capitolo 28

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Stesi sul quel divano freddo di pelle che diventa sempre più caldo con il calore del loro corpo c'è Manuel con testa poggiata sulla gambe di Ella, lei gli accarezza i capelli, lui socchiude gli occhi rilassato.

Il cellulare di entrambi vibra, nessuno lo sente, ignari di ciò che quelle chiamate ignorate nascondono.
Un sapore amaro, un suono ancora più forte.

Suonanono alla porta, quasi la buttano a terra, un rumore forte ma fragile come un vetro colpito da una palla dei bambini chi giocano.

Un viso pallido, una grande luna riflesso di quella sera d'estate, gli occhi fiumi in piena di dolore e di lacrime.

Mela scoppia in un singhiozzo che gela il sangue.

Giorni prima erano stati al pub tutti insieme, camminavano a piedi, Manuel non aveva più la sua moto, festeggiavano ai sei di Teschio presi per l'ultimo sforzo aiutato dalla sua ragazza, quella brava a scuola, quella solare, quella pazzerella, la stessa che ora avevano davanti ad affogare in un fiume di lacrime.

Ella le afferra le spalle quasi a volergli sorreggere quel dolore, lei spinge il viso nel suo petto come voler nascondere quegli occhi gonfi, singhiozza a dirotto.

-"Teschio, non c'è più "

È questo che riesce a dire.
Quelle parole si fiondano addosso come lame taglienti.

Prendono la punto di Luca, ha lasciato le chiavi sul tavolo, vanno verso il solito bar chiuso da strisce bianche e rosse, mentre intorno ci sono i carabinieri e due ambulanze.

I "nemici" giurati di Teschio, come amava scherzarci lui.

Una barella coperta da un telo va verso l'ambulanza e attraversa quei visi di gente che versa lacrime per quella vita così giovane che ora non c'è più.

Manuel scavalca quella gente incredula davanti a quella scena, sposta il telo e vede lui, l'amico di sempre, immobile, non parla come al solito non ride, non c'è più.

Mai parole più giuste

-"Era in overdose, sulla gamba ha i segni dei buchi"

Uno dei medici arrivati sul posto informa Manuel, mentre lo dice ha lo sguardo dispiaciuto.

Manuel si accascia a terra, pieno di dolore, avrebbe dovuto picchiarlo e controllarlo di più quando aveva avuto sospetti, lui l'aveva fregato bucandosi sulle gambe.

In un attimo arrivò sua madre, disperata, le urla di dolore inondarono i cuori di chi era li.

-"È mio figlio "

La musica venne spenta, i visi di tutti si inondarono di dolore.

-"Perché, Dio perché? "

Mela si avvicinò alla donna, figlia dello stesso dolore, la madre di Teschio afferrò Mela per un braccio e la tirò tra le sue braccia, lei era chiusa silenziosa nella sua disperazione, pallida e muta, un dolore fermo.
E subito dopo l'ambulanza va via, silenziosa per una vita che ora non c'è più, rubata dalla droga.

La notte sembrava essere interminabile, il silenzio era rotto solo dai rumori delle auto di passaggio e dalle lacrime dei presenti. Manuel, ancora a terra, cercava di capire cosa fosse successo, come fosse possibile che il suo amico di una vita fosse sparito in quel modo.

Mela e la madre di Teschio erano ancora abbracciate, sostenendosi a vicenda nella sofferenza. Ella e Manuel erano rimasti a guardare la scena, sconvolti e impotenti di fronte a quella perdita.

L'ambulanza sparì in lontananza e con essa la speranza di poterlo salvare. Era tutto successo troppo velocemente e nessuno aveva potuto fare nulla per evitarlo.





-"Non voglio vederti più, tu e i tuoi casini, con te ci si sta mai bene, una volta stai bene e l'altra mi Sbatti all'inferno "

Lei aveva staccato le loro foto dal muro, aveva smesso di uscire, di lavorare, si era chiusa in se stessa, sola ,sola più che mai.

E che ne era di Mela, dell'unica amica che aveva? Quella sorridente e innamorata che ha perso lui, il suo sorriso ,il suo amore Teschio?

Aveva provato a tagliarsi le vene per distogliere quel forte dolore dal cuore e aveva rischiato di morire dissanguata sul pavimento della sua camera, sua madre aveva chiamato l'amica di sempre, era andata in ospedale, l'aveva stretta a se per condividere quel dolore, un dolore che rimaneva ancora pesante, la teneva giù con la testa sott'acqua.

Le strade dei tre dopo la morte di Teschio si era divisa, non sapevano quanto.

Manuel sapendo di Mela era corso in ospedale, era stesa li, innocente nel letto, muta di dolore a piangere.
Da quel giorno non aveva mai smesso, i suoi erano occhi vuoti.

Ella era accanto a lei , un ragazzo fuori dal corridoio la aspettava , Manuel avrebbe voluto picchiarlo, si era trattenuto dal farlo, ma gli rigò la macchina, facile da ricoscere, era quella con la foto con Ella sul cruscotto.
Una foto di un bacio, un bacio su delle labbra che non erano più di Manuel, ma di quell'idiota con la porsche blu in quel parcheggio.
Lei era dimagrita, i suoi occhi arrossati dalle lacrime che provava a trattenere, non parlava, e questo aveva spiazzato Manuel.

Corse via, con le ruote su quell'asfalto ruvido e bollente sotto le sue gomme, fa i duecento.
non sente altro che voglia di farla finita, quasi ci riesce, si blocca di scatto dove per la prima volta avevano fatto l'amore, ripensa a tutte le volte nel letto a casa sua, a quante volte dovette tornare senza reggiseno difficile da trovare tra quei lenzuoli, la canzone colonna sonora del loro amore, yellow dei Coldplay, vorrebbe sorridere, ma non ci riesce.

Neanche loro sanno che quella canzone in futuro sarà ricordata come la loro canzone, se ne accorgeranno quando la sentiranno ancora e le lacrime dagli occhi raggiungeranno le loro labbra.

Ella la ascolta mentre va a Surbo in macchina con il suo nuovo ragazzo, le lacrime gli si fiondano di colpo sul viso.

-"amore che hai?"

-"niente"

-"Perché piangi? Per la tua amica?"

-"Si"

Parole bugiarde per una relazione iniziata per scacciare via Manuel.
I ricordi per lei sono lontani, ma non per lui.

Lui non lo supera il passato, quando meno se lo aspetta lo sorpassa come una moto in coda e gli taglia la strada, poco importa se gli causerà un incidente.

Manuel, sconvolto e incolto, si trovava a fissare quella macchina scomparsa sull'orizzonte. Gli occhi ancora pieni di lacrime e la mente in subbuglio. Non poteva credere di aver visto Ella con quel ragazzo e di aver sentito quella canzone che tanto significava per loro.

In quel momento, la rabbia, la tristezza e il rimorso lo travolsero. Rimase fermo a fissare il punto in cui la macchina era scomparsa, come se aspettasse di vederla tornare indietro. Ma non accadde. Ella se n'era andata.

E Poi Sei Arrivata TuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora