CAPITOLO 7 - IL FUNERALE

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~ Cassie ~

Quella mattina partimmo presto dal Motel e dopo dodici ore di macchina arrivammo a casa talmente stanchi che andammo subito a dormire. Il giorno dopo, quando mi alzai per andare a far colazione in cucina, c'erano solo Sam e Charlie che stavano parlando. ‹‹Buongiorno›› dissi prima di mettermi a sedere, mi ricambiarono il saluto e Charlie mi versò del thè caldo nella tazza. ‹‹Stai meglio?›› mi chiese Sam prima di bere un sorso del suo thè ancora fumante, ‹‹Si dai, mi sento molto meglio›› gli risposi sorridendo. ‹‹Dove sono Noah e Dean?›› chiesi dopo essermi guardata intorno, ‹‹Sono sul retro, Noah lo sta aiutando a sistemare l'Impala›› disse Charlie abbassando lo sguardo. Mi scappò una risatina ripensando a due giorni prima quando la mia amica, dopo aver provato a guidare l'Impala, andò a sbattere contro un cassonetto dell'immondizia. Lei mi fulminò con lo sguardo e dopo aver finito di far colazione, mi chiese se mi andava di giocare a carte, io le risposi di si così dopo aver preso le carte iniziammo a giocare. ‹‹Tipica domenica da vecchiette›› disse Sam con ironia prima di accendere il computer.

~ Noah ~

Quella mattina mi alzai presto, non ero riuscita a dormire molto così dopo essermi lavata e vestita me ne andai in cucina per fare colazione. Mi preparai un panino e dopo qualche minuto sentii una porta aprirsi per poi sentirla richiudersi. ‹‹Buongiorno Noah›› disse Dean sorpreso, dopo essere spuntato dal corridoio, ‹‹Oh buongiorno›› dissi rispondendo al saluto, ‹‹Come mai in piedi così presto? Sono appena le 6:30›› mi chiese dopo essersi messo a sedere di fronte a me, ‹‹Non avevo molto sonno›› gli risposi addentando un altro morso di panino, ‹‹Capisco, mi faresti gentilmente un caffè?››. Probabilmente se me lo avesse chiesto un'altra persona non lo avrei fatto, anzi gli avrei risposto in malo modo, ma visto che era lui mi alzai e andai in direzione della macchinetta del caffè. ‹‹Dopo aver fatto colazione credo proprio che andrò a controllare i danni che ha causato Charlie alla mia piccola›› disse Dean ancora assonnato. ‹‹Posso darti una mano?›› chiesi sperando in una risposta affermativa, ‹‹Se proprio insisti...›› disse lui volgendo lo sguardo dal tavolo a me. Io arrossii un po' e poi risposi: ‹‹ D'altronde te lo avevo promesso due giorni fa››, e gli porsi il caffè appena pronto, ‹‹Hai ragione›› disse lui ricordandosi, ‹‹Ah e grazie del caffè››, e mi sorrise, ‹‹Di nulla›› gli risposi sorridendogli a mia volta. Dopo aver fatto colazione mi chiese di andare sul retro dove era situato il garage e così feci. Dopo qualche secondo arrivò a bordo dell'Impala che aveva un'ammaccatura sul cofano con una strisciata nera accanto. Dopo averla parcheggiata davanti al garage, scese dall'auto. Entro nel garage e prese un martello. ‹‹Ehi, che vuoi fare?›› chiesi preoccupata dopo averlo visto andare con quell'arnese in direzione della sua auto, ‹‹Voglio aggiustare quell'ammaccatura›› rispose lui tutto convinto, ‹‹Se cerchi di "aggiustarla" con quello, espanderai ancora di più l'ammaccatura›› dissi sapendo ciò che dicevo. Mio padre, oltre che a fare il cacciatore, faceva anche il meccanico ed essendo figlia unica papà, anche se avrebbe preferito insegnare questo mestiere a un maschio, lo insegnò a me. Lo avevo visto centinaia di volte nella sua officina ad aggiustare delle ammaccature, naturalmente con quelle peggiori non restava altro che comprare dei pezzi nuovi, ma in questo caso non ce ne era affatto bisogno visto che il danno non era poi così grave. Io sapevo come fare. ‹‹Ma tu sei una donna, non ne sai nulla di auto!›› esclamò Dean irritato, ‹‹Bene... staremo a vedere›› gli risposi in tono di sfida. ‹‹Ce l'hai una pistola termica?›› chiesi dopo aver esaminato con cura l'ammaccatura, ‹‹Pistola termica?›› mi chiese lui perplesso, ‹‹Si, un Termo sverniciatore... un phon da carrozziere... insomma quello ce l'hai?›› gli dissi sperando che avesse capito, ‹‹No non credo››, ‹‹Basta anche un phon da capelli, ci vuole più tempo  ma alla fine è la stessa cosa›› gli dissi mentre avevo ancora lo sguardo posato sull'ammaccatura da riparare. Dopo aver preso dal garage un vecchio phon, lo attaccò alla presa e me lo passò. ‹‹Grazie, potresti portarmi anche una mazzetta di gomma?›› chiesi dopo aver incominciato a riscaldare il  cofano che, prima, avevo aperto facendolo appoggiare sull'apposito sostegno. ‹‹Va bene›› mi rispose prima di rientrare nel garage. Dopo qualche secondo uscii con in mano ciò che gli avevo chiesto e dissi: ‹‹Tieni prendi il phon e continua a riscaldare, intanto dammi la mazzetta››. Dopo circa qualche minuto che stava riscaldando, presi la mazzetta e, dall'altra parte del cofano, iniziai a dare dei piccoli colpi alla rientranza che si era formata fino a farla rientrare del tutto. ‹‹Puoi spengerlo adesso il phon›› dissi a Dean che era ancora intento a riscaldare la parte ammaccata, lui lo spense ed io rimisi giù il cofano. Dopo aver visto ciò che avevo appena fatto rimase sorpreso e disse: ‹‹Ottimo lavoro... e scusa se prima ho fatto quel commento un po' maschilista››, ‹‹Non fa niente...›› dissi scrollando le spalle e continuai dicendo dopo aver indicato la strisciata nera: ‹‹Comunque non ho ancora finito››, ‹‹Ti porto subito dell'acqua ragia››, lo fermai dicendo: ‹‹No niente acqua ragia, potrebbe danneggiare la vernice, portami della pasta abrasiva›› gli dissi sorridendo, lui mi sorrise a sua volta e, dopo essere uscito dal garage, mi porse il barattolo di pasta abrasiva. Con l'aiuto di un pezzo di cotone la cosparsi sulla strisciata che nel giro di qualche secondo sparì. ‹‹Ecco fatto, la tua Impala adesso è come nuova›› dissi dando una leggera pacca al cofano della sua auto, ‹‹Hai fatto un ottimo lavoro Noah›› disse Dean sorridendomi, io gli sorrisi a mia volta mentre continuava ad avvicinarsi sempre di più. ‹‹Dean›› dissi guardandolo nei suoi profondi occhi verdi, ‹‹Si Noah?›› mi chiese sorridendo. Non sapevo che cosa dire così dissi la prima cosa che mi capitò per la mente in quel momento: ‹‹Dovremmo mettere a posto››, lui  distolse un po' deluso lo sguardo e lo rivolse a terra e poi disse: ‹‹Tranquilla ci penso io, tu vai in casa››, annuii e prima di andare mi disse un altro ‹‹Grazie›› ed io con il labiale gli rivolsi sorridendo un "Di nulla", mi voltai e ancora sorridente me ne andai in direzione della porta principale. Quando rientrai in casa Charlie era al telefono che piangeva con intorno Cassie e Sam e capii che qualcosa non andava, così chiesi preoccupata: ‹‹ Che cosa è successo?››, Cassie venne subito nella mia direzione e mi raccontò tutto. Era morta la sorella di Charlie. ‹‹I dottori avevano detto che era guarita!›› esclamò Charlie piangendo. Sua sorella Sofia combatteva con il cancro ormai da quattro anni, i dottori avevano detto che ce l'aveva fatta ma a quanto pare il cancro era ritornato e stavolta se l'era portata via con se. Era morta durante la notte nel sonno. ‹‹Io non c'ero con lei Cassie, sarei dovuta starle vicino›› disse Charlie continuando a piangere. Io e la mia amica la abbracciammo cercando di consolarla. ‹‹Vi prego dobbiamo partire per Denver, io voglio essere presente al suo funerale›› continuava a dire Charlie fra un miscuglio di lacrime e muco. ‹‹Tranquilla, partiamo subito dopo pranzo›› la rassicurò Sam porgendole un fazzoletto. ‹‹Grazie›› disse lei soffiandosi il naso. Quando rientrò Dean e vide quella scena chiese subito che cosa era successo e appena Sam glielo disse fu d'accordo anche lui nel partire per Denver.

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