Gli sguardi e le parole mancate

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31 dicembre 2013 ~ Venezia

Arrivati al centro mi sono attaccata al campanello e quando finalmente hanno aperto ho cercato di infilarmi nella fessura, senza risultato.

Troppa ciccia, troppi dolci, troppo.

Avevo esagerato a Natale, e ora, solo ora, me ne rendevo conto.

Tremavo.

Una foglia sul ramo in autunno, tormentata dalla tempesta, mi tenevo attaccata al mio albero, senza volerlo lasciare.

I suoi occhi, cercavo i suoi occhi.

Quegli occhi blu che ti annullano quando li guardi.. e, dio, ti levano il fiato.

Entrai nel salone dove stavano tutti mangiando, lo cercai con lo sguardo e non lo vidi.

Salii le scale per posare alcune cose e prendere il pranzo, ma lo stomaco mi si era chiuso dalla mattina, dopo la capatina veloce allo specchio.

La tensione e l'ansia contribuivano ad aumentare la mia nausea, quindi niente, presi solo una bottiglietta d'acqua e la utilizzai come pranzo.

Sul pozzo c'era una mia amica.

Corsi ad abbracciarla e solo dopo me ne sono accorta.

L'ho visto, seduto sul muretto, e lui mi ha visto.

È venuto da me, quasi subito, mi ha messo un braccio sulla spalla, ho messo la mia mano sulla sua, mentre il mondo girava all'impazzata.

Il fiato mi mancava, mentre quei 228 km diventavano pochi millimetri.

~continua...

Una lacrima vestita di rossoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora