Prologo

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Nick era di pattuglia con Wolfard quando arrivò una chiamata alla radio.


Un'altra lite tra ubriachi e come al solito il lupo si sbrigò in fretta e furia e sistemò subito tutto, per quelle piccole faccende non chiedeva aiuto al compagno visto lo stato d'animo in cui si trovava.


"Nick, posso capire come ti senti è capitato anche a me lo sai, ma ormai sono passati tre mesi e non sei mai andato a trovarla" disse il lupo.


La volpe si girò verso di lui e senza guardarlo disse "Ci penserò su, forse domani ci vado, grazie per la preoccupazione"


Arrivati in centrale Nick andò verso il suo ufficio, e ogni volta che ci entrava gli pareva di sentire la sua voce riprenderlo per qualche assurdo motivo che conosceva solo lei, per poi accorgersi che era solo.


Dopo aver sistemato poche scartoffie partì per tornare a casa e lungo la strada pensava solo a lei, la sua Carotina, a quante volte erano passati da li e si erano fermati per bere qualcosa assieme nel bar dove ora di tanto in tanto andava ad ubriacarsi, ma non quella sera, quella sera sarebbe tornato a casa e il mattino successivo avendo il giorno libero sarebbe andato a trovarla non sapendo se questo gli avrebbe dato pace o solo fatto soffrire di più.


Il giorno dopo Nick prese l'auto e si avviò lungo la strada che portava al Central Hospital, era da tre mesi che non ci entrava, da quando lei era stata ferita, poi pensò a tutte le volte che era lui ad esserci stato come paziente, solo una volta per colpa sua, le altre tre, o forse quattro, per difendere lei, che prontamente si metteva a piangere perchè la sua impulsività andava a mettere a rischio l'amico, l'ultima volta si era beccato anche dello stupido e incosciente per essersi messo davanti a lei e avergli fatto scudo da una pallottola che lo costrinse a letto per un mese, non che la cosa gli importasse, ai suoi occhi lei lo aveva salvato da una vita di truffe e pestaggi e se questo voleva dire prendere un colpo al posto suo lo avrebbe fatto senza esitare, ma ora era successo il contrario e mentre lui cadeva spinto via dalla collega vide il proiettile colpirla in testa, e non sapeva nemmeno lui dire se fosse stato un miracolo o una maledizione a non ucciderla visto lo stato in cui ora si trovava, arrivato alla stanza entrò.


Lei era li, distesa, esattamente come tre mesi prima, con solo i macchinari dell'ospedale a tenerla in vita, gli passò le dita tra le lunghe orecchie e gli baciò la fronte come se potesse bastare quello a svegliarla dal profondo coma in cui si trovava poi prese una sedia e si mise di fianco alla partner e cominciò a parlargli.


"Ciao Carotina, sai alla fine, a forza di dai, Wolfard mi ha convinto a venire trovarti" Nick era convinto che lei non potesse sentirlo, ne era sicuro, stava parlando con un corpo che non riusciva a fare niente senza l'ausilio delle macchine dell'ospedale, nemmeno respirare, un vegetale.


Gli raccontò molte cose e stette a parlargli per quasi tutto il giorno, finchè il personale dell'ospedale non gli disse che doveva uscire, quindi tornò a casa.



Note

E come tutte le mie storie, anche questa inizia in modo triste, ma state tranquilli, non è ancora morto nessuno, c'è ancora speranza.

Scusate il ritardo ma ho avuto qualche problema tecnico

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