Capitolo 13

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Il buio, la paura, l'impotenza, il dolore...poi, finalmente, la vita.

-È una femmina- Disse dolcemente Corvina ,porgendo la neonata urlante alla madre.
La povera maga era abbastanza sconvolta e disgustata dal "miracolo del parto", era stremata dall'incantesimo ma sorrideva di cuore.
Stella era pallida, debole, aveva perso molto sangue e rischiato persino di rimetterci la vita...tremava ancora, ma prese la bambina in braccio e toccò il cielo con un dito.
-È una bambina bellissima- disse Robin guardandola.
La neonata aveva vispi occhietti azzurri come il padre, la pelle color pesca e da quel poco di peluria che aveva in testa si sarebbe proprio detta una rossa, anche se più biondiccia della madre.
-È nata da noi, che ti aspettavi?- rispose la madre sorridente.
-Grazie per essere tornato...-
-Sono sempre rimasto al tuo fianco, scusa se ho vacillato un attimo. Ero spaventato, ma ho capito che se noi vogliamo, se l'amiamo davvero... saremo degli ottimi genitori-
-Ne sono sicura...ma come faremo con tutti i problemi che verranno?-
-Tranquilla, non siamo da soli. Ci sono i nostri amici ad aiutarci e poi ci sono i Titans Est e se proprio saremo alle strette c'è sempre Alfred-
-Se la cresce come ha fatto con te e Batman preferisco affidarla a mia sorella- rispose lei sorridente.

Corvina capì di essere di troppo nel quadretto familiare.
-Io vado a cercare BB e Cyborg allora...- disse uscendo.
-Corvina...Grazie, se non fosse stato per te...-
-No Robin, è solo grazie al tuo arrivo che lei è nata, io non ho fatto nulla di incredibile- sorrise.
Già, quella era una giornata davvero particolare per tutti.

<Hai usato il sortilegio dell'Orobus>
<Lo so>
<Non t'importa del prezzo che dovrai pagare?>
<Mi spaventa, ma ho salvato il figlio di Stella, ne è valsa la pena>
<Ne vorresti uno tuo?>
<A volte sì, poi penso a quanto mi costerebbe. È meglio aspettare e godersi la vita, guarda loro. Si sono giocati la giovinezza>
<Per una volta sono d'accordo con te> concluse Amore.

-Finalmente da soli- Disse Robin accarezzando dolcemente la piccola.
-Come vuoi chiamarla?- chiese a Stella.
-Io pensavo a...Mar'i...significa Cielo Stellato-
-Sai, mia nonna si chiamava Marianne, le volevo molto bene. Sarà come averla un po' con noi. Mi piace -
-Ti amo Robin-
-Anch'io, vi amo tutte e due e non permetterò a nessuno di farvi del male- rispose baciando Stella Rubia.

-Coraggio piccola Mar'i fa conoscenza col tuo papà-
Stella porse la nascitura a Robin.
-Sei piccolissima, minuscola. Come hai fatto a causare tanti casini?- disse Robin prendendo la piccola tra le braccia e baciandola in fronte.
La piccola si agitava strillando.
-Credo che abbia fame-
-Su passamela- disse Stella, che ancora troppo debole per rialzarsi dal letto.
Nonostante la sua resistenza incredibile era rimasta stremata dallo sforzo.
Era stata vicinissima alla morte.
I medici dovettero farle una trasfusione di sangue.
-Dov'è??Dov'è??- urlarono in coro BB e Cyborg irrompendo nella stanza.
La piccola spaventata iniziò a piangere ancora più forte.
-Bel lavoro- li rimproverò Robin.
-Ho fatto quello che ho potuto per trattenerli- si giustificò Corvina.
-È davvero carina- disse BB trasformandosi in un coniglietto e saltellando vicino alla piccola.
Mar'i lo fissò divertita, tirò con forza le orecchie del mutaforma.
BB trattenne un grido.
-Ed è pure furba, sa già come trattare gli scocciatori- aggiunse Corvina.
-Credo proprio che abbia ereditato buona parte della tua forza ,Stella- disse BB massaggiandosi le orecchie una volta tornato umano.
-Come la chiamerete?- domandò il mezzo-robot ,guardando la bambina che allungava le manine verso il suo occhio rosso.
-Noi pensavamo di chiamarla Mar'i-
-È un nome bellissimo- disse Cyborg.
-Ma perché continua a dimenarsi?- domandò BB.
-È vero, la piccola ha fame- esclamò Stella Rubia.
-Perfetto se comincio a dimenticarmi di darle da mangiare già vedo che razza di madre sarò-
-Sarai perfetta, io ti amo e anche Mar'i ti ama...amala insieme a me e andrà tutto bene- sorrise Robin.

Stella diede il seno alla piccola affinché potesse finalmente sfamarsi, non si vergognava minimamente che i suoi amici la stessero guardando.
Mar'i succhiava con avidità il caldo latte dalla tetta della madre.
-Così piccola avrà bisogno di mangiare molto per farla sopravvivere- fece notare Cyborg.
-C'è latte in abbondanza- rispose Stella avvicinando ancor di più il seno gonfio alla piccola.
-B'è andatevene!!! Non c'è nulla da vedere!!!- esclamò Robin imbarazzato, scacciando i suoi amici.
-Noi siamo qua fuori!- esclamò BB prima di essere sbattuto fuori dalla porta.
Robin e Corvina rimasero nella sala.
Era una scena dolcissima quella che gli si parava davanti agli occhi.
Corvina vomitò un fiotto di sangue nero.
-Corvina!!!- esclamò Robin chinandosi su di lei.
La portò fuori dalla sala.
-Che ti succede? Non ti senti bene?-
-No, tranquillo. Per salvare Mar'i ho utilizzato l'Orobus, un antichissimo incantesimo capace di scacciare la Morte-
-Hai scacciato la Morte?!- domandò Robin incredulo.
-La vedevo, incombeva su Stella e Mar'i. Ci sono cose più antiche e potenti della Morte a questo mondo- rispose Corvina pulendosi la bocca.
-Ma l'Orobus ha un prezzo, un prezzo che si paga col proprio sangue. Tanto sangue quanto quello che la Morte ha perso lasciando Mar'i...per un po' non starò bene...ma me la caverò- disse con un falso sorriso.
Non aveva raccontato che oltre al sangue l'Orobus condannava al tormento.
Ogni volta che rigurgitava era come se lame arroventate le risalissero per la gola, come se un topo le rosicchiasse lentamente gli intestini, come se un corvo le strappasse gli occhi, come se la mettessero nuda su di una graticola...e il dolore sarebbe durato per giorni, senza mai diminuire,senza parlare degli incubi per anni l'avrebbero perseguitata...ma avrebbe resistito.

Era ormai notte, la piccola Mar'i dormiva serena fra le braccia della madre.
-Dormi Stella, ne hai bisogno, devi recuperare le forze-
-Tu resterai qui?-
-Certo! Non temere, starò tutto il tempo al tuo fianco-
Disse spostando la sedia a lato del lettone.
Poco dopo entrambe le sue ragazze dormivano serene, madre e figlia...le amava entrambe alla follia. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per loro.
Gli sembrava così insensato adesso pensare che lui non voleva avere la piccola, ora invece era la cosa a cui teneva di più, ancor più della sua stessa vita.
-Stella, Mar'i...vi amo-

Passarono alcune ore quando un medico entrò nella sala.
-Scusi signore, lei chi è?-
-Io? Sono Robin, il padre della bambina-
-Ah...complimenti- disse a bassa voce l'uomo a cui a causa del buio non si riusciva a vedere il volto, ma aveva lunghi capelli sciolti color neve.
-Senta, odio doverglielo dire io, ma non è permesso dormire nella clinica assieme alla madre, purtroppo non si fanno eccezioni neanche per i supereroi. Può essere pericoloso-
-Oh...non importa. Posso stare qui fuori?-
-Assieme alla ragazza col mantello?-
-Corvina è ancora qui?-
-Sì, sta leggendo seduta sulle sedie, appena fuori dalla porta-
-Allora, io vado lì...-disse alzandosi, anche se il minimo distacco gli costava molto.
-Scusi ancora, ma...le andrebbe un caffè?- disse l'uomo porgendogli un vassoio con due bicchieri.
Una mano dell'uomo era stranamente avvolta in un grosso guanto.
-Grazie- Rispose Robin prendendone uno.
-Li prenda tutti e due, anche per la sua amica di là, il mio turno finisce tra mezz'ora, a giusto...congratulazioni- concluse il dottore allontanandosi lungo il corridoio.

Corvina leggeva alla luce di un globo magico, le gambe accavallate, il viso coperto dal mantello, sembrava perfettamente tranquilla e a suo agio.
-Ciao Robin. Che ci fai qui fuori? Perché non sei con Stella e Mar'i?-
-Non è permesso. Caffè?-
-Sì, grazie, oggi voglio restare sveglia tutta la notte-
-Anch'io, Stella e Mar'i possono dormire tranquille, noi resteremo a vegliare su di loro.

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