Mentre ero seduta sulla sdraia osservai le mie unghie colorate di quel blu cobalto che ero solita vedere esclusivamente sulle mani di mia madre.
"La pasta!" esclamò zia Giulia applaudendo leggermente per poi alzarsi in fretta e dirigersi di corsa verso la tavolata preparata dagli elfi domestici.
Dopo qualche minuto ci raggiunsero per pranzo anche mio padre e gli altri.
Le loro espressioni non erano delle più tranquille: dietro ai sorrisi forzati sapevo che si nascondeva una grande apprensione.
Mamma e papà si scambiarono un'occhiata che, senza il bisogno di dire nulla, sembrò far capire a mia madre tutto.
Il suo sorriso, anche questa volta, si spense poco a poco.
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Il pomeriggio trascorse comunque con grande tranquillità tra tante risate e nuotate e, verso sera, quando il sole oramai aveva iniziato a calare, noi ragazzi ci sedemmo sulla battigia ad ammirare il tramonto riflettersi sull'acqua, mentre le onde ci bagnavano i piedi.
"Ci mancherai moltissimo." disse Chiara senza distogliere lo sguardo dal mare
I suoi bellissimi occhi color ambra, illuminati dai dolci raggi solari, sembravano possedere una luce propria.
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"Anche voi." risposi guardandola
Per lunghi secondi non si sentì altro rumore se non quello delle onde che si infrangevano sulla spiaggia.
"Suvvia!- esclamò Filippo interrompendo quel silenzio- Che tristezza!" e alzandosi prese con le mani una grossa quantità di sabbia.
"Che cosa pensi di fare con quella?" socchiusi gli occhi ad una fessura
Ma non avevo fatto in tempo neanche a finire la frase che la palla si ritrovava già in volo andando a colpire sul collo Elena che si girò in direzione di Filippo inferocita.
"Ma cos'hai al posto del cervello?!" scattò in piedi colpendolo a sua volta
Non passò molto tempo che tutti avevano preso parte alla alquanto dolorosa battaglia di sabbia.
