Capitolo 1

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OLIVIA

«Allora? Novità per le vacanze?», è la mia domanda non appena rispondo al telefono. Avevo già visto lampeggiare il nome sul display e so benissimo di chi si tratta.

Dall'altro capo del telefono sento la risata di Savannah.

«Buongiorno anche a te raggio di sole!», risponde sarcastica lei.

Devo arrendermi alla sua allegria. «Scusa, sono in ritardo per andare a lavoro e non so neanche cosa dico!». Nel frattempo, prendo il borsone e mi dirigo alla fermata dell'autobus.

Avrei preso la macchina, ma quel giorno mia madre lavorava, ed era uscita di casa prima di me per andare al negozio, quindi dovevo raggiungerla per conto mio.

«Oh Dio, ma ancora? Non dovevate chiudere la settimana scorsa per le vacanze estive?». Sono costretta ad allontanare la cornetta dall'orecchio, visto che la sua voce si è alzata di qualche decina di ottave. Alla fermata dell'autobus un paio di teste si girarono nella mia direzione.

«La vuoi smettere di gridare? Sto attirando un po' l'attenzione», dico a bassa voce, ma divertita della situazione «Comunque sì hai ragione, dovevamo chiudere i battenti la settimana scorsa, ma abbiamo ricevuto degli ordini all'ultimo minuto e abbiamo deciso di ritardare la chiusura!», chiarisco.

«Maledizione, ma non dicono che d'estate la gente si mette sempre a dieta per la prova costume? Chi vuole una torta in pieno giugno?».

Sospiro a quel commento, ma faccio finta di niente, ormai sono abituata alle sue frecciatine. Era ovvio che le pasticcerie rimanessero aperte anche a giugno... Lavoro in quella di mia madre, che ha aperto da appena un anno, e il lavoro per fortuna non manca.

Alzarmi presto e andare in laboratorio non è nemmeno una gran fatica, visto che amo quello che faccio. Un'altra delle cose che condivido con mia madre è la passione per i dolci, ed era stata quasi una decisione condivisa quella di aprire un posto tutto nostro.

"Vizi e desideri", così l'avevamo chiamata. Un piccolo omaggio al suo cantautore preferito, Renato Zero.

Era molto piccolo come locale, e nel laboratorio c'era spazio a malapena per due persone, ma lo adoravo, e anche mia mamma era soddisfatta della riuscita del progetto. Da quando avevamo aperto, ci eravamo buttate a capofitto nel lavoro, ed eravamo felici.... Davvero felici, nonostante la situazione complicata che si era venuta a creare da quando i miei si erano separati.

Appoggio il telefono tra l'orecchio e la spalla e riprendo a farmi uno chignon alto sulla testa. «Savi», cerco di farle riacquistare la concentrazione, «Perché mi hai chiamata?».

«Ah sì», riprende il filo. «Abbiamo prenotato!», esclama a voce molto più alta del necessario.

«Ah, finalmente!», dico in un soffio. Sono elettrizzata per questa vacanza, in totale relax, e con la mia migliore amica.

Aspetta un attimo...

«Un momento... "Abbiamo"? Cosa vuol dire "abbiamo prenotato"?», chiedo allarmata, ma mentre finisco di pronunciare quelle parole intuisco già cosa mi sta per dire. Immagino la sua faccia mentre rimane in silenzio, come per dire "cavolo, ho detto troppo". «Savi?», la incito.

«Ecco, potrei aver chiesto a Daniel di aiutarmi e... beh, lui e Andrea hanno deciso che la meta sarebbe stata perfetta anche per loro, quindi... ».

«Maledizione, Savannah!», la rimprovero non appena capisco quello che aveva combinato.

«Che cosa avrei potuto dirgli? "No, mi dispiace Daniel, tu e Andrea non potete venire con noi. La mia amica è ancora innamorata del tuo migliore amico"? Andiamo!».

#Wattys2016 Saved Love - Una canzone per salvarciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora