FLASHBACK - Una multa di troppo (Terza parte)

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Si svegliò nel buio totale, spalancando gli occhi e trattenendo a stento un urlo, tremava come una foglia per poi rendersi conto che si era trattato di un incubo, quell'incubo che ormai credeva di aver superato, si guardò attorno cercando di capire dove fosse, la testa le faceva un male bestia, Jessica si girò di lato capendo che era sdraiata su un letto, provò ad alzarsi ma una tremenda fitta al fianco la fece gemere e crollare a peso morto, i suoi occhi si stavano pian piano abituando all'oscurità, a parte il letto dove era distesa vide un tavolino con una lampada li vicino, dopo aver allungato la zampa e aver annaspato in cerca dell'interruttore la luce si accese, accecandola per qualche istante.

Riparandosi gli occhi si guardò attorno, si trovava in una stanzetta che sarà stata si e no due metri per cinque, l'unico mobilio era un armadio scassato a cui mancavano alcune ante e l'unica presente con ogni probabilità non era nemmeno la sua, poi cercando di capire il motivo della fitta, abbassò lo sguardo al suo corpo, era senza la parte superiore della divisa, il ventre era scoperto e il petto era completamente fasciato, controllando il lato destro, dove aveva sentito dolore, notò che le bende erano leggermente sporche di sangue.

Nonostante fosse in grado di mantenere il sangue freddo anche in situazioni estreme, non sapere dove si trovava e non ricordarsi come ci fosse arrivata, ferita tra l'altro, la spaventava, dopo essere scesa dal letto e aver provato a mettersi in piedi la testa cominciò a girargli, facendola barcollare e cadere a terra, Nick entrò in quel momento, avvicinandosi a lei ed aiutandola ad alzarsi.

"Sta ferma, la ferita non è grave, ma farai saltare i punti se ti muovi così bruscamente" Lei era ancora parecchio agitata e si staccò velocemente da lui, perdendo nuovamente l'equilibrio, sedendosi a terra e poggiando la schiena al letto.

"Perché sono ferita? Che diavolo mi hai fatto?" Nick si sentì parecchio offeso, capendo poi che lei era nel panico, decise quindi di tralasciare e cercare di calmarla.

"Tranquilla, non ti ho fatto nulla. Non ricordi che è successo?"

Nonostante le forti emicranie si sforzò di pensare, cominciando a ricordare cos'era successo, seppur con difficoltà.

"Manchas, siamo andati a casa dell'autista della limousine, quello di cui ci ha parlato Kevin"

Nick annuì "Ricordi altro?"

"Qualcosa riguardo a Otterton, il fatto che si comportava come un selvaggio e...ululatori notturni, non so di cosa parlasse, dopo di questo buio completo"

Nick vide che farla parlare l'aveva già calmata a sufficienza, quindi proseguì lui a dirgli quello che lei chiaramente non poteva ricordare.

"È successo tutto così in fretta che ancora non ho ben capito le dinamiche, ma dopo che ha chiuso la porta per togliere il chiavistello abbiamo sentito un rumore all'interno, un tonfo, come un corpo che cade a peso morto sul pavimento, quando hai aperto la porta per entrare lui ti ha assalita colpendoti con una zampata, ferendoti con gli artigli, hai perso i sensi subito dopo battendo la testa sul pavimento"

Jessica non ricordava nulla di tutto questo, ma ascoltandolo si rese conto che non stava mentendo, per cui annuì e gli fece cenno di continuare.

"La cosa strana è che si comportava come lui stesso aveva descritto Otterton, era a quattro zampe e ringhiava, completamente selvaggio e non stava fingendo, comunque sono riuscito a prendere il tuo taser dalla cintura e stordirlo quanto bastava per portarti via da li, poco prima che mi saltasse addosso"

Jessica abbassò nuovamente lo guardo al suo fianco fasciato per poi rivolgerlo alla volpe "Sei stato tu a sistemarmi?"

"Cosa? No no, non sarebbe venuto così bene, a ricucirti è stato..."

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