Capitolo Quattro

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Non so esattamente come possiamo definirci adesso io e Sherlock. Fidanzati?
Non lo so.
Una coppia?
Forse.
Sta di fatto che abbiamo un rapporto che va ben oltre le pacche sulle spalle. Non siamo pronti a rivelare al mondo intero che abbiamo una relazione. Lo faremo, credo, ma non ora. Per il momento ci preoccupiamo di comportarci normalmente nei corridoi della scuola e di lasciare i baci e gli abbracci per la camera. E non é una cosa facile. Per nessuno dei due.

Siamo in classe, aspettando la professoressa che, come ci ha anticipato ieri, ci porterà una "Notizia straordinaria". Quindi mi preparo al peggio.

-Secondo te qual é la "Notizia straoridnaria"?- chiedo a Sherlock.
Lui si limita a scrollare le spalle.

-Probabilmente qualcosa che condurrà alla tragedia-. Conclude.
Bene. Almeno non sono l'unico ad aspettarsi una disgrazia.

In quel momento entra la professoressa. Parli del diavolo e spuntano le corna. Incrocio le dita sotto il banco.

-Ragazzi, sono lieta di annunciarvi che per sabato prossimo, la scuola ha organizzato...-
Ci mancava la pausa teatrale.
Ti prego, fai finire questa rogna.

-Il ballo di fine anno!-
No. Non questo. Avrei preferito di gran lunga un compito a sorpresa, o un suicidio di massa.

-Ogni ragazzo, dovrà avere una dama con cui ballare. E per evitare una qualsiasi sorta di litigio o incomprensione, le coppie saranno formate dagli insegnanti-. Conclude la professoressa.
É ancora peggio. Quindi mi tocca mettermi in ridicolo davanti a tutta la scuola perché non so ballare, con una ragazza. Guardo Sherlock. Sembra terrorizzato ma fa di tutto per non darlo a vedere.

Lentamente, gli prendo la mano. É una mossa azzardata, dato che abbiamo deciso di non far sapere a nessuno che stiamo insieme. Ma che importa? Il peggio é già arrivato. Adesso devo solo sperare che una delle nostre dame, non sia Irene Adler. Quella ragazza fa gli occhi dolci a Sherlock da quando é arrivato ed io sto cominciando ad odiarla. Sherlock ricambia la stretta sulla mano e respira profondamente. Posso solo  immaginare cosa farà quando arriveremo in stanza. Avrà un disperato bisogno di sfogarsi.

Difatti, quando alla fine della giornata saliamo in camera, lui si siede sul letto con la testa fra le mani. É incredibile. Sembra così invulnerabile davanti a qualsiasi situazione ma basta una cosa semplice a buttarlo giù. Mi siedo accanto a lui e gli passo un braccio intorno alle spalle, appoggiando l'orecchio sulla sua spalla.

-Sai ballare?- gli domando.
Lui annuisce, tirando su la testa.

-Perché sei così preoccupato, allora?- continuo.

-Non lo so.- risponde.

-Qual è il tuo problema?-

-Le altre persone. Loro sono il vero problema. Non credo di riuscire a ballare con una ragazza. Loro sono la specie con cui riesco a rapportarmi di meno. Va oltre ogni mia capacità.-

Mi alzo e mi metto di fronte a lui.

-Allora insegnami a ballare.- dico prendendogli le mani e trascinandolo verso di me, costringendolo ad alzarsi.

-Sei sicuro?-
Annuisco.

-Okay. Mettimi una mano sulla spalla e con l'altra prendi la mia mano. Tu adesso farai la parte della ragazza.-
Annuncia sorridendo leggermente.

-Perché devo farla io la ragazza?- protesto.

-Perché sei più basso di me.-
Sbuffo e faccio come mi viene detto. Lui mi mette una mano sul fianco provocandomi una serie di brividi lungo la spina dorsale.

-Segui me. Okay?-

-Okay.-
Lui comincia a fare una serie di passi avanti e indietro. A destra e a sinistra. É facile. E non é nemmeno tanto male. Forse perché sto ballando con lui.

College. ||Johnlock||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora