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Era seduto, a terra, aveva freddo, ma non gli importava.

Le lacrime versate erano troppe, i singhiozzi silenziosi, non si poteva permettere di dare fastidio, altrimenti l'avrebbe picchiato.

Di nuovo.

La testa tra le mani, i capelli tra le dita e le unghie conficcate in testa.

Era stato picchiato tante volte, ma quella volta faceva più male.
Aveva sempre sperato in un cambiamento; ma quella notte, quella notte non era come le altre, era diversa.

La bottiglia era stata frantumata sulle sue gambe, le schegge costellavano quelle gambe piene di lividi, che un tempo erano bianche e lunghe.

Piangeva, non riusciva a capire cosa avesse distrutto la sua vita.

Non conosceva la causa di ciò che succedeva, sapeva soltanto che la sera, suo padre si ubriacava e spesso lo picchiava.

Lo picchiava forte, più di una volta lo costrinse ad andare in ospedale.

Gli occhi erano fissi sul pavimento, le mani tremavano, non voleva vedere il suo corpo costellato dai lividi,non voleva rendersi conto di ciò che era diventato.

Con paura, sollevò la maglietta e notò grandi lividi sullo stomaco.
Le gambe erano doloranti e con fatica cercò di trascinarsi in bagno.

Aprì lo scaffale contenente i vari medicinali e si medicò nel miglior modo possibile, estrasse tutte le schegge di vetro, senza piangere, lui era coraggioso.

Svogliatamente arrivò accanto al letto si sollevò e affondò la testa nel cuscino.

Stava per chiudere gli occhi, riposarsi, entrare nel suo mondo e magari immaginare come sarebbe stata la sua vita con un padre meno violento, ma venne disturbato da degli ansimi provenienti dalla stanza accanto.

Suo padre stava scopando.

Suo padre stava scopando con una puttana.

Suo padre stava scopando con una puttana nella stanza accanto alla sua.

Ancora.

Prese il cuscino e cercò di coprirsi le orecchie come meglio porteva, chiuse gli occhi facendo finta di non sentire e finalmente si addormentò.

Non Farmi MaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora