Manuel aveva preso il motorino di tutta fretta per non sentire ancora parlare Ella, non capiva perché le stesse dando la colpa di quel casino. Si era acceso la sigaretta tra le labbra, e con il primo respiro aveva scacciato via mezzi pensieri, e del tutto con il secondo.
Arrivato vicino al portone lo ferma il "Bruno" , chiamato cosi per via del colore della sua pelle
Un ragazzo del quinto anno più grande rispetto ai suoi compagni di classe, ha vent'anni il Bruno.
Ha lo sguardo perennemente arrabbiato e le spalle larghe come un armadio.Si avvicina a Manuel battendogli il pugno, tira fuori cinquanta euro e li lascia scivolare nella tasca di Manuel, e con una stretta di mano gli passa l'erba.
Manuel si volta, ed Ella non c'è più, ma c'è Laura che continua a fissarlo, quasi non sembra sbattere gli occhi.
Laura si avvicina appena il Bruno si allontana e lo bacia freneticamente con la lingua.
Lo abbraccia, ma lui non ci sta, la blocca e la guarda in modo diverso, la guarda con rabbia, la tiene spostata per i polsi, stretti fino a fargli male, lei non accenna neanche una lamentela, ma ha gli occhi rossi pronti a piangere.-"Non stiamo insieme noi" la spinge e va via con il motorino, non va a casa, si ferma dietro al parco per fumare una canna e cercare di togliere la rabbia che lo stava assalendo senza riuscire a capire da cosa fosse derivata.
Dall'angolo come un cagnolino c'è ancora Laura, si mette seduta accanto a lui e lui neanche la guarda più.
Gli tocca il cavallo dei pantaloni e lui fa resistenza.-" Si può sapere che cazzo vuoi?" chiede arrabbiato con gli occhi rossi.
-"Non mi va più di vederti"
Manuel aveva sempre desiderato dirglielo, perché lei con lui non fu stata mai altrettanto gentile quando l'aveva scaricato per via del tradimento con tutta la classe.
Il giorno dopo i ragazzi della classe parlavano dei lavoretti che lei aveva fatto ad una festa.Aveva bevuto parecchio lei quella sera, ma non abbastanza da poter essere giustificata.
Manuel non gli aveva mai dato la soddisfazione di farsi vedere distrutto o disperato per lei, perché lui in fondo conosceva già con che tipo di ragazza si stava per mettere, ma aveva voluto provarci, cosi, per un'esperienza, e lei aveva cominciato a umiliarsi per lui.Laura rimase in silenzio, si voltò e andò via quasi zoppicando per via dei calci di Ella.
Dopo aver lasciato la scuola, Manuel montò in sella alla sua moto e partì verso casa. Avanzava a velocità sostenuta, senza neanche accorgersi dei rumori e delle immagini della città intorno a lui. Non voleva pensare a Laura, voleva solo ritrovarsi a casa e mettere ordine nei suoi pensieri.
Ma quando arrivò, trovò la casa silenziosa e la madre immobile sul divano. Aveva il laccio legato al braccio e un ago infilzato. Manuel reagì con calma e chiamò l'ambulanza, poi la lasciò andare, consapevole che la situazione non avrebbe potuto migliorare a breve. Era stanco di quella vita e stava per gettare la spugna.
Quando Manuel salì sulla moto e ripartì, si sentiva ancora sconvolto e confuso per quanto era successo con sua madre. Decise di fare una passeggiata nella natura per schiarirsi le idee.
Si diresse verso i boschi vicini a casa sua e poco dopo si trovò immerso in una quiete assoluta. L'aria era fresca e profumata di pino e la luce del sole filtrava tra i rami degli alberi, creando una meravigliosa luce dorata.
Manuel si sedette su un masso e chiuse gli occhi, lasciando che il vento lo accarezzasse il viso e i capelli. Rimase così per diversi minuti, ascoltando i suoni della natura e respirando profondamente.
Manuel tirò fuori dalla tasca della giacca uno spinello e un accendino. Arrotolò il foglio di carta in modo esperto e preparò la canna. Accese l'accendino e appoggiò la fiamma alla punta della canna, aspirando una boccata profonda.
Fumare una canna era sempre stato per lui un modo per rilassarsi e sostenere la concentrazione. Lo aiutava anche a riflettere sui problemi e a vederli da una prospettiva diversa.
Quando ebbe finito di fumare, rimase seduto su quel masso a riflettere. Pensava alla madre, alla sua dipendenza e alle difficoltà che stava vivendo. Sapeva che non sarebbe stato facile aiutarla, ma era deciso a non arrendersi.
Manuel tornò a casa dopo una giornata lunga e difficile. La casa era silenziosa e vuota, e lui si sentì solo e triste. Andò in camera sua e si sdraiò sul letto, fissando il soffitto.
Pensava alla madre e al fatto che la vita a casa non sarebbe mai più stata la stessa. Sapeva che doveva trovare il coraggio di andare avanti, di affrontare il domani e di continuare a studiare.
Era stanco, ma sapeva che non poteva dormire. Decise di rimanere sveglio per un po' ancora, pensando a quello che doveva fare e a come poteva aiutare sua madre.
Manuel rimase sveglio per diverse ore, ripensando a tutto ciò che era successo. Aveva il cervello in subbuglio e non riusciva a trovare una soluzione. Alla fine, cadde in un sonno agitato, pieno di sogni inquietanti.
La mattina seguente si alzò presto e si preparò per andare a scuola. Non vedeva l'ora di andare, non perché gli piacesse la scuola, ma perché voleva staccarsi dai problemi di casa.
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E Poi Sei Arrivata Tu
RomanceManuel è un ragazzo dalla vita tutt'altro che semplice, spesso si trova nei guai con la legge e non ha tempo per una vera relazione, almeno fino all'incontro con Ella, la ragazza che gli cambierà la vita. I due appartengono a due mondi diversi, mond...