Capitolo 6

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Martedì.

Andai a scuola dopo quell'orrenda serata, ci pensavo in continuazione.

A Louis, Harry, la lite e al male che si erano fatti quei due.

Ero ancora spaventatissima, Louis mi aveva sorpresa con quel suo lato così violento. Me ne ero dimenticata di tutto ciò che avevo letto sul suo conto, il vero Louis Tomlinson, già.

Cercavo di pensare ad altro ma non ci riuscivo, quelle scene mi scorrevano ancora in mente.

Decisi di parlarne con le mie amiche, appena sarebbe suonata la campanella per andare in mensa a pranzare.

-Quindi Harry ti vuole ancora?- mi disse Katrine, -Si ma è un povero ragazzo sempre ubriaco, un donnaiolo, non è cambiato per niente- affermò Chloe senza farmi rispondere.

Katrine e Chloe erano le mie due migliori amiche, se non due delle poche amiche che avevo. Non ero una persona molto aperta, purtoppo ero timida e non riuscivo a fidarmi ciecamente delle persone, ma quando trovavo le amiche giuste non esitavo a confidare e condividere tutto con loro.

-Ragazze non so cosa fare, pensavo che il caso "Harry" si fosse chiuso già da anni e il fatto che in realtà non lo sia mi spaventa. Mi peseguita. Prima da a Louis informazioni sui di me, poi le chiamate anonime, poi è alla stessa festa in cui sono io...-

-Ma Louis ti proteggerà, vedrai- disse Chloe guardandomi negli occhi.

-Anche Louis mi spaventa. Pensavo che avesse abbandonato quel suo tipo di personalità. Cosa potrebbe accadere se si dovesse arrabbiare con me un giorno?! Cosa potrebbe succedere?- annunciai rabbrividendo al solo pensiero.

-Sembro proprio una stupida ragazzina che si spaventa per tutto...- sospirai alla fine dopo attimi interi in cui volgevo il mio sguardo a terra, pensando.

-Ehy Isabelle, non sei stupida, affatto. Noi saremo sempre qui con te-.

Le abbracciai, ero felicissima di avere amiche come loro.

Uscii dalla scuola dopo aver avuto altre due ore di lezione dopo pranzo, presi il mio zaino e mi diressi verso casa ma quasi subito notai una grande macchina nera parcheggiata davanti alla scuola e non solo, appoggiata a questa c'era il ragazzo castano con gli occhi di ghiaccio che avevo baciato la sera precedente.

Mi stava aspettando.

Abbassai lo sguardo cercando di evitare il suo, non volevo farmi riconoscere e non volevo tantomeno parlare con quel ragazzo. Avevo paura, si, come al solito e volevo stare sola.

Velocizzai il passo e svoltai a sinistra ma presto sentii dei passi dietro di me, qualcuno che voleva raggiungermi, era lui.

-Ehi!- quasi gridò. -Belle?- disse quasi interrogativo.

Continuai, cercando di andare sempre più veloce ma ormai ero in trappola, sapevo che mi avrebbe presto raggiunta.

Sentii la sua mano prendermi per il braccio, facendomi voltare di scatto e quasi sbattei contro un muro della casa accanto.

-Belle perchè mi stai evitando?- disse quasi furioso.

Inchiodò i suoi occhi sui miei, erano bellissimi si, ma mi incutevano spesso timore.

Aprii la bocca cercando le parole ma l'unica cosa che riuscii a dire fu un "non ti stavo evitando", quanto ero stupida?

-Smettila, dimmi la verità- mi disse continuando a tenermi per il braccio.

-Senti Louis, io non ho voglia di parl...devo andare a casa- ma sapevo che non mi avrebbe lasciata.

-E' per ieri sera vero? Non ti è piaciuto il modo in cui io ed Harry abbiamo litigato, pensi che io sia una persona violenta, hai paura- insistette lui e io abbassai lo sguardo, non riuscivo a sostenere il suo.

-Te lo leggo negli occhi- mi disse quasi sottovoce.

-Si Louis si!- sbottai prendendo coraggio e dimenandomi dalla sua presa. -Ho paura di Harry, di te, di voi! Sapevo che eri una persona così insomma...ma prima di quella festa pensavo che avessi abbandonato quel tuo lato! Sono una stupida si, mi fido sempre delle persone sbagliate e non voglio dire che tu sei sbagliato ma sono spaventata dal tuo atteggiamento!- quasi urlai. Non sapevo come avessi trovato la forza di dirgli quelle parole, continuavo a guardarlo cercando una sua risposta, ma lui abbassò il capo. Questa volta era lui quello che non sapeva cosa dire.

Sospirò -vieni con me-.

Louis mi portò all'interno della sua macchina e guidò per dieci minuti per poi fermarsi davanti a una specie di bosco, mai visto prima.

Mi prese per mano e ci incamminammo dentro di esso, continuavo a non capire ma non dissi nulla.

Camminammo per circa dieci quindici minuti e poi vidi qualcosa dietro gli alberi, come se si aprissero in un grande prato ed era proprio così.

Spalancai la bocca: davanti a me c'era un grande distesa d'erba verdissima nonostante fosse inverno, poi sulla sinistra un po' più avanti c'era come una piccola cascata che portava l'acqua in un ruscello che scorreva di fianco agli alberi più bassi. Era uno spettacolo. Un luogo incantato.

-Ci venivo sempre da piccolo- Louis interruppe i miei pensieri.

Sorrisi

-Una volta mi sono perso in questo bosco e poco dopo mi sono ritrovato qui. Da quel giorno iniziai a venirci quando facevo fuga da scuola. Venivo qui per pensare, riflettere.

-A cosa pensavi?- chiesi curiosa.

-Alla mia vita, alla mia famiglia, ai miei problemi- vidi il suo sguardo farsi basso e triste.

-Vedi Belle...quando avevo quindici o sedici anni mia madre si era da poco messa insieme ad un uomo. I miei genitori erano già separati da un paio d'anni, adoravo mio padre e non ero ancora riuscito ad accettare il loro divorzio.

Quell'uomo...Dan...un giorno lo sorpresi mentre picchiava mia madre, era ubriaco, uno stupido. Sapevo che era un poco di buono, l'avevo sempre immaginato. Lo vedevo dal modo in cui gesticolava, dal suo abbigliamento, dai suoi modi di fare. Tornava a casa sempre tardi e spesso sentivo mia madre e lui litigare.

Quel giorno sentii mia madre quasi gridare e scoppiai. Entrai in camera loro e mi diressi verso Dan, iniziai a tirargli pugni ripetutamente e poi due, tre calci. Cadde a terra, l'avevo quasi ucciso. Mia madre chiamò l'ambulanza, dopo due giorni i medici dissero che era in gravi condizioni ma non era a rischio di vita.

Davanti alla polizia mia mamma mi difese, dovette andare lei in prigione, per un anno...- Louis si fermò, stava per piangere.

-Ed ecco perchè mi ritrovo così oggi, sembro un ragazzo violento, possente e mi ci sono quasi abituato. Alle ragazze piaceva. Ma poi sei arrivata tu, finalmente.

Sono conosciuto per il ragazzo senza cuore che picchia le persone così, senza motivo. Ma un motivo c'è sempre. Lo faccio perchè spesso mi ritrovo davanti a ragazzi simili a Dan, immaturi, orribili. Lo faccio perchè voglio difendere le persone a cui voglio davvero bene. E tu sei una di quelle persone. Quando ho saputo che Harry ti aveva fatto quelle cose così terribili non ci ho più visto, volevo proteggerti.

-Scusa, scusa per tutto. Non volevo spaventarti- mi disse abbassando la testa.

Vidi una lacrima scendere e rigare il suo viso. Piansi, piansi anche io.

Lo abbracciai fortissimo, volevo che sentisse quanto anche io tenessi a lui e quanto fosse grande il mio appoggio in quel momento.

Sciolsi il suo abbraccio e accarezzai le sue guance lentamente, asciugandoli le lacrime.

-Non ti devi scusare per niente, per niente.-

E lo baciai, in un dolce, lungo e disperato bacio perchè lui aveva bisogno di me ed io ero lì per lui.

Ciaaaao :)

Scusate il ritardo davvero, sono stata un po' impegnata ultimamente :( Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, a me si personalmente. Louis parla del suo passato, della sua vita. Anyway spero che non ci siano errori, ho ricontrollato il testo molto velocemente....

Quindi...commentate in molte per favore!!! I commenti sono utilissimi per sapere se la storia vi piace o no...se devo continuarla :) Un bacio

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