Capitolo 24

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Harry si inoltrò nella Foresta Proibita, lentamente, mentre il sottobosco e il terriccio viscido e fangoso gli imbrattavano le scarpe.
Cercava di produrre meno suoni possibile, ma il tappeto di foglie secche sotto i suoi piedi rendeva vani i suoi sforzi.

Ma in fondo a cosa gli serviva fare silenzio e stare attento a non farsi notare, se stava andando incontro alla morte di sua spontanea volontà?

Tuttavia era tardi per tornare indietro e non aveva comunque intenzione di farlo... aveva salutato chi aveva avuto tempo per amare...e stava per riabbracciare chi era sparito troppo in fretta per poter essere amato.
Il volto dei suoi genitori, di Sirius, di Ron ed Hermione...di Draco... gli sorridevano in testa... i primi sempre più nitidi, i secondi ad ogni passo più sbiaditi.

Ed era lì, in una radura nel bosco illuminato dai fiochi raggi della luna... che sarebbe morto.
Era pronto a morire se era quello che sarebbe servito a far cessare quell'inutile spargimento di sangue innocente.
E lo sentiva, l'eco delle grida dei suoi compagni, amici, conoscenti e nemici che lo motivava in lontananza come un'onda di sicurezza che gli si infraneva sulle spalle con sempre più prepotenza.

Davanti a lui, i Mangiamorte ghignavano maligni certi di avere la vittoria in pugno.
Negli occhi di Voldemort si susseguivano lampi di gioia, euforia e fretta... voleva far cessare subito anche lui quella battaglia.
Vincendola per schiacciare il mondo magico.

Ma non sapeva che annientando Harry avrebbe annientato anche parte di sè.
Il Grifondoro nel frattempo sperava che al castello non rimanesse più nemmeno un Horcrux... non voleva morire invano.
Si era pronto...sapeva che c'era uno scopo, ma la paura lo attanagliava lo stesso...
Cosa sarebbe successo poi?

Il lampo di luce verde scaturì dalla bacchetta di Lord Voldemort, investendolo.
L'ultima cosa che fu certo di vedere da vivo fu il volto di Draco.
Le labbra sottili e pallide distese in un sorriso caldo e rilassato... gli occhi cerulei che brillavano come il mare quando vi si riflette il Sole.

Il mio più grande rimpianto sarà di non averti potuto sposare... mi dispiace tanto, Draco.
Mi mancherai più di chiunque altro.

E si accasciò al suolo.

.

Quando aprì gli occhi una luce bianca gli investì il campo visivo con la violenza del Nottetempo in ritardo.
L'immacolato scenario che gli si parava davanti non poteva essere più simile alla Stazione di King's Cross.
Dove tutto aveva avuto inzio.

Dunque...sono morto? È così  la morte?

In quel momento un milione di domande senza risposta gli affollava la testa dunque, come era sempre stato in quegli anni magici e meravigliosi per lui, per incasinare i suoi quesiti al fine di risolverli, arrivò Albus Silente.

Harry allora fu certo di essere morto...almeno per metà... Silente non poteva essere vivo...l'aveva visto cadere dalla torre con i suoi stessi occhi.
Ricordò quella notte con una stretta allo stomaco...quello era stato l'inizio di tutto quel casino...e quella notte stessa, pochi attimi prima che accadesse lui e Draco...
...non era il momento di pensarci.
Nel mondo magico la guerra infuriava e lui doveva capire, sentiva come di non avere tempo e non poteva permettersi di distrarsi.

Parlò a lungo con il preside... gli era mancato quel vecchio bonaccione con sempre qualche rompicapo da proporgli.
Chiarita la situazione per Harry non ci furono molti dubbi sul da farsi: aveva più motivi per tornare indietro che per andare avanti.
E il più importante di essi aveva un nome, un secondo nome e un cognome... senza contare quei suoi occhi da favola...

.

"È morto?"

Sibiló Lord Voldemort con una forte nota di trepidazione nella voce.

My Unspoken Vertigo //DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora