Era buio.
Continuavo a camminare a passo piuttosto veloce lungo quella strada deserta.
Era una delle prime notti del mese di febbraio. Faceva freddo e continuavo a torturarmi le mani tentando di riscaldarle mentre la pioggia continuava a scendere non accentuando a fermarsi.
Stavo tornando da una grande festa, in discoteca, anche se non amavo quel luogo, e ora stavo tentando di tornare a casa cercando di orientarmi in quel buio quasi spaventoso.
Il marciapiede era umido, era difficile camminare, soprattutto con i tacchi che indossavo e la pioggia.
Ad un tratto mi sembrò di sentire un movimento dietro di me, dei passi. Allungai il passo e mi strinsi nel lungo cappotto cercando di chiuderlo il più possibile, forse più per la paura che per il freddo e, non prestando attenzione alla strada scivolosa sotto di me, caddi a terra con un tonfo.
Cercai di rialzarmi appoggiando le mani sul marciapiede, quando sentii una mano poggiarsi sul mio braccio, mentre l'altra mi cingeva la vita, sollevandomi di scatto.
Lanciai un piccolo grido di terrore: fino a un minuto prima pensavo di essere sola.
Mi sbagliavo.
Iniziai a tremare quando una voce leggermente roca mi fece sussultare. "Hey piccola, non devi avere paura".
Alzai la testa, scorgendo un ragazzo alto, con gli occhi di ghiaccio, capelli spettinati spostati da un lato in una sorta di ciuffo e le labbra sottili che si bagnò con la lingua.
Mi stava fissando, scrutando il mio corpo per poi inchiodare i suoi occhi sui miei. Mi dimenai dalla presa della figura davanti a me e mi voltai velocemente quando lui mi prese di nuovo per un braccio. -Ti ho notata questa sera, sei sexy- iniziò il ragazzo mordendosi il labbro inferiore, guardandomi intensamente negli occhi per poi passare al mio corpo soffermandosi sulle mie gambe scoperte.
Aprii la bocca per rispondere ma ne uscì solo un mezzo respiro strozzato.
-Vieni con me, ti porto a casa, Isabelle-
In quell'istante un brivido scosse tutto il mio corpo
-C-come fai a conoscere il mio nome?- dissi spostando il mio sguardo dal suo occhio sinistro a quello destro velocemente e in continuazione mentre la paura si trasformò in terrore.
Il ragazzo non rispose alla mia domanda ma si portò una mano ai capelli, ormai bagnati, sistemandoli.
-Mi chiamo Louis. Louis Tomlinson-.
Io lo guardai per un paio di secondi ma presto scostai lo sguardo altrove, non mi interessava sapere il suo nome. Io volevo andarmene, tornare a casa da mia madre che probabilmente stava dormendo da qualche ora.
Mi irrigidii, i miei occhi castani si inumidirono e Louis con una mano mi accarezzò una guancia e mi prese una ciocca di capelli per poi spostarmela dietro all'orecchio destro. La mia espressione era tesa, avevo paura. -L-Louis i-io non ti conosco, lasciami sola i-io...- il ragazzo mi prese per mano velocemente. Sentii la sua mano non molto grande stringere la mia, io cercai di dimenarmi ma lui era decisamente molto più forte di me così cercai di fare un lungo respiro per calmarmi ma non funzionò dato che Louis mi prese per poi sbattermi contro la sua grande macchina scura in maniera alquanto poco delicata. Mi guardò fisso negli occhi per poi spostare lo sguardo sul mio collo dove in poco tempo poggiò la sua mano sinistra, attirandomi a sè. Sbarrai gli occhi, volevo urlare ma dalla mia bocca non uscì nulla. Il castano iniziò a lasciarmi piccoli baci umidi sul collo, poi continuò lentamente sotto il mio orecchio per poi prendere quest'ultimo e mordicchiarne il lobo tra i denti. Quando tornò al collo e inziò a succhiare un lembo della mia pelle, gemetti e lo scostai bruscamente. Lui mi guardò ancora una volta con un sorissetto malizioso dipinto sul volto e poi aprì la portiera dal lato del passeggero facendomi entrare in macchina, non lasciandomi altra scelta.
Sarei fuggita, scappata ma mi avrebbe preso. Lui era più forte. Lui era più veloce. Forse si sarebbe divertito, forse lui vedeva tutto questo come un gioco, ma non lo era.
Aprì la sua portiera ed entrò nella grande Porsche nera. Quando partì lo guardai per istanti interi: mentre guidava aveva un'espressione seria, concentrata. Aveva due occhi azzurri seppure non potessi guardarli bene a causa del buio, un piccolo naso quasi all'insù, le labbra sottili che continuava a bagnare con la lingua. I suoi lineamenti erano fini, a quanto pare non rispecchiavano minimamente la sua personalità.
Ad un tratto si accorse che lo stavo osservando con insistenza e accennò un sorriso. -Mi piace che mi guardi così- fu ciò che disse con voce profonda, facendomi sobbalzare. Io mi voltai verso la strada -gira a sinistra e poi di nuovo a sinistra, la casa numero 56- ma lui sembrava sapere già la strada, stranamente. Sbagliai a dargli quelle indicazioni, non dovevo fidarmi di un estraneo, non doveva sapere in quale casa abitavo.
Un minuto dopo, davanti alla mia casa, scese per poi venirmi ad aprire la portiera e io rimasi in silenzio, avevo ancora paura, molta, seppure fossi davanti a casa mia. Quando salii sul marciapiede per incamminarmi verso la porta d'ingresso ad alcuni metri di distanza, Louis circondò il mio bacino con le sue braccia muscolose, facendomi roteare indietro mentre lui era appoggiato di schiena alla sua macchina. Mi avvicinò a sè e chiudendo gli occhi, mi diede un bacio leggero accanto alle labbra.
-Ci rivedremo presto, ciao Isabelle-
Dopo che ebbe pronunciato queste ultime parole, salì in macchina e se ne andò rivolgendomi un ultimo sorriso malizioso.
Io rimasi lì a fissare la macchina che scompariva a una ventina di metri di distanza dietro una curva e mi diressi correndo verso la porta di casa mia. Aprii la serratura senza fare troppo rumore e appena fui all'interno, salii le scale per poi giungere nella mia camera, avvolta nel buio.
Mi cambiai, gettando il mio vestito, la giacca e la borsa sul letto. Mi misi il pigiama e mentre stavo per sedermi sulla superficie morbida del mio letto, sentii il telefono nella mia borsetta vibrare.
Presi il telefono chiedendomi chi potesse mandarmi un messaggio nel cuore della notte e quando sul telefono lessi il testo scorgendo il nome del ragazzo che lasciai dieci minuti prima, fui scossa da due forti e lunghi brividi.
Buonanotte piccola, ti sognerò stanotte. Louis x
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I want you
Fanfiction-Vieni con me, ti porto a casa, Isabelle- In quell'istante un brivido scosse tutto il mio corpo -C-come fai a conoscere il mio nome?- dissi spostando il mio sguardo dal suo occhio sinistro a quello destro velocemente e in continuazione mentre la...