XXVI. Aaron, Aaron Owen.

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La mattina seguente mi svegliai tranquilla, Nathan era ancora con me ma questa volta su una sed- cosa? Era nel mio letto fino a poche ore fa, cosa ci fa lì?
Improvvisamente sentii la sua mano stringere la mia e mi voltai verso di lui e lo guardai dormire.
Era così dolce e sembrava un bambino.
«L'opposto di quando è sveglio.» mi suggerì la mia mente.

I tratti erano così delineati e sporgenti e quei ricci erano bellissimi e ben curati, il petto gli si alzava e abbassava ad ogni piccolo respiro.
Aveva la bocca semiaperta e un leggero rossore sulle guancia, faceva molto caldo in effetti.

D'improvviso un nuovo flashback si instaurò nella mia mente.

Ero in una stanza e a giudicare dall'arredamento pensai fosse la mia.
Fuori era buio e le sorelle illuminavano la grossa distesa tenebrosa, la notte era cullata dai dolci suoni emessi dagli animali notturni e dal fruscio del vento sulle foglie degli alberi.
Tutto quello era così piacevole.
Stavo guardando una serie tv e dopo aver visto venti episodi, ovvero una stagione interna, i miei occhi erano stanchi e da lì a poco sarei crollata.
Avevo la luce delle stelle che illuminava la stanza buia e la luce fioca del computer che illuminava il mio viso.
Nel momento cruciale della scena di quell'ultimo episodio che avrei visto, un rumore mi obbligò a chiudere il computer e a voltarmi verso la veranda da cui proveniva questo rumore.
Vidi una sagoma dietro le tende nere e senza farmi prendere dal panico afferrai la mazza da baseball accanto al mio letto prima di avvicinarmi alla veranda.
Quando la sagoma si mosse la colpì verso il basso prima che potesse accasciarsi.
Spostai le tende e vidi Nathan inginocchiato a terra.

«Perché hai una mazza da baseball vicino al letto?» chiese con la voce strozzata dal dolore.

«Per le persone indesiderate.» gli risposi e lui alzò lo sguardo guardandomi truce.

Risi prima che lui mi tirasse verso di lui facendomi cadere su di esso.

«Idiota.» sbuffa così vicino a lui che potevo sentire il suo respiro sul mio viso.

Mi distesi con la schiena appoggiata sul muro della veranda mentre guardo la distesa scusa davanti a me.
Lui si avvicinò a me e i nostri corpi furono di nuovo vicini.

Mi voltai verso di lui per guardarlo negli occhi. «Come mai sei qui?».

«Non riuscivo a dormire quindi ho pensato perché non farmi picchiare da Arleen?» scherzò facendomi ridere.

«Idiota.» gli dissi di nuovo.

«Apparte gli scherzi, non riuscivo a dormire e avevo bisogno di qualcuno che sappia farmi rilassare e tu sei l'unica.» confessò facendomi sorridere.

Ci guardammo negli occhi per non so quanto tempo; il silenzio ci avvolse e le stelle illuminavano i nostri visi, la luna sembrava essere sparita come la nostra tranquillità.

Ero agitata e non so bene per cosa ma bastarono quelle labbra per tranquillizzare la mia iperattività in quella notte così speciale.

«Ragazza molesta.» sussurrò senza staccare lo sguardo dalle mie labbra.

Io mi morsi il labbro. «Nat.»

«Non farlo mai più.» sentenziò e lo feci di nuovo sorridendo.

«Volevo un po' di tranquillità ma il casino mi piace di più se sei tu a crearlo.»  sussurrò ghignando sulle mie labbra.

E come quel leggero vento scompigliava i nostri capelli così quel bacio scompigliò le nostre anime.

Sorrisi anche se la frustrazione che provavo per questa confusione che avevo era tanta.
Strinsi la mano di Nathan e gliela baciai prima di addormentarmi di nuovo lasciando che ogni pensiero si addormentasse con me.

Pov's Nathan.

Quando mi svegliai trovai Arleen che ancora dormiva e decisi di assaporare la tranquillità che emanava quando dormiva.

Avevo provato a farla diventare la mia tranquillità ma è solo diventata il mio casino preferito.

Ancora non mi è chiaro come è stato possibile tutto questo, come sia arrivata su questo lettino e il fatto che lei abbia avuto una lieve perdita di morire non è di aiuto.
Inoltre un altro fattore mi faceva arrivare ad una conclusione che però sfumò già in partenza.
Jason mi ha riferito che c'è un'altra ragazza in questo ospedale con un taglio sul ventre e altre ragazze in altri ospedali, da grande genio quale sono credevo si trattasse di uno stupratore ma non ci sono segni di violenza sessuale quindi posso dire addio alla mia vita da detective.

Improvvisamente sentì la mano di Arleen staccarsi bruscamente dalla mia.
Sembrava in preda ad una crisi finché non sentì quelle parole.

«Aaron, perché?» urlava.

Chiamai immediatamente un dottore e cercai di tranquillizzarla abbracciandola.

«Sh, piccola. Ci sono io con te.»

Aprì improvvisamente gli occhi guardandomi terrorizzata.

«Aaron, Aaron Owen.» mi sussurrò prima che il dottore mi cacciò fuori.

Chiamai Jason e Paul; avvisai Paul di stare con Arleen e chiesi a Jason di venire con me.
Appena la porta dell'ospedale si chiuse alla mie spalle qualcuno fece chiudere i miei occhi.
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Okay, scusate.
Non so per quale motivo Wattpad non mi ha pubblicato il capitolo.

Ma comunque.
Cosa sta combinando Aaron?
E cosa sta succedendo tra i nostri Nathleen?

Lo scoprirete presto, molto presto.

-pia.🍃🌹

One hundred kisses. [The Music Love Series]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora