Arrivammo a L. la sera del 28 agosto, per stabilirci lì prima dell'inizio della scuola. Ritrovai la città simile a com'era quando ero ragazzo, ma per gran parte disabitata. Molte case erano stranamente sbarrate, come se ci fosse stato un esodo. La cosa era abbastanza strana: una piccola cittadina col tempo o si ingrandisce e diventa una grande città o si rimpicciolisce fino a scomparire, questo è fisiologico nei tempi d'oggi. Ma i periodi in cui avvengono questi fenomeni sono molto più lunghi. Nel giro di vent'anni L. aveva più che dimezzato i suoi abitanti. Venni a sapere qualcosa di più quando, quella sera stessa, dopo aver cenato, visitai il bar del vecchio John S. Non mi sarei immaginato affatto di ritrovarlo lì, ancora in piedi. E invece eccolo lì, l'insegna in stile anni '50.
Al bancone quella sera trovai una signorina sulla ventina, bionda. Aveva un'aria amichevole ed aveva un fascino che mi ricordò subito il fascino della figlia di John S., che quando ero bambino faceva uscir di senno molti uomini in città.
"Buonasera, desidera qualcosa?" mi chiese, osservandomi attentamente.
"Scusi, sono appena arrivato in città e sono passato da qui. Da bambino ho vissuto a L. e ho deciso di ritornare con mia moglie e nostra figlia".
"Ah, davvero? Lei chi è?" chiese incuriosita.
"Timothy F."
"Ah, il figlio del signor F. di Bolton Street?"
"Esatto".
"Conoscevo suo padre, sa?"
Mio padre era un uomo abbastanza noto in giro. Morto sette anni fa. Infarto fulminante. Rischio di morire anch'io di infarto... ma forse sarebbe anche meglio. Ho pensato al suicidio, ma l'istinto di sopravvivenza ancora prevale... e prima devo finire di raccontare... mi dilungo inutilmente forse... ma un uomo nel mio stato mentale cosa deve fare? Mi rimane solo questo e ricordare mi può far bene. Forse.
Chiesi alla ragazza se il vecchio John fosse ancora vivo e mi comunicò che era ormai deceduto da tre anni. Lei era la nipote, Sarah, figlia di Tyler, il celebre palestrato con la mania di fare l'attore, che si credeva il nuovo Arnold Schwarzenegger. Ovviamente i suoi sogni hollywoodiani andarono in fumo e finì a spazzare il negozio del padre e poi divenne il nuovo proprietario. La giovane mi spiegò anche che l'esodo era iniziato una decina d'anni prima, quando inaspettatamente l'unica grande fabbrica di L. era stata smantellata a causa della scomparsa del suo proprietario, il signor B. Fu ritrovato un mese dopo in avanzato stato di decomposizione, privato di tutti e quattro gli arti. Povero signor B... lo ricordo come una persona per bene. Non era il tipico capitalista che per guadagnare qualche quattrino in più è disposto a tagliare sugli stipendi dei dipendenti. Sarah continuò dicendomi che in seguito alla chiusura della fabbrica molte famiglie erano state costrette a spostarsi da L. in cerca di fortuna. La città era ridotta allo sfascio. Nessuno si interessava più di L., erano rimaste solo poche attività commerciali che erano il minimo indispensabile affinché la città non morisse definitivamente. Ma qualcosa contraddistingueva quella cittadina dalle altre. Dopo il tizio del luna park e il signor B. la sete di sangue di L. non si era fermata lì. Cose strane accadevano in quel posto. Cose che mi avrebbero perseguitato fin qui, nell'assurdo più assoluto.
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Il Terrore dell'Ultima Luna
HorrorTim è un uomo comune. O almeno così crede. Da bambino ha vissuto una strana e inquietante esperienza, ma l'ha dimenticata. Oggi ritorna nella sua città natale, dove capita una strana serie di omicidi. Tim cadrà in un vortice d'orrore e disperazione...