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Ragazzi sono ufficialmente diventata una fontana vivente. 2K di visualizzazioni! Ma siete matti? Non avrei mai pensato di riscuotere così tanto successo con "Just Pregnant". Che dire? Vi amo! Siete la mia gioia più grande.

Ne approfitto per ringraziare tutti quelli che mi stanno permettendo di realizzare il mio sogno e di continuare a fare quello che più amo: scrivere. Grazie a chi semplicemente legge la mia storia, a chi commenta e mi aiuta a non smettere mai, a chi mette la mia storia tra i preferiti e a chi le crea un elenco di lettura apposito. Siete fantastici.

PS: Come siamo messi con le ship? Con l'occasione ne conio una io! #Adyenne quanti per loro?

XO -Annabel

Senza dire una parola, Adam mi riportò a casa. Mi teneva stretta, e questo bastava. Percorse la strada che ci separava da casa mia con me (e mordicchio) in braccio. Non un lamento, non un ansito. Solo il rumore dei nostri cuori che battevano all'unisono e il delicato scalpiccio dei suoi piedi contro il marciapiede. E fu tutto.

Alzai la testa per contemplare la sua espressione e notai la sua fronte corrucciata e le mascelle serrate.

'Okay, è parecchio incazzato' pensai scrutandolo meglio.

"La radiografia è finita?" sbottò guardandomi male.

Abbassai immediatamente lo sguardo, ferita, e tornai a rannicchiarmi contro il suo petto.

"S-scusa" balbettai sull'orlo delle lacrime. Perchè ora mi trattava così? Non gliel'aveva chiesto nessuno di farmi da taxi. Me la sarei potuta cavare benissimo da sola, come ogni volta. Avevo deciso: avrei chiarito la questione con Adam e mi sarei messa il cuore in pace. Semplice, no?

Adam si arrestò bruscamente e rantolò.

"Cos'hai detto?" chiese sconvolto. "Tu mi chiedi scusa perchè io ho fatto il coglione e non vi ho protetti? Ma ti senti quando parli, cazzo?"

Tornai a guardarlo e incontrai il suo sguardo... ferito?

"Adam" sussurrai accarezzandogli una guancia. Lui ci si appoggiò contro e fece un respiro profondo. Si stava controllando, ma perchè?

Cominciarono a tremargli le spalle, poi le braccia. Spaventata, mi divincolai dalla sua presa e scesi mentre lui sussurrava "no, no, no". Allungò le braccia come a volermi riprendere, e allora capii.

"Sono qui Adam, non me ne vado." dichiarai tornando immediatamente vicino a lui. Le sue braccia mi avvolsero, ma lui non aveva smesso di tremare.

"Adam!" esclamai impaurita.

Si accasciò a terra, sedendosi sui gradini di casa mia, e si coprì il volto con una mano tremante. Stava piangendo.

"Ehi" soffiai con tenerezza. Gli accarezzai la testa, poi le spalle, la schiena. Adam però non dava segni di miglioramento, quindi mi limitai ad abbracciarlo forte, seduta sul selciato freddo e duro. Rabbrividii a quel contatto scomodo.

"Venite qui" sussurrò Adam con voce roca, facendomi sedere sulle sue ginocchia e circondandomi le spalle con un braccio. Mi rilassai all'istante, e rimanemmo così per molto molto tempo.

***

"Non voglio che cresca come sono cresciuto io, Cheyenne." furono le prime parole che mi rivolse Adam. Guardai l'orizzonte, e chiusi gli occhi mentre il tramonto mi regalava i suoi ultimi baci rosati.

"Ho paura di sbagliare" continuò lui. "Non so come comportarmi" sussurrò.

Mi voltai a guardarlo, ma lui fissava il terreno. Rivolsi di nuovo il mio sguardo al cielo. Fu così che capii: 'Io sono un tramonto' pensai. 'Bello, ma terribilmente triste. Condannato a vivere per l'eternità facendosi sostituire dal buio, vedendosi morire in un circolo infinito.'

"Cheyenne ti prego, di' qualcosa" mi supplicò Adam.

"Cosa vuoi sentirti dire?" replicai malinconica. "Pensi forse che correndo lontano dai tuoi problemi - e no, non dirmi che non lo vedi come un problema - tutto si risolva da solo? O che se ne prendano cura altri? Adam, Cristo!" sbottai. "Non sai come comportarti? Penso proprio che per farti una ragazza diversa al giorno tu sappia eccome come comportarti. Speri forse che facendo così te ne dimenticherai più facilmente?"

"Cheyenne ascoltami! Ascoltami e basta cazzo!" urlò lui.

"Non starò ad ascoltare le tue bugie mai più Adam!" piansi mentre mi alzavo bruscamente e lo indicavo come a dargli la colpa di tutto quel dolore. "Me ne andrò da qui, crescerò il bambino lontano da te, e questo rimarrà solo un lontano ricordo. Sei libero, ora. Va' pure." gli sussurrai mentre salivo le scale e mi accingevo ad aprire la porta d'ingresso.

"Cheyenne ti prego." mi trattenne per un braccio.

Mi voltai pronta a urlargli in faccia tutto il mio disprezzo, ma il mio cuore si sciolse quando vidi la sua espressione.

"Raccontami" gli concessi, invitandolo dentro casa.

Salimmo le scale in religioso silenzio, diretti alla mia camera. Era buia come sempre, perciò mi sentivo al sicuro.

"Cristo, Chey" bisbigliò Adam. "Come ti ho ridotta?" mormorò.

Mi raggomitolai sul letto, coprendomi il ventre e le gambe magre con la trapunta di linus di quando ero piccolina, e aspettai che parlasse ancora.

"Da oggi le cose cambiano" dichiarò, spalancando i balconi e facendo entrare aria pulita e luce. Mi sentii molto meglio, perciò lo ringraziai di cuore. Rimase a guardare il paesaggio fuori dalla finestra, mentre iniziò.

"Non ricordo la mia infanzia" dichiarò. "La mia vera madre morì dopo avermi dato alla luce e oh, Cheyenne. Non sai quanto darei per averla potuta conoscere o anche solo ricordare qualcosa. Ma io ero troppo piccolo. A volte vorrei che non fossi io la causa della sua morte. Vorrei non essere mai nato. Chissà? Forse sarebbe ancora viva, preparerebbe torte aspettando che mio padre torni a casa dal lavoro."

Ero pietrificata. Adam mi stava aprendo il cuore, ripercorrendo i ricordi più dolorosi di quelli che avrebbero dovuto essere gli anni più felici di un bambino.

Rise amaramente.

"Mio padre." sbuffò ironico. "Dopo un anno si sposò con la sua segretaria schifosa" rantolò con odio. "Probabilmente se la scopava anche mentre mia madre stava vivendo i suoi ultimi giorni con me, dentro di lei, che le mangiavo la vita."

"Adam!" urlai. "Non dirlo mai più!" lo rimproverai severamente. Ma lui non mi ascoltava, preso com'era dai ricordi.

"...Ebbene si, il mio pseudo padre continua a rinfacciarmi di aver ucciso sua moglie. O ex moglie, dipende dai punti di vista. Mi ha sempre odiato. Ne ho sofferto molto, ma ora non me ne importa più. Ero un bambino serio, taciturno, triste; crescendo sono diventato quello che sono ora. E ho talmente paura, Cheyenne, di fare i suoi stessi errori, che mi sono rifugiato nella parte peggiore di me."

Detto questo, si voltò a guardarmi.

"Non voglio causarvi alcun male" ammise, venendomi incontro. "Lo capisci che sono malato?" mi chiese sogghignando.

"Preferisco un padre che sbaglia, ad uno completamente assente Adam." gli dissi duramente. Adam sobbalzò dallo stupore.

E poi sorrise.

"Cheyenne" sospirò allungando la mano per coprirmi il ventre e accarezzandolo subito dopo.

Mi sentii bene e abbozzai un sorriso. Adam continuava a fissarmi.

"Sei bellissima" dichiarò commosso. Detto questo, si abbassò all'altezza di mordicchio, lo baciò e cominciò a sussurrargli cose dolci. "Siete la cosa più bella che ho", e ci abbracciò.

"Insegnami ad essere un buon padre, e io ti prometto che sarai la donna più felice del mondo." soffiò. E mi baciò l'anulare della mano sinistra.

Just Pregnant #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora