Capitolo 19

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Harry ripensò a quel giorno con nostalgia, nonostante il tempo che era passato feroce,  lui ricordava ogni particolare come se l'avesse inciso nella pelle.

Ricordava anche la maniera brusca in cui fu svegliato nel cuore di quella stessa notte: Ron gli gridava di alzarsi, vestirsi e scappare, Hermione consolava Ginny che piangeva disperata, in sottofondo si sentivano grida di dolore, di terrore e vetri infranti, oggetti che cadevano si spaccavano.

Ma tutto questo Harry lo notó dopo, dopo che si rese conto che Draco non era piú lí.
Controlló negli occhi di tutti i presenti, ma nessun indizio.
Allora si rese conto del caos attorno a lui e che rifletteva cosí bene il suo stato d'animo.
Si alzó di fretta dal letto e si vestí ancora più velocemente poi uscí dal dormitorio senza aspettare nessuno.

Scivolò nella direzione opposta rispetto a tutti gli altri tormentato da una paura piú forte di lui.
Ron ed Hermione lo seguivano meglio che potevano andando a spallate tra la folla chiedendosi perché andasse in quella direzione, verso i Mangiamorte.

Ma Harry lo sentiva che lui era tra loro, volente o nolente gli era stato strappato dalle braccia per adempiere al suo compito.
Il Grifondoro non poteva biasimarlo, nemmeno lui avrebbe avuto la forza di opporsi al Signore Oscuro nella sua situazione, ma la sua speranza, la sua fottuta, dannata, schifosa speranza lo biasimava eccome.
Sempre di piú.
Ad ogni passo.
Ad ogni studente terrorizzato che incontrava.
Sempre di piú.

Ron gridava il nome dell'amico, ma lui non lo sentiva.
Hermione aveva ceduto alle lacrime e lo seguiva correndo.
Si tenevano per mano, consolandosi almeno in parte dalla paura e dalla preoccupazione per Harry.

Non accennava a fermarsi, accelerava, spronato dall'angoscia.
La sentiva mentre saliva le scale verso la Torre di Astronomia, la presenza di Draco era sempre piú prossima a lui.

Lui infatti era lì, in cima alla Torre Sud del castello, con un manipolo di Mangiamorte.
I più fedeli al Signore Oscuro, piú di tutti Bellatrix Lestrange, famosa per nascondere il suo amore verso il padrone, incorruttibile dalle emozioni, dietro alla pazzia.
Quasi gli faceva pena, quasi la capiva, di certo la invidiava.
Poteva amare senza essere giudicata se non come povera pazza.
Lui cosa sarebbe stato se avesse dichiarato pubblicamente il suo amore incondizionato per Harry James Potter?

Un piccolo frocetto prima di tutto.
Un traditore per i Mangiamorte.
Una delusione per i parenti.
Una piaga per la dinastia dei Malfoy.
Uno da prendere di mira per i suoi leccapiedi.
Un poco di buono dalla doppiafaccia per i maghi di Hogwarts.

Mentre rifletteva su tutto ció i ricordi di poche ore prima lo assalirono come una ventata di aria fresca in un'estate troppo calda e afosa.
Harry invece l'avrebbe amato e basta.

Tuttavia, come ogni spiraglio di vento piacevole che si rispetti, anche quel ricordo era destinato a farsi da parte.
Ció avvenne quando Draco si trovò faccia a faccia con l'uomo che di lì a poco sarebbe stata la sua prima vittima innocente per il Signore Oscuro e la sua causa: Albus Silente.

Fu davanti a quegli occhi ancora vispi nonostante la vecchiaia e a quella posa rilassata di chi sapeva già tutto, che il biondo ebbe la certezza di non potercela fare.

Bellatrix gli passó un'unghia lunga, ricurva e gelida sulla nuca facendolo rabbrividire con la sua risatina pazza a pochi millimetri dal suo orecchio.

"Coraggio, Draco. Fallo!"

Lo incoraggió con il consueto tono sadico e perennemente divertito.

Malfoy sollevó piano la bacchetta fino a posizionarla dritta davanti a sè.

Deglutí a vuoto.

Non voglio.
Gridava la ragione.

Non posso.
Implorava il cuore.

My Unspoken Vertigo //DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora