capitolo 16

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-"Sono stufa, tu non lo capisci? Una cena soltanto, ed è per lavoro"

Caterina era come al solito arrabbiata con suo marito, erano settimane che litigavano per qualunque cosa.

Intanto lui se ne stava a fare zapping davanti a una TV che prendeva solo la D'Urso, e  continuava a sbuffare.

-"E tu lasciami fumare in casa le mie sigarette"
Rispose il marito cercando di metterla alle strette.

Caterina non sopportava la puzza di fumo venirgli addosso appena apriva la porta, aveva smesso di fumare da qualche mese, e per non correre il rischio di riprendere il vizio aveva obbligato suo marito a fumare sul balcone in qualsiasi condizione meteorologica.

-"Ti ho detto in casa no!!!" andandogli in contro il dito indice sollevato.

-"Ascolta Caterì questa è anche casa mia, almeno quando piove ho il diritto o no di fumare una bella sigaretta in casa mia?"

-"Vivi da solo?"

-"Magari!! "

-"Ti ho chiesto se vivi da solo?" urlò di più.

-"No"

-"Allora abbi l'educazione di rispettare le altre persone che vivono con te".

-"Ma se ti lamenti solo tu"

-"Senti non farmi arrabbiare, anzi sai che c'è? , non vado neanch'io a cena fuori "

-"Mi vesto subito" rispose il marito alzandosi dal divano che ormai aveva preso la forma del suo corpo.

Caterina e suo marito erano due fuochi e una scena come questa era abbastanza comune nella loro vita coniugale. Lei era decisa e testarda, mentre lui era di solito più passivo e accondiscendente. Ma questa volta aveva deciso di opporre resistenza e le sue parole erano state chiare: voleva essere rispettato nella sua casa.

Caterina, però, non era disposta a cedere terreno e la sua decisione di andare a cena era una sorta di punizione per suo marito. Sapeva che era una mossa drastica, ma voleva far capire a suo marito che non era da prendere alla leggera.

Il marito, d'altro canto, era sorpreso dalla reazione di Caterina e non sapeva come comportarsi.

Caterina era una maga a far fare a suo marito le cose che non voleva, e lei ne era fiera di questo suo "potere".

Ogni giorno i genitori di Ella avevano discussioni di questo tipo, e ogni giorno le ragazze si sentivano obbligate a chiudersi in camera per evitare di essere coinvolte.

Se solo si fossero fatte vedere le avrebbero usate come loro avvocati.

Ella se ne stava chiusa in camera ancora con quel foglio in mano, non aveva voglia più di uscire, si era rintanata in camera e aveva smesso di ascoltare i suoi genitori urlare.
Il suo cellulare squillò e immediatamente aprì gli occhi, afferrò il cellulare, e sul display il nome di Mela.

Ma chi credevo potesse essere? Sospirò Ella.
-" Spero tu abbia qualcosa di importante da dire"chiese assonnata Ella sbadigliando.

-"Non dirmi che dormivi "

-"No, ma quasi"

Mela a quella frase sospirò sconfortata

-"Ma perché non esci?"

-"sai che sono in punizione"
Disse tristemente

-"hai ragione,, e non riesco a capire come tu possa aver ricevuto una punizione cose severa"
D'altro canto neanche ella sapeva come potesse essere una cosa simile.
Ella chiuse gli occhi e si rilassò, la conversazione con Mela l'aveva fatta sentire meglio. Era come un balsamo per la sua anima, sapeva che poteva contare sempre su di lei. Ella stava già sognando quando sentì un leggero rumore alla porta della sua camera.

"Ella, posso entrare?" chiese sua madre, in un tono di voce molto più tranquillo rispetto a prima.

Ella sbadigliò ancora una volta e annuì.

La madre di Ella entrò nella stanza e si sedette sul bordo del letto.

"Mi dispiace per prima, non volevo coinvolgerti in tutto questo." disse lei, con un tono di voce dolce e genuino.
"Lo so, mamma," disse Ella, cercando di mostrarsi comprensiva. "Capisco che non è facile."

"È passato molto tempo da quando non ci siamo parlate, Ella" disse la madre, scuotendo tristemente la testa. "Sono stata troppo severa, lo so, ma spero che un giorno tu mi capirai. Quando diventerai madre, capirai cosa si prova a volere proteggere il proprio figlio."

Ella guardò sua madre, cercando di nascondere la sorpresa per quelle parole. Era la prima volta che la sentiva esprimersi in quel modo.

"Lo so che hai fatto ciò che ritenevi fosse meglio per me" disse Ella, dopo un momento di silenzio. "Spero solo di poter riprendere a vivere la mia vita come prima."

La madre di Ella sorrise tristemente, e le accarezzò i capelli.
"Voglio che tu sappia che ti amo molto, Ella. Sei molto importante per me e per tuo padre."

Ella sentì un nodo alla gola e cercò di trattenere le lacrime.

"Lo so, mamma," disse Ella, con voce roca. "Anche per me siete importanti."

La madre di Ella la abbracciò forte e la strinse a sé per un lungo momento.

"Ti voglio bene, Ella," disse lei, prima di andarsene dalla stanza.

Ella rimase a letto per un po', pensando alle parole di sua madre e cercando di trovare la forza per superare le difficoltà della sua vita.

Ella stava in camera sua, annoiata e frustrata per la punizione che stava subendo.

Mentre stava per addormentarsi, un rumore alla finestra la svegliò. Guardò fuori e vide Manuel, con una rosa dietro l'orecchio e un sorriso affettuoso sulle labbra.

"Sei impazzito?" gli chiese, incredula e preoccupata.

"Sì, sono impazzito di te," rispose lui, "ma non ti preoccupare. I tuoi sono usciti."

Ella rimase stupita e chiese: "E come fai a saperlo?"

Manuel sorrise e rispose: "Per la storia di Teschio. Io e tuo padre ci incontriamo spesso in ufficio e mi ha dato una mano a fare questo piano per vederti felice,  ho saputo che non stai mangiando" disse preoccupato e subito dopo le stampo un bacio sulle labbra.

"Davvero, mio padre ti ha aiutato a organizzare questa cosa?" chiese Ella incredula, mentre Manuel la baciava appassionatamente. "Non sapevo che fosse così comprensivo."

"Sì, lo so che può sembrare strano, ma lui vuole solo la tua felicità," rispose Manuel tra un bacio e l'altro. "Ha capito che non stai mangiando e si è preoccupato. E io non potevo vederti soffrire così."

Ella sorrise e gli disse: "Sei molto dolce, Manuel. Non so come ringraziarti."

"Non c'è bisogno di ringraziarmi," rispose lui. "Basta vedere che sei felice e sorridente, questo è il mio premio."

Mentre Manuel scappava via, lasciando Ella sola nella sua camera, sentì la felicità diffondersi nel suo cuore. Sapeva di aver rischiato molto per andare a trovarla, ma era stato tutto nella speranza di vederla sorridere e felice.

Ella, da parte sua, era contenta di aver potuto vedere Manuel, anche se solo per poco. Sentiva che il suo cuore batteva più forte e che la vita aveva ripreso a sorriderle.

Entrambi sapevano che avrebbero dovuto essere più cauti in futuro e che la loro relazione non sarebbe stata facile. Ma in quel momento, erano felici di aver potuto incontrarsi e di aver potuto godersi un momento di tenerezza e amore.

E Poi Sei Arrivata TuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora