12. Primo Grande Amore

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Octavio non era a palazzo in quel momento, aveva una commissione importante. Aiutava i deboli e i bisognosi e una volta finito, tornò a palazzo. Quando rientrò vide la futura sposa coperta da un velo in faccia e l'imperatore era seduto accanto a lei.

«Octavio finalmente, aspettavo proprio te» disse Augusto
«È la sposa?» chiese Octavio.
«Si» rispose l'imperatore.
«Sono davvero contento mio signore» disse il servo.
«Vuoi vederla?» chiese l'imperatore.
«Se me lo permettete, si» chiese Octavio.
«Prego» disse Augusto.

Si avvicinò alla sposa e le stava togliendo il velo quando rimase pietrificato. La donna che avrebbe sposato l'imperatore era la donna di cui si era follemente innamorato. Lei la guardava con le lacrime agli occhi mentre lui era rimasto senza parole.

«Allora? Non è stupenda?» chiese Augusto.
«È come una dea mio signore, ha fatto la scelta più giusta che potesse fare» affermò Octavio distrutto dentro.
«Bene, oggi ci saranno le nozze, prepara tutto. E mostrale la sua stanza» affermò.
«Si mio signore» ubbidì agli ordini a malincuore.

L'imperatore andò a prepararsi per la cerimonia, mentre Octavio accompagnò la sposa nella sua stanza.

«Non potete lasciarmi sposare il vostro signore!» la fanciulla era in lacrime.
«Non posso fermarlo» disse dispiaciuto.
«Hai paura!!» arrabbiata.
«Nessun suddito può osare fermarlo! L'ultima volta che qualcuno l'ha fatto, è stato ucciso. E se lo faccio io, ucciderà me e lei insieme» incapace di fermare l'imperatore.
«Ma vi conoscete fin da piccoli!» disse speransosa.
«Non ha importanza. Io rimango sempre un suddito» disse Octavio.
«Io non lo amo! Io amo lei!» tenendogli le spalle.
«E io amo lei, Valencia!» tenedola stretta a lui.
«Scappiamo!» disse la fanciulla.
«Ci cercherebbe e ci farebbe uccidere. Troveremo un altro modo ma al momento lo dovete sposare» disse Octavio.

Valencia fiduciosa, ascoltò il suo amato con le lacrime agli occhi. Le nozze erano bellissime c'erano fiori e persone ovunque. La notte del matrimonio, proprio quando stava per iniziare, vennero interrotti dalle guardie.

«Mio signore lo abbiamo trovato» disse la sua guardia.
Lasciò la sua sposa e si diresse verso la destinazione. Octavio si precipitò a vedere cosa stesse accadendo.

«Dov'è andato?» chiese confuso.
«Non lo so. Hanno detto che l'hanno trovato» rispose Valencia.
«Trovato chi?» chiese nuovamente.
«Non lo so» rispose la fanciulla.
«Capisco» disse perplesso.
«Vieni» Lo trascinò nella stanza e chiuse senza che nessuno li vedesse.
«Valencia? Devo andare subito» disse preoccupato.
«No resta» disse la fanciulla.
«Non posso. Se lui viene ci ucciderà amor mio» tenendole il viso.

🎶Raign- Don't let me go🎶

«Dimmelo di nuovo amor mio» disse la fanciulla.
«Sei l'amore della mia vita» disse Octavio.
«Octavio» disse.
«Devo andare» insistette.
«Non tornerà adesso» affermò la fanciulla.

«Come lo sapete?» chiese.
Valencia lo baciò e lui la fermò. Si guardavano dritto negli occhi. Lei si avvicinò al suo orecchio «Voglio essere tua»si riguardarono dritto negli occhi e la baciò appassionatamente, finirono sul letto dell'imperatore. L'amore li stava consumando più che mai. «Ti amo» le disse.
«Ti amo» disse Octavio. Le baciò le mani. «Il tuo cuore mi appartiene» disse nuovamente.

Nel frattempo l'imperatore stava nascondendo un terribile segreto.
«Quindi sei tu l'ultimo» disse Augusto maleficamente.
«Mi risparmi la prego» implorandolo.
«Amedeo, procedi» disse nuovamente.
«Si mio signore» ubbidì.

Lo legarono contro un tronco e lo bruciarono vivo. Era un ragazzo messo a rogo.
«Adesso abbiamo tutto mio signore. Lelisir sarà pronto» disse Amedeo.
«Amedeo, questa sera mi sono sposato. Amo molto la mia sposa, voglio che lei abbia la mia stessa eternità. È possibile vero?» chiese Augusto.
«Mio signore la pozione era solo per lei» sorpreso della sua richiesta.
«Si ma adesso ho cambiato idea, la voglio anche per la mia sposa! E voi mi darete questa pozione altrimenti le taglierò la testa. A voi la decisione. Vi ricordo che i vostri figli sono ancora nei sotterranei. Potrei farli uccidere quando voglio lo sapete, vero?» minacciandolo.
«Si mio signore, le farò quella pozione» ubbidì.
«Bene. Ti ricordo che sono un mago più potente di te» affermò.
«Mi chiedevo, dato che lei è un mago così potente perché chiedete aiuto a me» chiese.
«Perché ho bisogno di aiuto» affermò.

Augusto usava la magia di quel mago perché nel suo Grimorio diceva che dovessero essere sacrificati venti maghi per far funzionare l'elisir dell'eternità. Lui era molto potente e ben presto avrebbe ottenuto ciò che aveva lottato per anni. Aveva imparato la stegoneria all'età di 13 anni. Ne aveva uccisi 19 e l'ultimo doveva essere proprio Amedeo. Solo che lui non lo sapeva ancora.

Dopo il terribile segreto, Augusto tornò dalla sua Valencia, e riprese ciò che non era riuscito a terminare. La fanciulla a malincuore dovette stare lì con lui. La mattina seguente lei era seduta davanti lo specchio a pettinarsi i capelli. Lui si alzò e la prima cosa che fece era controllare le coperte, erano ricoperte di sangue. Scese dal letto, si diresse verso di lei, lei si voltò verso di lui.

«Siete stata pura fino al mio arrivo» La fanciulla non rispose, la sua purezza era stata spezzata da Octavio e lei ne andava fiera anche se Augusto non lo sapeva «Dobbiamo festeggiare.»

Dopo quindici anni di matrimonio con l'imperatore e quindici anni che continuava ad amare Octavio, l'imperatore ottenne la pozione. Organizzò una festa e invito tutti i suoi conoscenti nobili. Tutto andava per il verso giusto. Lei era bellissima durante la festa e Octavio le faceva complimenti con gli occhi non potendo parlarsi in pubblico. Una guardia si avvicinò all'imperatore e Octavio sentì senza farla apposta.

«Sono morti, mio signore» affermò la guardia.
«Bene» disse l'imperatore.
«Che ne facciamo di Amedeo?» chiese la guardia.
«Uccidetelo» affermò.
«Si mio signore» disse.

La guardia obbedì e si diresse nei sotterranei. Octavio lo seguì, vide che lo uccideva, dopo che tutto era stato svoltò ,le guardie se ne andarono, lui entrò e vide l'uomo semi-morto.
«Signore, si tiri su» disse Octavio.
«Octavio» disse Amedeo.
«La conosco?» chiese sorpreseo nel vedere che conoscesse il suo nome.
«No, non ..mi conosci» tossicò.
«Allora come sa il mio nome?» chiese incuriosito.
«L'imperatore, per anni ha cercato l'elisir della giovinezza, ma per far sì che funzioni doveva uccidere venti stregoni» tossicò nuovamente «Io ero il ventesimo, poi ha voluto l'elisir anche per la sua sposa. Io ho dato la pozione all'imperatore»
L'elisir della giovinezza? era confuso a quello che disse il mago.
«Si, ma lui non sa una cosa» disse Amedeo.
«Che cosa?» disse Octavio.
«Se l'amore fosse stato puro allora l'elisir con lui avrebbe funzionato, ma io ho visto che il suo amore non è puro. Tu e Valencia, il vostro amore è puro» disse Amedeo.
«Cosa?» Octavio chiese.
«Io l'ho visto» tossicò «La devi portare via, lui è uno stregone molto potente»
«Non può essere» affermò.
«Credimi, se non la porti via, capirà perché l'elisir non funziona e vi ucciderà entrambi» disse Amedeo.

_fine decimo capitolo_

•Commento personale
Ragazzi!!
Grazie mille per le persone che seguono questo libro. Siamo arrivati a 1170 views wow, vi ringrazio di cuore e il mio libro è arrivato al 63' posto su paranormale. Grazie infinite 😘
Gli aggiornamenti sono disponibili nella mia bio. Vi aspetto al prossimo capitolo intitolato "L'origine della maledizione" dove Valencia spiega come vennero maledetti e da chi vennero maledetti.

•Obiettivo per questo capitolo
-Una bella stella accesa per me se vi piace il capitolo :)
-Commenti a volontà per sapere le vostre opinioni

Saluti la vostra She

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