capitolo 2

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Si era finalmente alzato da quel letto che l'aveva tenuto ostaggio una settimana ,si era vestito per andare a scuola, indossando una maglietta aderente nera con una camicia a maniche corte di jeans blu sbottonata e un paio di jeans scuri strappati, si era preso la zaino e salì sul suo motorino di piccola cilindrata, uno "ciao" con una sigaretta tra le labbra si diresse sfrecciando con il suo motorino modificato verso la scuola.

La scuola era distante da casa sua circa un kilometro, e ogni mattina si fermava allo stesso bar a  bere un paio di shottini con ragazzi più grandi che avevano rispetto per lui in quanto la sua fama lo precedesse.
Era conosciuto per la sua "attività" di spaccio d'erba e per le quantità d'alcool che riuscisse a buttare in corpo senza mostrare un minimo cenno di ubriachezza.
Riprese il motorino ancora con un'altra sigaretta tra le labbra e lo parcheggiò al posto di sempre, quello che ormai tutti sapevano fosse riservato a Manuel.
Ma non quella mattina, al suo posto uno scarabeo rosa occupava il parcheggio.
Manuel buttò il motorino a terra e cominciò a urlare rivolgendosi a gruppetti di ragazzi nelle vicinanze:

-"Di chi cazzo è sto motorino? Mi state prendendo in giro? Tutti sanno che questo posto è riservato a me" urlò lasciando spazio al silenzio che proseguì subito dopo.
"Allora?"

Nessuno si faceva avanti.
Da lontano arrivarono a piedi due ragazze che parlavano tra loro.
Una delle due cominciò a correre verso Manuel che minacciava un calcio verso lo scooter rosa.

-"Che stai facendo stupido?" urlò arrossendo la ragazza.

-"È cosi è tuo questo? " avvicinando e gettando con il pollice e l'indice la sigaretta affianco alla ragazza che venne raggiunta dall'amica.
La ragazza non rispose, tirò fuori le chiavi e spostò lo scooter senza parlare, e subito presa a braccetto con l'amica andò verso l'entrata della scuola.

La ragazza aveva i capelli su un castano chiaro dai riflessi biondi, gli occhi castani con delle piccole sfumature verdi , portava un paio di jeans chiari stretti e una camicia bianca, e aveva i capelli raccolti in una morbida treccia
Mentre l'amica aveva un paio di jeans e una canotta da lasciargli scoperta un pò di pelle sulla pancia, e i capelli e gli occhi color nocciola con le guancie arrossate dal sole.

Manuel era rimasto immobile, prese il motorino e lo mise accanto allo scooter rosa lasciando libero il suo solito parcheggio.
Si precipitò in classe e subito vide lei, seduta in prima fila, non l'aveva mai vista, si avvicinò e si fermò di fronte al suo banco.

-"Si può sapere cos'hai da guardare con quella faccia da ebete? Anche questo è il tuo parcheggio?" chiese la ragazza incrociando le braccia sul petto in tono sarcastico.
Manuel accennò un sorriso.
E si mise seduto dietro di lei, che non ne fu affatto contenta, aveva sbuffato rumorosamente per farsi sentire.

-"Mi vuoi lasciare in pace?" chiese la ragazza voltandosi di poco verso Manuel che continuava a sorridere senza rispondere.

-"Si da il caso, che questo è il mio posto"

-"Questo è il mio posto Manuel " lo interruppe la voce di un ragazzo alto magrolino dagli occhiali spessi e una magliettina a righe verdi e bianche.

-"Brandolino Brandolino, qui ci sono seduto io da sempre.

Brandolino fece spallucce e per evitare di prenderle si mise seduto accanto a lui, quel posto ormai vuoto in quanto nessuno volesse sedersi mai accanto a Bardolino, per la prima volta aveva un compagno di banco.

-"Buongiorno ragazzi" salutò una donna sui cinquanta con gli occhi azzurri e i capelli biondi con qualche capello bianco.
Lei era l'insegnante d'arte, era una donna particolarmente sensibile e tutt'altro che severa, nonostante l'espressione che assumeva in viso durante la lezione.

E Poi Sei Arrivata TuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora