.12. Grace

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Corsi verso la città facendo attenzione a non fare rumore. Tenendo i sensi allerta mi guardai intorno per controllare non ci fosse nessuno. Quella parte della città con le macerie dei suoi palazzi ricoperti di edera e i cani randagi che giravano liberi mi erano familiari, anche se non mi sentivo a casa. L'ultima che mi ero sentita a casa era stato molti anni prima quando mio padre era ancora vivo. Mi chiedevo come doveva essere vivere in uno di quegli edifici quando essi erano ancora intatti. Il sudore mi scendeva sulla fronte nonostante il freddo. Ero preoccupata per Fay, era come una sorella per me e non potevo perderla. Non sapevo se fidarmi di quel Maggiore; si, aveva salvato le persone più importanti per me, ma già da molto avevo imparato che le apparenze ingannano. Infatti avevo scelto entrambi i miei amici più piccoli, in modo da poterli educare io e fidarmi di loro. Erano le mie uniche debolezze. Varie volte mi ero detta che era meglio stare da sola e non affezionarsi a nessuno, in modo da non essere mai ferita attraverso gli altri, ma non ero mai riuscita a liberarmi di Fay. Ricordavo perfettamente il giorno in cui la salvai: passavo per la millesima volta dove apparivano misteriosamente bambini e ne trovai una, l'unica che non piangeva. Tentava di uscire. Non avevo mai visto uno di quei bambini in piena salute. Cercai di non farmi influenzare da quella bambina con gli occhi vispi, ma una cosa che prima non avevo mai provato me la fece prendere: istinto materno. Prima di allora non mi era neanche mai passata per la testa quell'idea, ma con quella bambina era diverso. 

Quello che stavo per fare non mi piaceva, ma per Fay avrei fatto di peggio.
Arrivata al centro mi diressi verso il vecchio centro commerciale, dove sapevo stessero alcuni Faraoni, e probabilmente anche quello che cercavo. Superai un mucchio di macerie e riuscii a forzare l'entrata sul retro di quella che una volta era una farmacia, e, entrata cominciai a muovermi verso delle voci nascosta dietro gli scaffali. Quando sbirciai da dietro un mobile vuoto lo vidi: mio fratello stava in piedi sistemandosi i capelli castani e spolverando la maglia con il simbolo dei Faraoni sulla spalla. Aveva quell'aria spavalda che lo caratterizzava e osservava con superiorità altri due uomini occupati a cercare qualche medicina. Avrei semplicemente potuto uccidere i suoi compari e minacciare lui, ma pensai che sarebbe stato più efficace se fossi riuscita a darlo restare solo. E sapevo come fare. Afferrai un sassolino da terra e dopo averlo sbattuto due volte sullo scaffale provocando un ticchettio glielo lanciai in faccia. I tre uomini si girarono verso la mia direzione, i due Faraoni stavano per venire a controllare se ci fosse qualcuno, ma mio fratello li fermò.

<<Vado io. Voi andate a fare un giro>>

La sua voce era cambiata da come la ricordavo, il timbro era più basso e il tono ancora più sicuro di quanto ricordassi. Era comprensibile che fosse cambiato, dato che erano passati più di dieci anni dall'ultima volta che ci eravamo visti. I due eseguirono gli ordini e Jonathan venne verso lo scaffale dietro cui ero nascosta con passi pesanti e veloci. Quando fui sicura che gli altri se ne fossero andati mi alzai rivelandomi a mio fratello che sorrise maliziosamente tirando fuori un coltello

<<Grace... vedo che ti ricordi il nostro "richiamo segreto">>

Esclamò ridendo. Me lo ricordavo eccome, era quello che avevo sfruttato per attirare la sua attenzione: due ticchettii un lancio, per le emergenze, tre ticchettii un lancio per le semplici chiacchierate.

<<Non sono qui per parlare di infanzia>>

Replicai rigida. Lui mi squadró

<<Sei diventata proprio una bella donna... non che prima non lo fossi, ma ora... Sono fiero di te>>

Sbuffai irritata dal suo raggirare la questione

<<Non ho bisogno che tu sia fiero di me, Jonathan. È un' emergenza>>

Lui rise maligno

<<Cosa c'è? Devi salvare quella poppante di... come si chiama... May? Mi ricordo quando l'hai riportata alla base... mi odiava, anche se non ne vedo un motivo>>

<<Ho bisogno dell'antidoto al vostro veleno>>

Lui si avvicinò lentamente

<<Cosa ti fa credere che te lo possa procurare? Sei fortunata che non ti abbia uccisa subito, dato che i Faraoni ti ricercano>>

Mi avvicinai ulteriormente lasciando tra noi la distanza di una spanna. Alzando lo sguardo lo fissai negli occhi

<<Si hai ragione, perchè dovresti? In fondo sei rimasto un codardo, proprio come 12 anni fa... Non avresti mai il fegato di aiutare tua sorella, che non ti ha mai fatto nulla di male>>

Mi fissò con i suoi occhi verdi e freddi pieni di odio

<<Ti ricordi quando i Faraoni hanno fatto uccidere nostro padre? Ti ricordi quanto ero arrabbiata? Quando sono venuta a dirti che volevo scappare mi hai subito detto che saresti venuti con me. Ma poi la paura che i Faraoni ti potessero dare la caccia ti ha fatto restare, nonostante loro avessero ucciso nostro padre. E ora stai solo dimostrando che non sei affatto cambiato, non importa che ti sia alzato di grado, rimani codardo, la paura che ti possano uccidere rimane. E non dire che sia fedeltà, perchè sai benissimo anche tu che non è così. Se non fosse stato per la paura saresti scappato con me molto tempo fa. Quindi capirò se sarai troppo codardo a portarmi l'antidoto...>>

Abbassando la testa spinse la lama contro la mia pancia con rabbia

<<Non mi ucciderai, lo sappiamo entrambi>>

La pressione del coltello diminuì. 

<<Hai ragione, non ti ucciderò. Ma non ti porterò l'antidoto>>

Risi acida afferrandogli il polso, in modo da spostare la lama. Con una ginocchiata ben piazzata lo feci piegare in due e sfruttando il momento gli tolsi il coltellino dalla mano, strisciandolo pericolosamente sulla sua gola

<<si che lo farai, perchè se non lo facessi Fay morirebbe, e se morisse a causa della tua vigliaccheria verrei personalmente a strapparti la testa dal resto del corpo. Ci siamo capiti?>>

Lui non rispose guardandomi. Spostando il coltellino lo piantai in uno scaffale di legno.

<<Ti aspetterò nella valle dell'ospedale. Vieni da solo>>

Gli dissi, per poi girarmi pronta a tornare da Fay.


THE OTHER SIDEWhere stories live. Discover now