Quel pomeriggio trascorse piuttosto lentamente.
Entrambi non parlavamo, eravamo silenziosi. Passeggiavamo l'uno di fianco all'altro per alcuni borghi di Londra quasi deserti quel giorno. Non amavo la confusione, ma allo stesso tempo ero tesa e impaurita dalla sola presenza di Louis.
Le immagini e le parole viste quella stessa giornata su Internet riguardo Louis ed Harry continuavano a non voler uscire dalla mia mente, che in quel pomeriggio non pensava ad altro. Cosa potevo fare? Stavo camminando al fianco di un estraneo che non aveva una buona reputazione, almeno da ciò che dicevano quegli articoli, ed era peraltro un presunto amico del mio ex ragazzo che mi aveva ferito nel profondo.
-Quanti anni hai?- decisi di chiedere al ragazzo di fianco a me per tentare di rompere la tensione, ma questo non funzionò.
Louis si passò una mano tra il ciuffo dei suoi capelli castani e si bagnò le labbra sottili con la lingua -ventidue- accennò, ma io non potei che irrigidirmi, aveva quattro anni in più.
Appena giungemmo di fianco ad un parco successe tutto in un attimo: Louis mi prese per un braccio in modo affrettato e mi condusse accanto ad un albero al quale fece aderire la mia schiena per poi avvolgere i miei fianchi con il suo braccio destro. Io ero pietrificata, lo guardavo quasi in maniera sbalordita finche lui non iniziò a ridurre la distanza tra i nostri visi.
-Non sai quanto ti voglio- mi disse con un sussuro ad un centimetro dalle mie labbra per poi avvinghiarsi su di esse iniziando a mordere lievemente il mio labbro inferiore; poi sentii la sua lingua farsi spazio tra le mie labbra, quasi per succhiarle, inumidendole.
Dopo pochi secondi lo presi per i polsi cercando di farlo indietreggiare, respingendolo.
Subito aprì i suoi occhi celesti e lo vidi contorto in un' espressione confusa.
-I-io- cercai di parlare, ma non capii cosa mi stesse succedendo in quell'istante poichè subito ripresi i suoi polsi attirandolo a me e poggiando le mie labbra sulle sue in un gesto veloce. Lo sentii sorridere a fior di labbra e un attimo dopo le nostre lingue erano l'una in contatto con l'altra, in un bacio passionale e quasi disperato allo stesso tempo. Posai un braccio intorno al suo collo, mentre poggiai l'altra mano sui suoi capelli, per attirarlo maggiormente a me mentre continuavamo ad assaporare l'uno le labbra dell'altro.
Dopo svariati secondi ripresi il controllo di me stessa e mi fermai spalancando gli occhi. -Io non- sospirai -non posso- e subito presi a correre, correre lontano da lui, lontano da quel ragazzo che avevo baciato senza saperne il motivo. Forse sentivo il bisogno di stabilire un contatto con un ragazzo dopo tanto tempo, ma quello non era il ragazzo giusto.
In quel momento pensai solo a fuggire. Fuggire da quell'errore.
Dopo vari minuti mi ritrovai senza fiato, in una stretta strada in cui l'unica cosa che la dominava era un alto lampione, posto al fianco di una panchina. Ormai il cielo si era fatto completamente buio e dovevo tornare a casa. Non sapevo che ore fossero così presi il mio telefono dalla tasca dei miei jeans neri per controllare l'ora.
Erano quasi le otto e mi ero persa per Londra.
In maniera agitata iniziai a voltarmi da una parte e dall'altra, non sapendo da che parte andare. Presi a camminare velocemente appena scorsi dei passi non lontano da me.
Ma erano troppo veloci.
Sentii una mano prendermi per il braccio, facendomi voltare, quasi in modo violento. Il corpo di Louis si presentò proprio lì davanti a me e subito contorsi il viso in un'espressione preoccupata.
Non potevo più scappare.
-Dove stai andando?- mi disse quasi a denti stretti, mentre notai che i suoi occhi si erano fatti più scuri ed aveva il fiatone: aveva corso anche lui. Per cercarmi. Mi passai una mano tra i capelli, ero come in una trappola, non potevo fare nulla e mi rassegnai -portami a casa-. Non aspettai una sua risposta, perchè subito ci incamminammo mentre lui mi avvicinò a sè avvolgendo i miei fianchi con il suo braccio muscoloso. Non lo respinsi: non avevo più la forza di compiere anche un minimo movimento. Il mio corpo stava rabbrividendo e Louis si accorse che le mie labbra erano diventate di un color violaceo a causa del freddo e lo vidi abbozzare un mezzo sorriso accompagnato da un sospiro. -Hai freddo?- mi disse rivolgendo completamente il suo sguardo verso di me e io annuii, volgendo lo sguardo sui miei piedi.
Subito si tolse la sua giacca per poi infilarmela. Fu un gesto davvero carino, considerando il carattere del ragazzo.
-Sei sexy- mi disse dopo pochi minuti nei quali probabilmente mi aveva fissato tutto il tempo, -io non credo- risposi guardandomi: quella giacca mi era davvero enorme, ma almeno sentivo meno il freddo di quella buia serata di Febbraio, -mmh sei bellissima- si oppose lui continuando a guardarmi.
A quel complimento arrossii violentemente, sentendo le mie guancie andare letteralmente a fuoco, ma grazie al buio e al freddo, Louis non se ne accorse.
Continuammo a camminare per altri venti minuti circa, mentre quel buio nero si faceva sempre più nero avvolgendoci completamente, perchè le uniche luci erano quelle di alcuni lampioni qua e là, posizionati davanti ad alcune case, tra le quali potei riconoscere la mia. Subito velocizzai il passo, mia madre non voleva che stessi fuori casa per troppo tempo. Mi staccai dunque dalla presa di Louis, che si mise le mani in tasca, per riscaldarle.
Quando giungemmo sulla soglia di casa, mi tolsi la giacca di Louis e gliela porsi. -Allora...- iniziai -ciao-. E quando anche lui stava per salutarmi e non con sole e semplici parole (da come capii dal modo in cui si stava avvicinando furtivamente) mi tornò in mente Harry e la loro foto insieme trovata su quel suo profilo.
-Louis- bloccai le sue intenzioni in modo freddo ma spaventato allo stesso tempo. Lui mi rivolse uno sguardo, inumidendosi le labbra con la lingua. -Conosci Harry? Harry S-Styles?- aggiunsi quasi sottovoce ma guardandolo fisso negli occhi. -Si...- non feci in tempo a rendermi conto della sua risposta, che aggiunse -é il mio migliore amico, è lui che mi ha raccontato alcune cose su di te. E' per questo che conoscevo già il tuo nome-.
In quel momento mi sentii mancare. Due forti e freddi brividi scossero tutto il mio corpo e spalancai gli occhi guardando il vuoto. Perchè Harry aveva dato informazioni su di me e la mia vita a Louis? Cosa voleva da me? Perchè non mi aveva dimenticata e agiva a mia insaputa?
-Belle?- mi richiamò con quel soprannome che nessuno mi aveva mai dato, ma in quel momento non mi soffermai su ciò. -Harry è un tuo amico giusto? Ho detto qualcosa di sbagliato?- aggiunse con voce roca. Rivolsi il mio sguardo verso di lui, realizzando che Louis non sapeva. Non sapeva di me e di Harry insieme. Non sapeva di ciò che era successo. Stavo per dirgli tutta la verità ma mi arrestai sull'ultimo: -Si, si è un mio amico- aggiunsi poco convinta, sentendo gli occhi inumidirsi, tenendo però tutto dentro di me.
-Devo andare- e senza lasciarlo parlare, senza lasciare che mi ponesse domande, con ancora i suoi occhi puntati sui miei, aprii la porta di casa e la richiusi lasciandolo solo, fuori.
Mi rifugiai in camera mia, salendo le scale e sbattendo la porta. La mia mente era colma di domande alle quale cercavo risposte, ma invano. Mi stesi sul letto, impaurita dalla mia stessa vita e da ciò che stava accadendo in quel momento.
Mi coprii con le coperte, stringendole a me, forse più per la paura, per il bisogno di chiudermi in me stessa che per il freddo.
Mi lasciai avvolgere dal buio, dalla notte, dalla stanchezza e dal sonno che piombò su di me proprio in quel momento.
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I want you
Fanfiction-Vieni con me, ti porto a casa, Isabelle- In quell'istante un brivido scosse tutto il mio corpo -C-come fai a conoscere il mio nome?- dissi spostando il mio sguardo dal suo occhio sinistro a quello destro velocemente e in continuazione mentre la...