Jessica (Terza Parte)

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Jessica fissava la iena che stava di fronte a lei con sguardo severo, la tentazione era di tirargli un altro pugno in pieno muso, anche se in fondo lo sapeva che non sarebbe servito a nulla, il precedente non lo aveva nemmeno sentito, per non parlare del calcio nelle palle, qualunque altro mammifero si sarebbe raccomandato di crepare il più in fretta possibile pur di non patire una tale sofferenza dopo un colpo del genere, mentre lui si era limitato a fare una scenata per qualche attimo, per poi dimostrarle quello che lei dopotutto già sapeva, lui non aveva punti deboli e, probabilmente, l'unico modo per abbatterlo era sparargli, rigorosamente di sorpresa ed in mezzo agli occhi, ma soprattutto dal più distante possibile, perché se la mira non fosse stata accurata ed il proiettile avesse malauguratamente colpito una parte non vitale, allora in quel caso potevi ritenerti completamente fottuto, non avresti avuto il tempo né di sparare un altro colpo e neppure di scappare, in ventisei anni di appartenenza al N.I.D. lui non aveva mai fallito una missione, non l'avevano mai scoperto durante un'infiltrazione e se anche fosse accaduto non sarebbe stato per più di qualche secondo prima che la testa del malcapitato di turno cominciasse a rotolare a terra senza che potesse rendersi effettivamente conto di chi aveva davanti. 

Jessica era sempre stata ritenuta uno degli agenti migliori e tra i più letali dell'agenzia, era innegabile che dopo quanto accaduto con Larry avesse cominciato a trarre piacere dal massacrare quelli che a conti fatti erano i nemici del N.I.D. e di conseguenza anche di Zootopia, con una serie di uccisioni che già ai primi tempi non si potevano più contare sulle dita di entrambe le zampe, anche considerando che la sua prima missione seria, commissionatagli direttamente dal cervo che l'aveva trascinata a forza in quel mondo, che scoprì chiamarsi George Hammond, si rivelò trattarsi di un vero e proprio massacro di un'intera famiglia di conigli che comprendeva i due genitori e i sette figli, non le era mai stato spiegato il motivo, ma in fondo che importava, erano finiti nelle loro mire, di conseguenza dovevano pur aver fatto qualcosa per meritarsi un trattamento simile. 

Ma Mason, lui era un qualcosa che andava oltre il concetto di killer professionista quale lei era, lui era un'autentica macchina per uccidere, non importava chi fosse il bersaglio, poteva essere un barbone per strada di cui non sarebbe mai fregato nulla a nessuno della dipartita o il mammifero più importante e protetto del mondo, non ci stava alcuna differenza se non nel tempo che avrebbe impiegato, ma il risultato era scontato fin da subito, avrebbe vinto lui, sempre e comunque. 

"Allora...".

Jessica rilassò lo sguardo, rivolta verso colui che le aveva insegnato tutto quello che ora sapeva fare, attirando la sua attenzione verso di lei. 

"...mi dici che hai fatto di così importante per sparire per quindici anni?". 

La iena socchiuse per qualche secondo gli occhi, sbuffò e poi rivolse un sorriso alla lepre. 

"Non posso, è top-secret, l'unica cosa che posso dirti è che sono stato mandato a Emmeria da Hammond, a recuperare quello". 

Indicò dietro di lui e la lepre sporse lo sguardo oltre il corpo del predatore notando solo in quel momento che appoggiata al muro ci stava una ventiquattrore in simil pelle nera munita della classica chiusura a combinazione numerica, probabilmente l'aveva appoggiata lì non appena era entrato. 

"Che c'è dentro? Non voglio che porti roba pericolosa in casa mia". 

"In teoria dovrebbe essere un segreto, ma si, in fondo chi se ne fotte, ci ho messo quindici anni per recuperarlo, potrò farci quel cavolo che mi pare...".

Detto questo la iena si voltò facendo qualche passo verso l'entrata dell'appartamento, dove aveva depositato la valigetta, la prese per poi tornare davanti la lepre e posarla sul tavolo, Jessica lo osservò curiosa mentre inseriva la giusta combinazione sulle due serrature per poi farle scattare, senza tuttavia aprirla. 

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