AMERICAN LOVE //Charlie Puth #wattys2017

Capitolo 1 - l'inizio

Martine

Adoro viaggiare in aereo.

Beh, io adoro viaggiare in generale.

Lasciare un posto per raggiungerne un altro è semplicemente fantastico. Nuove persone, nuovi posti, nuovi inizi.

Ho viaggiato solo una volta nella mia vita, mamma ha paura di qualsiasi mezzo di trasporto esistente e papà non vuole andare da nessuna parte senza di lei. L'unica volta in cui ho superato il confine di San Francisco è stata quando sono andata in gita scolastica a New York, in terza liceo. Ricordo ogni singolo dettaglio come se fosse successo ieri. La grande mela è, in poche parole, stupenda. Grattaceli altissimi, uomini e donne di corsa per non fare tardi a lavoro, spot pubblicitari enormi esposti sui palazzi. Di notte la città si illumina di mille luci colorate che ti faranno pensare: "wow, ma è proprio vero che la Nuova York non dorme mai". Ho passato tutti questi anni a desiderare di tornarci, ma non ne ho mai avuto l'occasione.

Questa però è un'opportunità per dare una svolta alla mia vita. D'ora in poi me la dovrò cavare da sola, non avrò più mamma e papà che si preoccupano di quello che faccio o come lo faccio.

L'aereo dovrebbe atterrare a Washington tra mezz'ora, dopodiché dovrò trovare un taxi che mi scorti fino al college. Le lezioni cominciano fra una settimana... non sto più nella pelle. Chissà quali amicizie stringerò nel corso di quest'anno scolastico e cosa succederà.

« Mi perdoni signorina, gradisce forse qualcosa da mangiare?»
Oh.
Ero così presa dai miei pensieri che non mi accorsi della hostess che stava venendo verso di me.
«Ehm, no grazie.»

Dall'ansia di scoprire come sarà la mia nuova vita, mi è passata la fame.

La voce del pilota rieccheggia tra le pareti dell'aereo per aggiornare i passeggeri su quello che sta per succedere.

«Gentili passeggeri, l'aereo atterrerà presso Washington tra ventidue minuti. Vi preghiamo di riallacciare le vostre cinture di sicurezza a causa delle possibili turbolenze che potremmo incontrare durante l'atterraggio.»

Ventidue minuti.

Ventidue minuti e tutto avrà inizio.

E io sono pronta.