Chapter 14

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Rebel pov's
Ecco una cosa da sapere sulle terme: alla fine della giornata si ci ritrova cotti a puntino.
E per quanto siano rilassanti, alla fine ci si ritrova stanchi morti.
Se non altro non devo guidare, Harry non permette a nessuno di toccare il volante della sua Range Rover.
«Ho preso la patente senza fare nemmeno un errore ai test, sai?» gli ho detto, ma non ne ha voluto sapere.
«Si, se é per questo io sapevo guidare molto prima di prendere la patente, e allora?» ha risposto lui, sbuffando.
A 16 anni avevamo preso la macchina di sua madre ed eravamo andati ad una festa dall'altra parte della città.
Se ci avessero beccati ci avrebbero probabilmente segnato la fedina penale, ma fortunatamente non avevamo incontrato agenti.
Sfortunatamente siamo tornati a casa proprio quando stavano rientrando i genitori di Harry...
Non ci siamo visti per due settimane quella volta.
La punizione era stata terribile, ma ormai ci ridevamo su.
«Bei tempi...» sussurro.
Lui continua a guidare, una mano sul volante e l'altra ai lati della bocca, la fronte corrucciata.
Ha quell'espressione impertinente da sempre. Solo che ora é anche sexy.
«Ci fermiamo a mangiare da qualche parte?» domanda ad un certo punto.
Guardo l'orologio. Sono le 21.30.
«Sto morendo di fame, qualsiasi cosa va bene.» esclamo, come risposta.
Dopo un paio di minuti di silenzio imbarazzante vediamo un icona lampeggiante gialla.
«Taco Bell?» dice, svoltando a sinistra.
Io in tutta risposta mi slaccio la cintura.
Harry accosta alla corsia del Drive In.
«Credevo che la macchina fosse sacra...» rido.
«Dentro é pienissimo, e qui non c'è nessuno. Ma se vuoi fare tu la fila...»
risponde lui, suonando al citofono.

"Sembriamo una vecchia coppia sposata", penso, con rammarico.

Dieci minuti più tardi stiamo mangiando tacos seduti in macchina, cercando di fare meno briciole possibili.
Io bevo una Cherry Coke e lui una Diet Coke.
In radio c'è Stevie Wonder, con "I just called to say I love you."
«Ti sei mai domandata cosa sarebbe successo, se non ci fossimo lasciati quel giorno? Voglio dire, se non ci fossimo dovuti lasciare... Staremmo ancora insieme adesso, o ci saremmo lasciati dopo uno, due anni?» lo dice senza pensarci su. Si morde un labbro quando vede che non so cosa rispondere.
«I-io... non lo so. Ero una ragazzina con il cuore spezzato. Ho letto e riletto quella lettera fino a consumare la carta, l'ho bagnata con le lacrime... Ho scritto almeno una decina di risposte, tutte diverse. Ma non avevo mai il coraggio di spedirtele. Non sapevo nemmeno dove fossi, quindi non aveva senso inviarle. Eppure... eppure all'epoca vedevo un futuro per noi, si. Ora non ne sono più tanto sicura.»
Non riesco a guardarlo negli occhi, non mentre dico queste cose.
Guardare i suoi occhi fa riaffiorare troppi ricordi.
Appoggio la testa allo schienale, sospirando.
Ormai mi é passato l'appetito.
Prendo il sacchetto della spazzatura e scendo per gettarlo via, senza aggiungere altro.
Sono quasi arrivata al bidone, quando sento vibrare il telefono nella mia tasca.

Chiamata in corso da: Harry

«Sono a meno di 50 metri da te, idiota.»
«I just called, to say I love you.»
Mi volto e lo vedo che mi saluta. É appoggiato al cofano della macchina. Reprimo un singhiozzo e trattengo le lacrime.
Sono indecisa; mi butto tra le sue braccia o parlo con lui al telefono?

Mackanzie pov's
«Non ricordo i dettagli di quella serata.
Ricordo solo di essermi ubriacata, come non mi ero mai ubriacata fino ad allora...» sospiro, poggiando la mano sul suo petto.
Seguo i contorni dei suoi tatuaggi.
Non so neanche come ci siamo finiti, di nuovo a letto insieme.
«Non eri poi così ubriaca Mack. Semplicemente non reggevi l'alcol.» aggiunge lui.
«Non siamo tutti come te, sai? Le persone normali hanno una soglia etilica più bassa della tua.» aggiungo ridacchiando.
Sono le cinque del mattino e stiamo parlando da ore.
Eppure non mi sento per niente stanca.
Forse vagamente affamata... Ma solo di lui.
Sento la sua mano calda percorrere la mia coscia, una, due volte.
Mi stuzzica in continuazione, da ore.
Ormai sono completamente a mio agio con il mio corpo; neanche quando stavo con lui da mesi sarei riuscita a fare finta di niente, completamente nuda.
Lui emana sicurezza. Da una parte é affascinante, tenebroso. Dall'altra ha una risata talmente vera da farmi sciogliere il cuore.
So che in fondo, è sempre lui.
Il mio Zayn.
Ma allo stesso tempo so che non é per nulla "mio", perché sta con Gigi.
Mi chiedo se anche quando stava con me non ci avrebbe pensato due volte a tradirmi. Eppure la situazione é diversa, sono la sua ex, no?
«Ci sono giornate in cui non penso a niente che non sia "se non avessi agito in quel modo, la mia vita sarebbe diversa?» esclama.
Parla di noi, o dei One Direction?
Probabilmente entrambi.
Mi chino su di lui per dargli un ultimo, tenero bacio, prima di alzarmi e raccogliere i miei vestiti, sparsi in giro per la stanza.
«E poi c'è la notte, Zayn. C'è chi fa l'amore, chi legge un libro e chi resta sveglio a pensare. Io sto sveglia a pensare a quel disastro irrimediabile della mia vita.»
Mi sistemo i capelli ed esco, diretta alla mia suite.
Sono le 5.49 di un qualunque giorno a New York.
«Troppo presto per chiedere un mojito?» chiedo, alla mia guardia del corpo.
Lui ride, ma scuote la testa.
Lo prendo per un no.

If Everything Is Possible [One Direction Fanfic]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora