Capitolo 15 - Confusion-

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EMMA POV
DRIN DRIN DRIN!
Apro gli occhi desiderando con tutta me stessa che non sia veramente la sveglia. Oggi devo tornare a scuola dopo i giorni di assenza, ho paura e non lo nego. Non so tra quanto riuscirò a superare tutto quello che è successo in quel luogo, Cole dovrà restare in ospedale per due settimane e spero di riuscire ad andare a trovarlo spesso. Dopo aver indossato dei jeans a vita alta con un maglione, scendo di corsa perché il mio stomaco brontola talmente tanto che potrebbero sentirlo anche i miei genitori dall'Italia. I miei genitori, non gli ho ancora raccontato quello che ho successo perché non voglio farli troppo preoccupare. Mi riprometto di chiamarli oggi, meritano di sapere.

"Pianeta terra chiama Emma. Pianeta terra chiama Emma." grida Emily tirandomi una penna.
"Si cosa c'é?"
"A che stavi pensando? Anzi a chi stavi pensando?" mi guarda con un sorriso malizioso.  Voglio davvero troppo bene a questa ragazza, nonostante mi conosca da poco mi ha capito subito.
"A nessuno"
"Mi credi scema? So che pensi a Cole! Come sta?"
"Meglio, e comunque non pensavo a lui. Stavo pensando a quel ragazzo che ti fissa dall'inizio della lezione." le dico ridendo. Emily si gira di scatto guardando il punto in cui sto guardando, per sua sfortuna scopre che sto fissando il professore.
"Signorina Mitchell ci degna finalmente della sua attenzione" il professore la incenerisce con gli occhi.
"Lei e la signorina Falchi dovreste stare più attente. Se parlate un'altra volta vi metto in punizione" oh fantastico ora mette di mezzo anche me.
"Faccia pure" lo sfida Emily. Ma questa é fuori di testa.
"Uscite dalla classe."
Come primo giorno di scuola non sta andando molto bene, raccolgo lo zaino e esco seguita dalla mia amica squilibrata.
"Ma sei scema? Perché non sei stata zitta Em?"
"Scusa ma non ce la faccio a mettermi i piedi in testa anche qui." dice sospirando.
"In che senso anche qui? Che succede?"
"Niente tranquilla. Andiamo al bar della scuola, ti offro una ciambella." cerca di cambiare discorso ma non mi frega.
"Emily dimmi cosa c'é che non va."
"Niente veramente"
"Non ti credo, parla. Sai che di me ti puoi fidare." Mi abbraccia e mi stritola le costole, mi sussurra un grazie.
"Em parlamene quando sarai pronta, sai che io ci sono. Non devi affrontare tutto da sola."
"Grazie Emma. Andiamo a mangiare quella ciambella ora." Non so come faccia a essere un momento triste e subito dopo la persona più allegra del mondo, questa ragazza mi nasconde qualcosa e devo scoprire cosa.

"Emma tesoro hai programmi per oggi?" mi domanda Liz mettendo una teglia di pasticcio in forno.
"Pensavo di andare da Cole, voi?"
"Noi dobbiamo lavorare, ma tu vai pure. Potresti farti accompagnare da Jack."
Cosa vedono i miei occhi, pane all'aglio. Penso di essere morta e in paradiso. Nonostante mia mamma sia leggermente più brava come cuoca, adoro la cucina di Liz.
"Si bella idea." rispondo iniziando a divorare il pane all'aglio. Il pranzo prosegue tranquillo, io intanto penso ai compiti che devo fare per domani e decido di portarmeli in ospedale.
MESSAGGIO A JACK : Ciao Jack sono Emma, mi potresti dare un passaggio in ospedale oggi?
MESSAGGIO DA JACK : Certo, arrivo da te per le tre. A dopo.

Noto solo ora che la macchina di Jack é tutta nera, l'altra sera era troppo buio per poter notare un qualsiasi particolare. Devo dire che mi sembra che sia notte stando in questa auto, Jack è gentilmente passato a prendermi e siamo diretti all'ospedale.
"Sei tornata a scuola oggi?" mi chiede spezzando il silenzio.
"Si ma non é andata molto bene, sono stata cacciata dall'aula alla penultima ora."
Scoppia in una fragorosa risata e io istintivamente gli tiro un pugno sul braccio, io lo chiamo pugno ma per lui é stata una carezza.
"Tu sei stata cacciata? Ma se sei la reincarnazione di Maria teresa di calcutta" continua senza smettere di sghignazzare.
"E sentiamo quale mostro ha osato mandarti fuori?"
"Il professore di economia. Ma non é colpa mia o almeno non del tutto. Stavo parlando con Emily e si é incazzato, lei gli ha risposto e ci ha detto di uscire."
"Ah ecco mi sembrava strano. Beh mia cara ribelle siamo arrivati" dice parcheggiando.

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