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La convalescenza di Marcia durò appena un giorno. Poi suo padre entrò nel cubiculum urlando per quale motivo la sua colazione non fosse pronta. Sonnacchiosa e spaventata, Marcia si precipitò giù dalle scale ma mancò un gradino e fece gli ultimi di volata, colpendo una madia con la tempia. La mamma gettò un grido d'ansia e subito lei e Furnilla la ricoprirono di attenzioni.

Quello spiacevole incidente causò un altro giorno di reclusione, ma non fu suo padre a metterla in piedi, bensì lei stessa, che non aveva intenzione di buscarsi i soliti rimproveri. E voleva tornare il prima possibile alla scuola dei Dioscuri. Soprattutto, voleva rivedere il giovane ribelle dai capelli rossicci e l'intrepida Ulpia Traiana.

La ressa nella classe del grammatico Morsione, però, le impedì di scorgere il bel viso angelico che tormentava i suoi sogni. Dopo l'iniziale confusione venne imposto il silenzio. Il grammatico iniziò a parlare del presocratico Democrito e della sua teoria degli atomi. Alla pausa di mezzogiorno, i ragazzi si riunirono in capannelli per consumare il loro ientaculum e aggiornarsi sui pettegolezzi. Marcia fuggì via, perché alcuni si stavano avvicinando al letamaio e temeva che potessero vederla.

Per tre giorni ritornò, assistendo alle lezioni e prendendo diligenti appunti nella propria memoria. In casa non possedeva neanche un frammento di papiro e se l'avesse domandato a Quinto lui avrebbe voluto conoscere la ragione e lei, ovviamente, non avrebbe potuto rivelargliela. Ma tra poco sarebbe caduto il suo tredicesimo compleanno e avrebbe potuto chiedere allo zio. A lui poteva raccontare tutti e non l'avrebbe giudicata male. Anzi, Marcia era pronta a scommettere che l'avrebbe incoraggiata nei suoi propositi.

Il quarto giorno, terminate le otto ore di studio, tutti gli allievi si riversarono per le strade, per partecipare alla fiera che si teneva in occasione delle Megalesia. Era una festività importata da Roma in onore di Cibele e Italica aveva fama di organizzare sempre giochi sontuosi in quell'occasione. Furono allestite recitationes di giovanotti imberbi che cercavano di guadagnarsi una qualche fama che li portasse per miracolo nella Capitale dell'impero, spettacoli teatrali di commedie palliate e togate di attrucoli da quattro soldi che ricevettero più fischi e mele marce che applausi, gare di pugilato e lancio del disco in cui si cimentarono anche gli allievi dell'ultimo anno della scuola di Morsione. Albazio, forte della sua corporatura massiccia, vinse uno scontro con un nanerottolo nerboruto e con i successivi e ben piazzati avversari; quindi chiamò dentro l'arena la sua fidanzata, reclamando lei e solo lei come trofeo. Suo fratello Cordio venne invece vergognosamente sconfitto nel salto in lungo dalla sua ragazza, Scribonilla, e il suo ego maschile ne fu gravemente colpito, tanto che ebbero una discussione accesa che li portò a prendere due strade differenti.

Marcia vagabondava tutta sola tra le tende allestite in poche ore, mangiucchiando una mela intinta nel miele e osservando il mondo divertirsi. Partecipò ad una gara di latrunculi e vinse un pollo. Ne fu felice, perché era da tanto che non ne mangiavano a casa e pensò che anche suo padre sarebbe stato contento, anche se non gli andava che le sue figlie passassero tanto tempo 'in giro per le strade'.

Passò davanti alla buca scavata in Cala Chitara dove si stava svolgendo un combattimento di galli ma non si fermò, perché la sua convinta fede animalista le impediva di vedere quelle povere creature soffrire per il pubblico ludibrio. Osservò con molto interesse invece la gara di velocità di cinque struzzi presi apposta dall'Africa, o così le disse la Papera che aveva scommesso tre sesterzi sul più scheletrico, dicendo che pesava meno e aveva meno massa da trasportare.

Marcia stava scambiando due chiacchiere con Egnazia, che teneva tra le braccia il figlio appena nato, quando urla eccitate attrassero la sua attenzione. Poco più in là, sulla spiaggia, un uomo ben pasciuto aveva appoggiato una gabbia coperta a terra e stava dicendo qualcosa alla folla che si andava riunendo. Marcia si avvicinò quando riconobbe una pingue ragazza dai capelli castano rossicci con le mani sui fianchi, intenta ad ascoltare.

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