorriso forzato, e non mi bacia. Si mette a camminare in avanti ed cammino un po' dietro di lui, guardandolo ogni tanto e poi tenendo lo sguardo basso. Forse ho fatto qualcosa di sbagliato? Forse è ancora arrabbiato per l'altro giorno a pranzo. Shin, ti prego, dì qualcosa.
"Ran, devo parlarti" dice fermandosi a pochi metri da casa mia e girandosi indietro, facendo incrociare i nostri sguardi.
Sussulto un attimo sorpresa e resto a fissarlo spaventata. So che sta per dire qualcosa che non mi piacerà per nulla, me lo dice l'azzurro dei suoi occhi, ormai diventato quasi grigio.
"Io devo tornare in America, devo risolvere delle questioni. Parto fra un'ora circa." parla tutto ad un fiato, guardandomi con tanta tristezza negli occhi.
"E stai facendo così per questo? Mi hai fatto prendere un colpo" esclamo, tirando un sospiro di sollievo.
Mi ha fatto prendere un accidenti per una cosa da niente. Non fa nulla se va in America, l'importante è che torna. Probabilmente dovrà sbrigare qualcosa con i suoi genitori o andare a trovare i nonni, se li ha ancora.
"No Ran, non hai capito. Non so per quanto tempo starò via, non so neanche se tornerò...perdonami, ti prego"
Un momento...cosa? Il mio cuore salta un battito, sento i miei occhi essere sommersi da un mare di lacrime, cerco di aprire la bocca per dire qualcosa, ma resto lì, senza saper dire nulla, senza continuare. Lo guardo, mi guarda, stop. Le lacrime scendono giù per il mio viso, passando per le mie labbra, facendomi sentire il loro gusto salato, acido. Una fitta al petto mi costringe a portare una mano all'altezza del cuore e a stringere il pugno lì, come a volerla fermare, come a voler fermare la mia stessa vita. Shinichi continua a fissarmi, senza dire nulla. Non si avvicina, non mi abbraccia, resta lì, impalato.
Sento la delusione, sento il dolore, sento la sofferenza, ma non sento un solo briciolo di speranza. Tutto la felicità degli ultimi giorni mi sembra sparire in un istante, lasciando spazio a una seria di emozioni negative, devastanti. Dovrei essere arrabbiata, sento di essere arrabbiata, ma non riesco a dimostrarlo. Riesco solo a piangere. Soffrire. Urlare dentro senza farmi sentire. Devo riuscire a dire qualcosa, devo farlo per me stessa.
"E' stato divertente prendermi in giro? E adesso è facile lasciarmi senza dire la minima cosa?" dico faticosamente con le lacrime che scendono ininterrotte.
Lui sgrana gli occhi, poi li abbassa e stringe i pugni. Improvvisamente, mi viene vicino e mi stringe stretta a sé. Provo a divincolarmi da questo doloroso contatto, ma non ci riesco, le forze mi hanno abbandonata. Non ricambio però, tengo le braccia lungo il mio corpo, mentre le sue continuano a stringere.
"Ran, non è facile..."
La mia spalla si bagna, sta piangendo. La sua voce trema, ha i singhiozzi, sta soffrendo pure lui. Allora perchè mi lascia, perchè se ne sta andando via? Non riesco a perdonarlo, non dico niente. Gli sono rimasta vicina anche dopo tutto quello che mi ha fatto, ho sopportato la sofferenza e il dolore, ho sopportato la gente che parlava male di me. Adesso è arrivato il momento di saper andare via, non riesco a restare fino all'ultimo, o forse l'ho già fatto. Ma è chiaramente ora di andare, di sparire.
Mi basteranno i ricordi che abbiamo in comune, no? Mi basterà ricordarmi di lui in futuro, dando uno sguardo al passato...ma a chi voglio prendere in giro? Non voglio che se ne vada, lo voglio qui con me. Voglio le sue braccia a stringermi come adesso, per sempre. Non dovevo amarlo, o almeno non dovevo farglielo capire...sarei stata meglio. D'altronde, lui se ne sta andando come se io fossi niente, nulla.
Mi separo da lui, guardo i suoi occhi pieni di lacrime in quel mare in tempesta, poi scappo a casa. Corro, corro in mezzo alla gente, non sento niente e nessuno, solo le mie lacrime che si disperdono nell'aria. Corro su per le scale, inciampo, ma non ci faccio neanche caso. Papà, che è tornato a casa, sente il rumore della mia caduta e si affaccia dalla porta dell'agenzia, ma io mi sono già chiusa la porta di casa dietro le spalle e me ne sono andata nella mia stanza. Poi ho chiuso a chiave la porta della mia stanza e mi sono buttata sul letto.
L'elastico è scivolato via dai miei capelli bagnati, e li sento appiccicarsi al mio volto, grazie anche alle lacrime che bagnano le coperte. Non voglio sentire più nessuno, non voglio uscire più da questa stanza...andate tutti via...per sempre.
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~Non Me Lo So Spiegare~
Fiksi PenggemarRan è una ragazza di diciassette anni figlia di un detective buono a nulla che sta per iniziare il secondo anno di liceo. Non ha mai avuto una storia con un ragazzo perché non ha mai trovato quello giusto per lei. Ma la storia cambia quando incontra...