"Vieni a prendermi papà!"
Una bimba paffuta dai lunghi capelli color dell'oro correva tra dei campi di granturco incitando il padre a raggiungerla. Indossava un vestitino bianco, e la sua chioma accarezzava dolcemente le spighe di grano al suo passaggio. C'era una leggera brezza, quel giorno, che le gonfiava il piccolo abito, dandole l'impressione di fluttuare delicatamente.
La bimba si fermò ad ascoltare, rapita, il suono delle spighe mosse dal vento attorno a lei. Chiuse gli occhi e inspirò profondamente allargando le braccia e facendosi solleticare gli avambracci dalla natura circostante.
"Ti ho presa, fatina!" esultò l'uomo prendendola da sotto le braccia e innalzandola al cielo.
"Sto volando! Papà io sto volando, sto volando! Mi vedi?" esclamò la bambina producendosi in urletti emozionati. Era sempre stato il suo sogno, quello di volare.
Ma un improvviso senso di vuoto le fece spalancare gli occhietti, la bimba spaventata si accorse che non c'era più nessuno a reggerla, e di stare pericolosamente precipitando nel vuoto.
Non più sole, non più brezza nè campi di grano.
La piccola si ritrovò in mezzo ad una strada male asfaltata, l'odore di smog, di pioggia e di bruciato inquinavano l'aria.
"Papà?" chiese tremante vagando come un anima in pena, le mani giunte al petto, i capelli e il vestito bianco fradici. Pareva un angelo, in tutto quel nero.
Qualche lacrima le solcò il visino delicato, che, solo poco tempo prima, stava sorridendo entusiasta.
"Non ti vedo, papà." pianse la bambina. "Portami via da qui" singhiozzò più forte accucciandosi per strada. Si coprì il volto con le manine un po' sporche, si rannicchiò ancora di più fino a sembrare una piccola palla di luce.
E poi successe: ella alzò il volto, e davanti a sè vide quello che le aveva portato via tutto. Due macchine erano pericolosamente distrutte, lo scontro frontale di pochi attimi prima aveva sparso pezzi di lamiera tutt'intorno. Ancora del fumo usciva dai cofani delle due automobili, in una mera silenziosa richiesta d'aiuto.
"Siamo qui", pareva dicessero.
La piccola si avvicinò tremante al luogo della collisione, cercando di evitare, come meglio poteva, di ferirsi i piedini scalzi. Rabbrividì al contatto freddo e metallico di un vetro che le punse la pianta, ritrandola immediatamente e vedendo il sangue scorrere copiosamente. Si spaventò: perchè non smetteva di sanguinare? Fece pressione con una mano, macchiandosela di un rosso cremisi, poi si pulì alla bell e meglio sul vestitino che, ora, non era più lindo.
Con le mani a coppa, cercò di guardare dentro alla macchina più vicina.
In quello stesso momento, una mano sporca di sangue sbattè sul finestrino pieno di crepe. La bimba cacciò un urlo, ma quello che la spaventò maggiormente fu il vedere se stessa dentro quell'auto. E mamma. E papà.
"Papà!"
"Papà!" urlai con tutto il fiato che avevo in gola. Mi tirai su a sedere di scatto, il sudore e le lacrime mi imperlavano la fronte, la schiena e le guance.
Nonostante ciò, ero ghiacciata. Iniziai a tremare convulsamente.
"Elena!" gridò una voce accanto a me, che sentivo sempre più ovattata. La testa rimbombava, le palpebre pesavano.
Venne accesa una luce, e qualcuno mi rimise distesa mentre respiravo affannosamente.
Rumore di passi veloci, "Cos'è successo?" chiede una voce trafelata.
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Just Pregnant #Wattys2017
Romance#552 in STORIE D'AMORE il 17/12/2016 #481 in STORIE D'AMORE il 19/03/2017 #359 in STORIE D'AMORE il 20/03/2017 #162 in STORIE D'AMORE il 28/o5/2017 Ringrazio per la copertina @stregatto69 © Avviso Copyright: tutti i diritti riservati alla'autrice An...