Capitolo 16 - Funeral-

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Apro l'armadio. Niente mi sembra adatto per questa occasione. La realtà è che vorrei proprio che non esistesse la necessità di scegliere un vestito per questa occasione, perché tutto questo non doveva succedere. Guardo per l'ennesima volta il mio guardaroba e alla fine scelgo un abito nero a maniche lunghe, lungo fino al ginocchio, che abbino a dei collant altrettanto scuri e infine infilo le mie Dr. Martens. Guardo fuori dalla finestra: sono le tre del pomeriggio, il cielo è nuvoloso, cupo. Le nuvole grigie stanno diventando sempre più nere, forse pioverà.
Il cielo esprime perfettamente lo stato d'animo della città, è così da stamattina e penso proprio che non migliorerà. Do un'ultima occhiata allo specchio, osservando i miei capelli raccolti nello chignon alto che ho fatto con molta cura, esco dal bagno e mi soffermo davanti alla stanza vuota che si trova davanti alla mia. La litigata di ieri riaffiora nella mia mente, ma decido di lasciarla da parte, oggi non posso pensare ai miei problemi con Cole. Scendo le scale e trovo Liz e Richard ad aspettarmi sulla porta.
"Sei pronta tesoro?" mi chiedono dolcemente, io annuisco e rivolgo loro un sorriso tirato, che cerco di far sembrare il più sincero possibile. Infilo il mio cappotto nero ed esco dirigendomi verso la macchina.

Arriviamo al cimitero in meno di mezz'ora, è appena fuori dalla città. I genitori di Clare hanno organizzato una piccola cerimonia all'aperto, non sono cattolici e io non ho mai assistito ad un funerale così. Siamo tutti raccolti attorno alla buca scavata ancora aperta per la bara e che solamente alla fine verrà chiusa. L'unico funerale a cui io sia mai stata in tutta la mia vita è stato quello della mia nonna materna, circa 3 anni fa, e si era svolto in una chiesa. C'erano molte persone, in tanti conoscevano la nonna, ma non è minimamente paragonabile alla folla che si trova qui ora. Sembra sia venuta l'intera scuola: insegnanti, studenti, mi sembra di vedere perfino Rose, la signora che fa parte del personale della segreteria. Non raggiungo i miei compagni e decido di rimanere vicino a Liz e Richard, scorgo Emily che è dalla parte opposta di dove sono io e prendo posto tra le ultime file. Mi sento un po' fuori posto, qui ci sono tutti i suoi amici, mentre io non la conoscevo se non di vista, qualche volta l'avevo notata tra i corridoi della scuola ma nulla di più. Eppure allo stesso tempo so che venire era la cosa giusta da fare, mi sento in qualche modo responsabile. Se Connor ha fatto quello che ha fatto, è anche colpa mia. Una voce a cui non riesco a dare un volto dà inizio al memoriale e dopo circa 10 minuti è la madre di Clare a prendere la parola. Le occhiaie scure coperte da un velo di fondotinta le cerchiano gli occhi rossi, i suoi capelli sono elegantemente raccolti in una treccia, evidenziando così le rughe che le solcano il viso, sulla fronte e sulle palpebre.
"Per prima cosa, grazie a tutti di essere qui, Clare l'avrebbe adorato, amava essere circondata da persone care, da persone che le volevano, scusate vogliono, bene.".
Ascoltare sua voce incerta e piena di dolore, vedere lo sforzo che fa per non piangere, è straziante.
"Clare resterà sempre la mia bambina, anche se non è più qui, lei sarà sempre la mia piccola bambina." Tiene lo sguardo basso, verso la bara in mezzo alla terra che a malapena si vede con questo cielo tetro. Dopo un respiro profondo, prosegue "Lei.. lei era una persona così buona, amata da tutti e amica di tutti, io... non merita quello che le è successo, non lo meritava affatto... Perché tutto questo è successo a lei? Perché alla mia bambina?" le ultime parole sono accompagnate da singhiozzi e si sente a malapena il suo pianto sommosso, il marito si avvicina e con la mano le cinge le spalle, riportandola tra la folla, ma lei si ferma e si volta un'ultima volta per posare delicatamente un fiore sopra la bara: una rosa bianca. Ora a prendere la parola è una ragazza dai capelli biondi, quasi bianchi. È esile, la sua pelle bianca risalta nel vestito nero, lungo fino a piedi. Alza gli occhi, azzurri come il ghiaccio e scruta la folla, come se stesse cercando qualcuno. Si presenta, si chiama Victoria ed era una delle migliori amiche di Clare, mentre parla ha gli occhi lucidi ma la sua voce è ferma, controllata. Scopro che Clare era una bravissima pallavolista, era nella squadra della scuola e ciò le avrebbe garantito una borsa di studio per il college, a San Francisco. Scopro che amava i cani e faceva parte di un gruppo di volontariato del canile. Ma soprattutto, come tutti noi, era una ragazza piena di sogni, di progetti, di desideri che però non si realizzeranno mai. È descritta come una ragazza fantastica, sempre felice e generosa, brava a scuola e nello sport, è quello che si dice quasi sempre, ma in questo caso la sincerità nella voce di Victoria mi fa immaginare Clare esattamente così, e le credo. Fa qualche passo indietro e si allontana dal microfono, si ferma sulla tomba, si abbassa e sussurra qualcosa di impercettibile, lasciando un mazzo di fiori gialli e bianchi. Le lacrime sul suo viso si vedono a malapena da lontano, lei si avvicina di nuovo al suo gruppo di amici e abbraccia una ragazza che ha un volto familiare, ma non riesco proprio a ricordare il suo nome. A seguire, parlano anche la sorella di Clare e due altri suoi compagni di classe. Non li conosco, ma posso vedere quanto loro tenessero a Clare dai loro volti affranti, dai loro occhi che ancora non capiscono perché e cercano una risposta. Ritorna l'uomo che aveva parlato all'inizio, ringrazia anche lui tutti i presenti e conclude il memoriale con parole gentili, augurando a Clare di riposare in pace.

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