Capitolo 25

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Il Signore Oscuro era stato sconfitto.
La Battaglia di Hogwarts si era conclusa.

Harry spezzò la bacchetta di Sambuco e la gettò dal ponte.
Senti una mano delicata dalle dita sottili poggiarsi piano sulla sua spalla.
Sorrise ad Hermione poi a Ron.
Era la fine di tutto quello che avevano passato insieme, si era conclusa l'ultima delle loro avventure, ma il trio non si sarebbe sciolto mai: dopo tutto quel casino le loro anime erano strettamente aggrovigliate e non potevano essere sciolte.

Rientrarono al castello con un peso in meno a gravare sul loro cuore.
Appena messo piede nell'edificio Harry scorse Narcissa Malfoy che stringeva la mano al marito sorridendogli rassicurante.

Tuttavia non c'erano solo sorrisi... anzi...Harry immaginó che per molti dei presenti in quella Sala la gioia della vittoria non sarebbe mai arrivata come per lui.
Ron era a pezzi.
E George non era più George.

E Fred era solo una delle tante vittime.

C'erano brandelli di speranze ovunque.
C'era il sapore del sangue nelle bocche di tutti.
C'era l'aria che sapeva di lacrime.

E di fronte a tutto questo Harry si sentiva egoista ed insensibile, poiché il suo cuore batteva all'impazzata, poiché la sua mente vedeva solo due occhi.
Gli occhi di colui che desiderava vivo più di tutti.
Occhi di mare in tempesta.
Gli occhi di Draco.

Un gufo reale dal morbido piumaggio marroncino chiaro si posó con un elegante battito d'ali sulla ringhiera della scalinata principale.
Harry riconobbe il gufo di Malfoy e, titubante, sfiló un cartoncino dalla zampa dell'animale.

Non dovette neanche leggerlo: sapeva che c'era un solo posto in cui gli avrebbe mai chiesto di incontrarlo.
E dove se non nell'aula di Divinazione, nella Torre Sud del castello?
Tutto era iniziato lí.
Lì per la prima volta aveva conosciuto le sensazioni che, in tutto il mondo, solo Draco Malfoy avrebbe mai potuto scatenargli.

Il cuore gli martellava nel petto come fosse stata la prima volta.
Ed effettivamente lo era sotto un certo punto di vista: era la prima volta che non avrebbero dovuto nascondersi.
Prima con il padre di Draco così in alto nella scala sociale e famigliare, sarebbe stato un suicidio non tenere nascosto il loro amore.

Salì tutte le scale di corsa e spalancó la porta dell'aula venendo immediatamente investito da quell'atmosfera surreale che la caratterizzava.
Tuttavia non aveva bisogno di forze occulte per perdersi in quell'atmosfera: gli bastava Draco.
Si bastavano a vicenza.
E sarebbe stato così per sempre.

Draco sentì che la porta si apriva e si voltó mentre il suo cuore si bloccava vedendo il suo Harry, finalmente lí tutto per lui.
Non voleva affrettare le cose: era così dannatamente bello godersi quegli attimi.
Avanzò di qualche passo e Potter fece lo stesso finchè non furono a pochi centimetri di distanza.

La tensione inebriava le loro vene facendoli rabbrividire.
Ognuno di quegli istanti creava nuove sensazioni e nuove vertigini.
I loro occhi incatenati erano la mescolanza perfetta di tutte le sfumature che servivano per dipingere il loro reciproco bisogno di esserci sempre e per sempre l'uno per l'altro.

Harry allungò delicatamente una mano e sfioró il volto di Draco che inclinó la testa.
Il contatto, quel contatto, rendeva quella distanza tra i loro volti sempre più dolcemente insopportabile.

Ma non era ancora il momento.
La mano del Serpeverde con le sue dita fredde e sottili accarezzò quella tiepida dell'altro che sfiorava la sua pallida pelle come fosse porcellana.

"Harry"

Mormoró il biondo mentre un flebile sorriso rilassato gli si dipingeva sul volto.
Harry lo guardó e si stupì per l'ennesima volta di Draco.
I suoi sorrisi erano rari... quelli sinceri erano solo suoi.
E quel sorriso era davvero il piú bello che avesse mai visto: per quanto appena accennato stipava in sé troppa gioia per una persona sola.

Harry ricambiò quel sorriso senza rendersene conto.
Poi sfiorò il volto di Malfoy anche con l'altra mano...con i loro respiri fatalmente a contatto e i loro mondi uniti in uno solo.
Il loro piccolo e fragile universo, nel quale non serviva altro al di fuori del loro amore.

Come la prima volta, si scatenò una tempesta quando le loro labbra entrarono in contatto.

"Draco"

Mormoró il Grifondoro accarezzando delicatamente la nuca del biondo.
In tutta risposta, quello lo bació ancora lasciandosi trasportare da quella che era sempre stata la sua unica certezza: lui amava Harry Potter.

Il moretto si alzó sulle punte stringendo il volto di Malfoy mentre le loro labbra si scontravanl ripetutamente, dolcemente, come le onde del mare che si accasciano placide a riva, si allontanano e tornano ancora, all'infinito, volendo.

E, come la marea, anche la passione cresce ogni attimo.
Cosí nel loro bacio il desiderio diventa sempre più prepotente trascinandoli a stringersi con sempre piú foga...fino a perdersi del tutto nel contatto.

Harry spinse delicatamente Draco contro la parete ricoperta da tendaggi purpurei mentre lo stringeva, finalmente, senza riserve.

Un tonfo secco e violento li fece sussultare ed entrambi si voltarono verso la porta, sulla soglia della quale Lucius Malfoy stringeva i pugni iracondo.
Il mago, prima che i due ragazzi ancora bloccati dalla sorpresa potessero fare qualsiasi cosa, sollevó la bacchetta magica con uno scatto repentino e furibondo, in un gesto che sapeva d'odio e scagliò addosso a Harry una maledizione.

Nessuno dei due ragazzi la conosceva ma a Draco bastò vedere il moretto accasciarsi a terra privo di sensi per entrare in allarme: si interpose tra il Grifondoro e il padre che accecato dalla rabbia non si fece scrupoli e lanciò la maledizione Cruciatus contro il figlio
restando impassibile mentre quello si contorceva e urlava di dolore.

Sapeva che Harry non poteva salvarlo...ma gridava il suo nome con tutte le sue forze come aggrappandosi ad esso come a un ancora di salvezza.
 
.

Quando il moretto aprì gli occhi trovò un bianco uniforme e sterminato davanti a sè.
Nemmeno una crepa solcava quel quieto soffitto.

Il Grifondoro sbattè le palpebre un paio di volte cercando di ricordare cosa fosse successo e di capire dove si trovasse e perchè.
La risposta a tutte le domande arrivó con addosso un vestito verde smeraldo e un mantello nero esattamente come l'elegante cappello da strega: la professoressa McGrannit era entrata nella stanza dedicandogli un sorriso dolce ma austero allo stesso tempo mentre prendeva posto su una sedia bianca anch'essa di fianco al letto del ragazzo.

"Molto meglio dell'Infermeria del Castello, non é così signor Potter?"

Il giovane guardò la donna confuso.

"Dove sono?"

Domandò con voce flebile e ancora affaticata dal lungo sonno.

"Data la sua perspicacia immaginavo ci sarebbe arrivato da solo..."

Cominciò Minerva.

"È al San Mungo... ha presente l'ospedale per maghi e streghe più rinomato dell'intera Inghilterra?"

Harry annuì mentre piano piano, dettaglio per dettaglio, un'immagine andava ricostruendosi nella sua testa e, una volta completa, il ragazzo perse una decina di battiti per un pensiero: Draco.

N/A
Ehyehyehy come vi va la vita Nargillucci?
Odio aggiornare poco... mi sento sempre troppo in colpa.
Ma davvero non so come far finire la storia quindi l'ultimo capitolo ci metterà un sacco di tempo ad arrivare.
Perdonatemi in anticipo :')
Spero che questo vi piaccia e vi imploro di essere molto clementi e comprensiv
Ary❄

My Unspoken Vertigo //DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora