Capitolo 17

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I mesi passarono, Natale arrivò in fretta.
Ron ed Hermione erano gli unici al corrente della questione tra Draco ed Harry.
I due ragazzi stavano recitando bene la loro parte, ma non era facile.
La forza per continuare a farlo la trovavano l'uno nello sguardo dell'altro ogni volta che si incrociavano per i corridoi.

Quando accadeva era come se fosse stata stabilita tra loro un'alleanza segreta, risugellata ogni volta che i loro occhi tristi si incontravano facendo ricordare ad entrambi che il momento di essere forti era quello, che li spronava a non mollare nonostante la distanza tra loro facesse così male,che assicurava ai due che l'amore che li legava era ancora intatto e forte.

Ogni tanto, quando erano da soli, capitava che si sorridessero maliconicamente e in maniera imbarazzata, poi abbassavano lo sguardo affrettando il passo, temendo che, se si fossero trattenuti insieme ancora un attimo, la fragile tensione tra loro si sarebbe spezzata e magicamente si sarebbero ritrovati in uno sgabuzzino o in un'aula vuota a fare cose poco lecite.

Hermione e Ron cercavano di evitare che succedesse spesso e stavano attaccati ad Harry come cozze.
Il moretto non si era mai reso conto fino a quel momento di quanto i suoi amici fossero meravigliosi.

Dunque una sera, decise di metterli al corrente dell'unica cosa che aveva tralasciato quando aveva parlato loro dell'incontro con Draco nella Stanza delle Necessità: dopo quelle vacanze di Natale lui sarebbe partito e non avrebbe più fatto ritorno ad Hogwarts.

Camminava con passo affrettato per i vasti corridoi del castello, illuminati da candele e addobbi natalizi che fluttuavano a mezzaria, intento a raggiungere i due amici nella Sala Comune e vuotare il sacco.
Alzando però gli occhi nuovamente sugli addobbi, il ragazzo si soprese nel provare ancora, dopo sei anni in quella scuola, lo stupore della prima volta che aveva assistito ad un incantesimo.

Era talmente assorto nella contemplazione del soffitto di un corridoio secondario pieno di piccoli Babbo Natale sulle scope da Quidditch che sfrecciavano poco distanti dai lampadari, che fu preso alla sprovvista dal gesto furtivo di qualcuno che lo trascinó in un'aula vuota.

Prima di riuscire a reagire in qualunque modo si ritrovó con le spalle contro un muro gelido di mattoni.
La stanza era semibuia dunque il moro non riconobbe subitò l'identità del responsabile di quella pseudoaggressione e tentò di divicolarsi da quella stretta sul suo braccio.

Capì di chi si trattasse solo quando una mano più fredda della pietra contro la sua schiena gli tappò la bocca provocandogli un'evidente scossa di dolore alla fronte.

''Non dire niente''

Sussurrò una voce nota a pochi centimetri dal suo orecchio facendolo rabbrividire d'eccitazione.

"Lascia parlare me okay?"

Evidentemente anche Draco avvertiva una sorta di dolore fisico a causa del contatto con Harry e il moro lo capì dalla sua voce che per un attimo risuonò spezzata nell'eco della stanza vuota.

Il Grifondoro annuì piano per far capire al biondino che non avrebbe aperto bocca, dunque quest'ultimo tolse la mano dal viso dell'altro con evidente sollievo per entrambi.

Allora Draco appoggiò entrambe le mani sul muro accanto alle spalle di Harry e parlò sfiorando quasi il suo orecchio con le labbra.

"Se vuoi restare ad Hogwarts hai tempo ancora fino al prossimo anno. Non accadrà nulla prima della cerimonia di premiazione della Coppa delle Case. Quel giorno però i Mangiamorte faranno irruzione nel Castello e ti voglio lontano per due motivi. Promettimelo. Promettimi che non sarai presente."

Sussurrò Draco in maniera concitata all'orecchio di Harry.
Il ragazzo annuì.

"Sono praticamente certo di essere a conoscenza di uno di questi due motivi, quello che riguarda Voldemort, ma l'altro? Di che parli?"

Sul volto del Serpeverde si aprì un sorrisetto spavaldo.

"Non mi sarebbe d'aiuto per la missione avere impressa nei ricordi come ultima tua espressione quella di te di fronte alla sconfitta dei Grifondoro per la Coppa delle Case."

Cosa significa ultima espressione? Intendi che dopo quel giorno io morirò? O tu morirai? E in ogni caso non potremo più rivederci?

In un attimo la mente di Harry fu invasa da questi pensieri spaventosi che il ragazzo si impegnò a scacciare concentrandosi su un altro aspetto della questione.

"Cosa ti fa credere che Serpeverde batterà Grifondoro alla Coppa delle Case?"

Domandò al biondo con evidente spavalderia.
Quello gli risposte scostandogli dal volto una ciocca di ricci ribelli.
Entrambi, incuranti del lieve dolore, si stupirono di quel gesto.

"Non avete speranze"

Sibilò Draco sorridendo ad Harry il quale prese il biondo per le spalle facendo finire la sua divisa costosissima e perfetta contro la parete polverosa ridacchiando di fronte a lui.
Uno strano senso di leggerezza gli aveva invaso lo stomaco che ora pareva pieno di bollicine. Un senso di... effervescenza. Era tanto che non si sentiva così.

Nuovamente Malfoy si ritrovò a pensare che quando rideva Potter era uno spettacolo all'altezza del prodotto tra tutte e sette le meraviglie del mondo.

"Ma davvero? E cosa te lo fa p..."

Il moretto dovette interrompersi sentendo che le labbra fredde di Draco si erano poggiate sulle sue.
E mentre il cuore gli si rivoltava nel petto si accorse poco niente del dolore alla cicatrice se paragonato alla sensazione di felicità assoluta e di vertigine che si impadroniva di lui in quel momento, mentre Draco stringeva i suoi fianchi attirandolo a sè e facendolo finire nuovamente contro il muro.

Il Serpeverde ne era consapevole: non era riuscito a resistere, ma il piano e tutto quel casino poteva aspettare una sola notte.
Lui senza Harry non ce la faceva davvero più e per lui era lo stesso.
Le loro labbra che non volevano saperne di separarsi ne erano la conferma.

Harry avvolse le braccia attorno al collo del suo amato Serpeverde spingendosi di più contro di lui e baciandolo con maggiore sicurezza.

Era come se tutto il tempo che avevano trascorso l'uno senza l'altro fosse solo un ricordo orrendo di una vita che non aveva nulla a che fare con loro due. In quel momento invece, baciandosi,si ricordavano di come fossero innamorati delle vertigini che si procuravano semplicemente con uno sguardo ed innamorati del loro stesso amore.
Ma più di tutto innamorati l'uno dell'altro.

Una forte fitta di dolore li costrinse a dividersi anche se solo momentaneamente.
Ne approfittarono per riprendere fiato ed Harry parlò.

"Draco"

Sussurrò guardando quei suoi occhi color mare in tempesta.
Il biondo ricambió lo sguardo tornando davvero a sorridere dopo tanto tempo.

"Io... credo che abbiamo temporeggiato abbastanza..."

Mormoró sicuro, senza dividere i loro occhi, ma arrossendo lievemente.
Draco capì al volo a cosa il Grifondoro si riferisse e si rifiondò sulle labbra di Harry senza ritegno.

Il moro però lo bloccò.

"Non qui..."

Sussurrò semplicemente.
Dunque il biondo si chinó al suo orecchio e gli sussurrò un veloce: "sarò davanti al tuo dormitorio tra cinque minuti esatti."

Detto questo uscì dalla stanza lasciando Harry Potter solo in quell'aula, solo a sorridere come uno scemo incurante del buio e del freddo perchè illuminato e riscaldato dentro da una felicità che aveva i suoi limiti solo nei fatti che avrebbe portato il tempo.

N/A

Sono ancora viva come potete notare.
So che mi odiate per aver tagliato il capitolo qui.
Ma adoro farmi odiare.
Duuunque... no niente scherzavo ...non ho altro da aggiungere.
Ary❄

My Unspoken Vertigo //DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora