La mia storia inizia più o meno due giorni dopo essere ritornato a L. Le cose stavano andando piuttosto bene, Lily era curiosa di conoscere i posti dove suo padre era cresciuto e anche per me era abbastanza piacevole perdermi fra i ricordi di quel posto. Cercai qualche vecchio amico d'infanzia e dopo aver constatato che la maggior parte di essi era scomparsa o andata via, incontrai casualmente Andy, compagno di scuola alla vecchia elementare di L., mentre andavo a fare benzina alla mia amata Dodge Charger. Non mi riconobbe subito e perciò andai a salutarlo nella speranza che da qualche parte nei meandri della sua mente si sarebbe ricordato di me:
"Ehi, sei Andy T., giusto? Sono Timothy F., andavamo insieme alle elementari di L."
"Timothy F.? Oddio Tim, cosa diamine ci fai in questo posto?"
"Sono ritornato con la mia famiglia e ho intenzione di restarci".
"La gente scappa da L. come se ci fosse la morte nera e tu ritorni in questo posto dimenticato da Dio. Che cosa ti porta qui, vecchio mio?"
"A pensarci bene niente Andy, se non la nostalgia di questa vecchia topaia! L. alla fine è pur sempre la mia città natale!"
"Bene... bene, Tim, sempre meglio avere qualcuno di nuovo in città. Da queste parti non c'è rimasto quasi più nessuno".
La conversazione si interruppe lì e io andai a casa, dove Alyssa stava ancora rimettendo a posto le scatole del trasloco. Ripensandoci ora notai un non so che di compiaciuto nello sguardo di Andy, come se fosse stato felice di aver visto un volto nuovo a L.
Quella stessa sera, ritornando verso casa, sulla stradina che collega il centro di L. alla periferia dove si trovava la mia vecchia casa, intravidi una luce fioca stagliarsi tra le cime dei secolari pini che circondavano la periferia e attratto dalla fatale curiosità mi fermai sul ciglio della strada e scesi. All'improvviso percepii di nuovo la terra tremare, proprio come era successo molto tempo prima al luna park, ed un ondata di terrore si insinuò nelle mie viscere. Corsi a ripararmi sotto un gigantesco pino dalla corteccia bruna e mi sedetti ai suoi piedi. Avevo il fiato corto ed il cuore rimbombava in gola facendo solo aggravare il mio panico. Cos'era stato? Perché la terra era ritornata a tremare? E di nuovo quella sensazione che qualcosa di male stava per accadere. Avevo la testa appoggiata sulla corteccia ruvida del pino e il sudore continuava a grondare copioso dalla mia fronte. Portai la mano in alto per asciugarmi e fu in quel movimento che intravidi qualcosa sulla corteccia. Qualcosa di inciso. Inciso con un grosso coltello, forse da caccia. Ma quel che mi lasciò attonito fu il messaggio di quella incisione. Erano raffigurati due cani con i denti aguzzi rivolti verso la luna. Due cani... la luna... perché diamine quella macabra incisione mi era familiare? Il luna park. L'uomo impiccato. Qual era lo squilibrato mentale che faceva queste cose? Non fui capace di darmi una risposta logica. Non ancora. Ma ora... ora tutto è fottutamente chiaro... chiaro? In fondo la cosa è ancora più allucinante... tutte quelle cose, i tarocchi, la luce... non può finire così. Non può. La mia famiglia deve sapere cosa mi è capitato, il mondo intero deve sapere... ma lasciatemi continuare nella mia storia. Dopo aver visto quella cosa, e dopo aver ritrovato un briciolo di calma, mi alzai con l'intenzione di scappare il più lontano possibile da quel posto. La mia curiosità dovette rimanere insoddisfatta per quella sera, ma presto quella luce si sarebbe fatta rivedere. E le cose avrebbero preso una brutta piega.
Aspettate, di nuovo quel fruscio... che cosa diamine è? Maledetti... maledetti... sono qui. Sento qualcosa... uno sguardo su di me... (NdC: Segue uno scarabocchio non identificabile). Sono i miei nervi...
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Il Terrore dell'Ultima Luna
HorrorTim è un uomo comune. O almeno così crede. Da bambino ha vissuto una strana e inquietante esperienza, ma l'ha dimenticata. Oggi ritorna nella sua città natale, dove capita una strana serie di omicidi. Tim cadrà in un vortice d'orrore e disperazione...