Capitolo 10

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ROMAN

«Questa cosa deve finire... al più presto. Sono stato chiaro?», ripete la voce alla cornetta.

«Signore, è stato chiarissimo. E voglio esattamente la stessa cosa anch'io, glielo assicuro», cerco di calmarlo.

Non avevo mai parlato con lui, ma mi avevano parlato del suo tono perentorio, dei suoi modi da imperatore romano.

Non si può contraddire lui. Rischi la carriera, se ti azzardi a farlo.

Ma non mi devo sforzare ad essere d'accordo con lui.

Penso la stessa identica cosa. Devo escogitare un piano.

Quella ragazza, Olivia, sta diventando un problema serio. E Sebastian sta andando fuori di testa: prima almeno andava alle feste, si faceva fotografare, pubblicizzava... era ubriaco, ma almeno lo faceva.

Adesso è letteralmente scomparso dalla faccia della terra, per stare con quella ragazzina.

Non so cosa gli sta facendo, quali armi stia usando. È così brava a letto?

In ogni caso... deve sparire.

E l'uomo dall'altra parte della cornetta ha la mia stessa opinione, per altri scopi, ma poco importa. Quello che importa è che mi pagherà bei soldoni per quello che sto per fare.

Quando sarà lontana, nella sua bella casetta dall'altra parte del mondo Sebastian tornerà quello di prima e potremmo riprendere la nostra vita come l'abbiamo lasciata: piena di successi, soldi, e macchine.

Delle donne non m'importa più da quando Violet mi ha lasciato... e si è portata via mio figlio.

Chissà come sarà cresciuto adesso... non lo vedo da due anni, ormai, se non tramite qualche foto. Mi manca, il mio ometto.

«Parliamo del compenso», dico. È l'unica cosa che m'interessa, ora come ora.

Dall'altra parte, silenzio. «Venticinquemila adesso. E altri venticinque a lavoro finito», dice serio. Non c'è modo ci trattare, ma cinquantamila dollari non si fanno in un giorno, se non in questi casi estremi.

Ha riattaccato.

Guardo il mio telefonino. Sto facendo la cosa giusta?

Sullo schermo mio figlio Joel mi sorride.

Sento bussare alla porta della mia stanza e vado ad aprire.

«Ehi», mi saluta Sebastian. Senza che io dica niente, entra, e si siede sulla poltrona dopo aver preso una lattina di Red Bull dal frigo bar.

Sorseggia quella roba dal colore della benzina, che sa di benzina, e poi dice:

«Vorrei che al concerto venissero Olivia e i suoi amici... sono tre, puoi pensarci tu?».

E te pareva.

Aggrotto le sopracciglia. «Vuoi davvero avere quei quattro marmocchi intorno ai piedi la sera del concerto?», chiedo. La mia voce è più infastidita di quanto volessi dare a vedere.

«Che problema c'è?», dice lui, strafottente. Non mi prende mai sul serio quando sono incazzato.

«Sono dei ragazzini Sebastian, potrebbero dare problemi... sanno chi sei?», chiedo. Non avrà mica fatto la cazzata di dire a quella... ragazza, che lui è The Sinner?

«Ma va!», esclama lui, «Secondo te farei una cosa del genere dopo tutto il circo mediatico che mettiamo in piedi per tenerlo nascosto?».

Cazzo, meno male. Sarebbe un problema se lo sapesse, quella Olivia potrebbe spifferarlo al mondo intero, guadagnandoci anche un sacco di soldi.

#Wattys2016 Saved Love - Una canzone per salvarciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora