I. QuiNonSiRide

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Quel fastidioso suono irrompe nella mia testa distruggendo il sogno che la occupava.
Facendo uscire il braccio sinistro dal caldo piumone nero cerco quell'oggetto infernale e dopo svariate ricerche alla ceca finalmente la trovo e riesco a spegnerla.

Mi viene in mente di non essere più, a casa mia, da mio padre quando la voce di quella strega, che mi ritrovo come madre, irrompe nella mia testa riuscendo a superare il fastidio della sveglia.

«Forza Jocelyn, svegliati» urla dal piano inferiore
«Okay» urlo di rimando

Sbuffo scoprendomi dalle coperte di tessuto pregiato nero e alzandomi a mo' di zombie mi dirigo nel mio bagno privato, che ho in camera, dopo aver preso l'intimo.

Dopo essermi sottoposta alla mia abituale doccia mattutina e la tortura per pettinarmi i miei lunghissimi capelli castano chiaro, mi dirigo in camera e indosso i vestiti scelti la sera precedente: un pullover beige, un paio di jeans scuri e un paio di all stars bianche.

Andando di nuovo in bagno mi posiziono davanti allo specchio per dedicarmi al make-up e hair-style: come make-up applico rossetto bordeaux sulle labbra abbastanza screpolate per il freddo ed eye-liner e mascara nero agli occhi; per i capelli invece creo una coda alta e ben tirata legata da una ciocca di capelli trasformati in una treccia.

Qualche goccia di profumo e sono pronta.

Prendo il telefono lasciato sul comodino e aprendo la porta, chiusa a chiave, mi dirigo in cucina scendendo le scale a chiocciola.

«Buongiorno» saluto tutti «Buongiorno figliola» ricambiano un po' titubanti mia madre e il suo nuovo compagno.
Sorrido per le loro facce preoccupate, soprattutto per la faccia di Frederich: non ho nulla contro di lui, se mia madre si è lasciata portare a letto non è mica solo colpa sua.

«Buongiorno sis» mi stampa un bacia sulla guancia Jason, il mio fratellastro.
«Bro» ricambio il bacio.

«Sorellina» mi saluta sorridendo la piccola Alexandra. Lei è la figlia di mia madre, avuta con Frederich. Ha 5 anni ed è la mia copia sputata. «Piccolina» gli pizzico giocherellando quelle morbidissime guance facendola ridacchiare.

Mi siedo tra Jason e la piccolina, e prendo un cornetto iniziando a mangiarlo.

«Ti accompagnerà Jason a scuola» mi comunica Frederich
«Mi raccomando, non lasciarla sola» avverte al figlio
«Tranquillo Fred, se vuole non c'è bisogno che mi stia incollato per tutto il giorno» lo tranquillizzo e lui mi sorride.

Finita la colazione, io e Jason salutiamo tutti e afferrando giubbotto e zaino, usciamo fuori dirigendoci alla sua auto: una Maserati, ultimo modello, blu metallizzato.

«Prego signorina» mi apre la portiera, ricordandomi la prima figura di merda fatta quando sono arrivata qui. «Oh grazie» reggo il gioco ridacchiando.

Entra anche lui e una volta acceso il motore ci dirigiamo nella mia nuova scuola.

Una volta arrivati, scendiamo dall'auto e tirandomi con sé, mi porta a conoscere i suoi amici.

«Hola» saluta lui «Giorno» si susseguono fino ad un «Bro» di un ragazzo troppo alto.

«Chi è questa meraviglia?» chiede malizioso un ragazzo dai capelli biondi
«È mia sorella» lo guarda truce Jason
«Il solito pervertito» sbuffa una ragazza
«Io sono Jenna» si presenta sorridendo
«Arleen» ricambio il saluto
«Arleen Jocelyn» ribatte Jason ridacchiando. Sa quanto odio il mio secondo nome.
«Stronzo» sbuffo «Vi prego chiamatemi Arleen, non sopporto il nome Jocelyn» tutti ridacchiano contagiandomi
«Va bene, Jocelyn» marchia bene il mio secondo nome il ragazzo dai capelli corvini, troppo alto. Lo guardo truce.
<Sei sempre il solito Nate» sbuffa il ragazzo pervertito
«Io sono Paul, per qualunque cosa» mi guarda malizioso facendomi ridacchiare «Contaci» gli sorrido

One hundred kisses. [The Music Love Series]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora